Dal 2 agosto all’8 dicembre 2019, la Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” di Fabriano (Ancona) ospita la mostra La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento, interamente dedicata all’attività marchigiana di Orazio Gentileschi (Pisa, 1563 - Londra, 1639), uno dei più grandi pittori caravaggeschi, e curata da Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori. La rassegna riunisce le opere che Gentileschi realizzò nelle Marche, ad Ancona (1606-1607) e a Fabriano (1613-1619): si tratta di capolavori come la Circoncisione, la Vergine del Rosario, la Visione di santa Francesca Romana, la Maddalena. Le opere di Gentileschi sono poste a confronto con un gruppo di opere di grandi artisti del Seicento, tra cui un caravaggesco marchigiano, Giovanni Francesco Guerrieri, e altri grandi protagonisti del tempo come Guido Cagnacci, Simon Vouet, Valentin de Boulogne, Alessandro Turchi, Giovanni Baglione.
La mostra si estende poi alla Cattedrale di San Venanzio, dov’è possibile ammirare la Crocefissione, e alla Chiesa di San Benedetto: si tratta di contesti ricchissimi che costituiscono parte integrante del progetto e del percorso espositivo e che riflettono, a gradazioni diverse, la conversione caravaggesca dell’artista. Quest’ultima rappresenta un tema focale della mostra: si tratta per la prima volta in cui vengono analizzati in modo approfondito i termini della presenza di Orazio Gentileschi nelle Marche, terra dove Caravaggio (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) è grande assente in quanto ad opere, seppur documentate, ma è viceversa presentissimo nel lascito di Gentileschi e compagni. La rassegna di Fabriano, anche grazie a novità che riguardano tanto le opere quanto i documenti, alcune delle quali vengono annunciate dai curatori come “sorprendenti” (sia per quanto riguarda Gentileschi che per altri protagonisti) vuole poi allargare l’indagine sul territorio per gettare luce su incontri, incroci e incidenze dei numerosi artisti che, nel “raggio di Caravaggio”, ne hanno diffuso la dirompente novità in territorio marchigiano. Tra le novità più interessanti, che si deve a una giovane ricercatrice marchigiana (di Sassoferrato), Lucia Panetti, è l’identificazione del volto di Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 - Napoli, 1654), celeberrima figlia di Orazio, anch’ella artista, nella Santa Cecilia che compare nella Circoncisione di Ancona (al momento della realizzazione dell’opera, Artemisia aveva quattordici anni).
La rassegna è anche occasione per riunire brani altissimi del caravaggismo nelle Marche, a partire dalle opere del protagonista marchigiano per eccellenza del settore, Giovanni Francesco Guerrieri (Fossombrone, 1589 - Pesaro, 1657) al quale è riservata particolare attenzione, quasi una mostra nella mostra, e altrettanto rilievo sarà concesso all’opera del romano Giovanni Baglione (Roma, 1573 circa - 1643), che fu acerrimo nemico di Caravaggio ma che fu molto attratto dal suo stile e dalle novità da lui introdotte: anche Baglione fu molto attivo nelle Marche. Notevoli e diversificate le presenze che mostrano la fatale influenza del genio del Merisi anche in questa parte d’Italia: da Alessandro Turchi a Valentin de Boulogne, da Bartolomeo Manfredi ad Antiveduto Gramatica, da Giovanni Serodine ad Angelo Caroselli, fino a Carlo Bononi, la cui pala realizzata per il monastero delle clarisse cappuccine ed oggi a Brera, tornerà per la prima volta a Fabriano dopo le spoliazioni napoleoniche del 1811. Ancora, la mostra vuole anche dimostrare come ci siano state presenze altrettanto preziose tra coloro che hanno fatto da contrappunto alla diffusione del linguaggio caravaggesco, mostrandone l’impatto ma con un’inflessione più classicista, tra Bologna e Roma, come in Giovanni Lanfranco, Simone Cantarini, Guido Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti o nel dibattersi di due anime e due epoche, come in Pomarancio, Andrea Lilli e Filippo Bellini.
La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento, il cui comitato scientifico vede alcuni tra i massimi studiosi del Seicento (tra gli altri, Gianni Papi, Daniele Benati, Raffaella Morselli e Keith Christiansen) ha voluto instaurare un rapporto forte con il territorio e con il caravaggismo che attraversò la regione. Per questo sono forti i legami col territorio: con il biglietto della mostra sarà infatti possibile visitare fino al 3 novembre anche un’altra esposizione, in corso a Camerino, Dalla polvere alla luce: l’arte recuperata, promossa dall’Arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche e dal Comune di Camerino e realizzata con il contributo della Regione Marche. La mostra è allestita in parte nella Chiesa del Seminario, unica chiesa agibile di Camerino, e in parte nell’adiacente deposito attrezzato “Venanzina Pennesi”, che è aperto al pubblico per l’occasione grazie al finanziamento della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. È un piccolo ma prezioso spazio dove sono state accolte e rese fruibili circa trenta opere, recuperate grazie anche ai Carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali e ai Vigili del Fuoco, che si sono adoperati con tenacia e determinazione per mettere in salvo le opere d’arte della città di Camerino e del territorio dell’Arcidiocesi.
Tornando invece all’esposizione di Fabriano, la mostra, organizzata da Regione Marche, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Fabriano e Anci Marche, fa parte del progetto Mostrare le Marche, nato dal protocollo d’intesa fra la Regione, il Mibac, l’Anci Marche, la Conferenza Episcopale e i Comuni di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto, Matelica e Fabriano per promuovere la conoscenza e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016. La mostra è l’ultima di un ciclo di 5 grandi mostre che hanno già interessato le città di Loreto, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Matelica. Ora è Fabriano e il suo territorio a raccontare un altro grande artista, Orazio Gentileschi, che lavorò e soggiornò nelle Marche nel secondo decennio del Seicento. Fabriano, per la sua posizione e la sua storia è universalmente riconosciuta come osservatorio speciale e privilegiato sui fatti artistici che, a partire dalle Marche, hanno avuto poi un impatto ben più vasto. Dopo l’esposizione su Gentile da Fabriano nel 2006 e il prestigioso riconoscimento ricevuto dall’Unesco, la città ospita un’altra mostra di rilievo.
Gli orari d’apertura: agosto e settembre dalle 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 19:30, da ottobre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Giorno di chiusura: lunedì. Biglietti: intero 5 euro, gruppi con più di 20 persone 4 euro, scolaresche con più di 15 studenti 3 euro, over 65 4 euro, under 18 3 euro. Gratis per diversamente abili e accompagnatori, accompagnatori di gruppi, giornalisti, bambini sotto i sei anni, residenti nel Comune di Fabriano. Per info, visitare il sito della Pinacoteca di Fabriano.
Nell’immagine: Orazio Gentileschi, Circoncisione, dettaglio (1607; olio su tela; Ancona, Pinacoteca Civica “Francesco Podesti”)
Titolo mostra | La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento | Città | Fabriano | Sede | Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” | Date | Dal 02/08/2019 al 08/12/2019 | Artisti | Orazio Gentileschi | Temi | Orazio Gentileschi |
Orazio Gentileschi e il caravaggismo nelle Marche protagonisti di una mostra a Fabriano |