La Galleria Doris Ghetta di Ortisei presenta, dal 6 agosto al 10 settembre 2022, una mostra personale di Pietro Moretti (Roma, 1996) intitolata Il rossore dell’asino, nella quale l’artista, attraverso una raccolta di acquerelli e pitture a olio, intreccia narrazioni tra il quotidiano e il fantastico, interrogandosi sull’ambivalenza delle emozioni nelle relazioni intime, la complessità del desiderio di appartenenza, l’identità all’interno delle dinamiche maschili, e sul modo in cui l’inespresso riaffiora attraverso il corpo rivelando le bugie, i dolori, le fragilità e la contraddittorietà dei desideri. Traendo spunto dalle atmosfere delle fiabe e delle favole, dai tratti tipici del fumetto e da elementi del grottesco, i lavori qui presentati sono accomunati da un’attenzione per il corpo. I personaggi che popolano l’immaginario dei quadri di Moretti sono spesso colti in gesti annodati: corpi che si tengono, si impigliano, si soffocano, si abbracciano, si trasformano e si toccano. Espressione del proprio io e della propria realtà psicologica, il corpo è anche il mezzo con cui ci relazioniamo, dialoghiamo e ci scontriamo con i valori e le aspettative di un determinato contesto sociale.
Interessato alla materialità delle diverse superfici e l’uso non naturalistico dei colori, Moretti passa agilmente dalla figurazione al non figurativo per suggerire la porosità tra stati fisici e psicologici delle figure dipinte. Le scene ritratte danno vita a un universo familiare, straniante e onirico allo stesso tempo: una stanza viene occupata da dei piccioni, tra cui si stagliano le zampe di un volatile enorme; una coppia, tenendosi per mano, vomita contemporaneamente creando un flusso unico; due mani tentano di contenere il raglio di un asino; una donna crolla su se stessa tagliando una cipolla, il suo corpo un diagramma di gesti intrecciati; degli adolescenti, uniti ma isolati nei loro gesti, galleggiano su un bambolo gonfiabile che si sta lentamente sgonfiando. In La visita, un’altra visita, un ragazzo è allettato in una stanza d’ospedale, i suoi piedi sorretti da quelli di sua madre, mentre un infermiere esce dalla stanza, facendo entrare per un attimo una tenue luce rosa. Nei tempi dilatati dell’ospedale, il giovane paziente intrattiene un dialogo di sguardi con una visita inaspettata: un’enorme cicala è entrata nella stanza. Questo lavoro riflette sulla malattia come ciò che sfugge alla possibilità di controllo, che scardina l’apparente stabilità della quotidianità e che, tuttavia, potrebbe rivelare qualcosa di importante su di noi, sulle nostre vite e sulla società in cui viviamo. Qui come in altri suoi lavori, Moretti affida il confronto e la riflessione su se stessi e sulle relazioni umane agli animali, che se da un lato ricordano ciò che è particolarmente intimo all’umano, dall’altro sottolineano una soglia invalicabile rispetto a quello che è estraneo a noi e che non potremo mai conoscere.
La mostra si colloca nell’ambito del progetto GARASC con cui la Galleria Doris Ghetta affianca gli artisti emergenti che vogliono sperimentare e testare la loro pratica artistica all’interno dell’ecosistema delle gallerie d’arte contemporanea.
Per tutte le informazioni, potete visitare il sito ufficiale della Galleria Doris Ghetta.
Nell’immagine: Pietro Moretti, Tra le tue mani (2022), acquerello a olio su tavola in legno, 60x50 cm.
Città | Ortisei | Sede | Galleria Doris Ghetta | Date | Dal 06/08/2022 al 10/09/2022 | Artisti | Pietro Moretti | Temi | Arte contemporanea |
Tra quotidiano e fantastico, la personale “Il rossore dell'asino” di Pietro Moretti a Ortisei |