Dal 18 aprile all’11 luglio la la natura si impossessa della Fondation Beyeler di Basilea: è la mostra Life, installazione dell’artista danese-islandese Ólafur Elíasson (Copenaghen, 1967) che ha allagato il museo svizzero per ricreare un ambiente naturale nei suoi spazi, invadendoli con acqua, piante e microorganismi vari, e aprendoli allo spazio esterno (Elíasson infatti ha anche fatto rimuovere la facciata di vetro per far comunicare l’interno con l’ambiente e aprire i suoi spazi all’azione degli elementi). L’obiettivo dell’artista è quello di rimuovere le barriere tra essere umano e natura. Dato che la natura può interagire col museo (potenzialmente animali in arrivo da fuori possono prendere possesso degli spazi, per esempio), l’opera non è mai uguale a se stessa e continua a trasformarsi per tutta la durata dell’esposizione (che peraltro rimane aperta giorno e notte).
La mostra intende offrire ai “visitatori umani” (così dichiara l’artista) l’opportunità di attivare pienamente la propria gamma sensoriale: dentro alla mostra si percepiscono l’odore delle piante e dell’acqua, i suoni, l’umidità dell’aria. Sul piano estetico, Elíasson intende anche fornire un’esperienza scultorea: l’acqua verde che occupa lo spazio espositivo è intrisa di uranina, colorante atossico che si usa per tracciare i flussi d’acqua, deliberatamente adoperato dall’artista per sottolineare la presenza dell’acqua. Le piante presenti (ninfee nane, campanelle d’Irlanda, felci acquatiche e molte altre) sono state scelte dall’architetto paesaggista Günther Vogt.
“Da qualche anno”, dichiara Elíasson, “mi sforzo sempre più di considerare la vita non da una prospettiva antropocentrica ma secondo un approccio più ampiamente biocentrico. Mi sono ritrovato a trasformare nomi in verbi (quando cammino attraverso la mia esposizione cerco per esempio di alberare) in modo da cogliere delle prospettive che trascendano ciò che noi umani siamo normalmente in grado di immaginare. La vita degli esseri umani, come di tutti i mammiferi, dipende dall’inspirare ed espirare ossigeno. Sulla scorta degli antropologi Natasha Myers e Timothy Choy, sarei portato a dire che la vita è anche co-spirare, giocando con l’etimologia della parola (‘respirare con’) e in base alla definizione data dai vocabolari. Noi cospiriamo con l’albero, con gli altri e con il pianeta”.
“Life”, fa sapere ancora l’artista, “presenta un modello per un paesaggio futuro. È ospitale. Un paio di anni fa quando con Sam Keller, Direttore della Fondation Beyeler, si discuteva per la prima volta della mostra ho pensato perché non invitare tutti all’evento? Invitiamo il pianeta, piante e specie varie. Invece di aprire semplicemente una porta ho deciso di rimuovere tutti gli ostacoli strutturali che si frapponevano tra il dentro e il fuori dell’edificio e sono molto grato alla Fondation Beyeler e all’architetto Renzo Piano, che ha costruito il museo, per avermi consentito di far togliere con cura e attenzione la facciata di vetro dell’edificio.”.
“Quest’opera”, fa sapere Sam Keller, direttore della Fondazione Beyeler, “è un esperimento collettivo che sfida le nostre convenzioni sull’arte, la natura, le istituzioni e la vita nel tentativo di dissolvere i confini che le separa. Piante, animali, esseri umani e microrganismi coabitano in questo lavoro. L’ora del giorno e il tempo concorrono a influenzare l’andamento e la percezione della mostra. Natura e cultura sono unite. L’arte e la vita si fondono. L’opera di Ólafur Elíasson dischiude uno spazio vitale libero e pensante”.
Immagine: Olafur Eliasson, Life (2021). Veduta dell’installazione, Fondation Beyeler, Riehen/Basilea (2021). Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles. © 2021 Olafur Eliasson. Foto: Mark Niedermann.
Titolo mostra | Life | Città | Basilea | Sede | Fondation Beyeler | Date | Dal 18/04/2021 al 11/07/2021 | Artisti | Olafur Eliasson | Temi | Basilea, Fondation Beyeler, Ólafur Elíasson, Life |
Ólafur Elíasson allaga la Fondation Beyeler di Basilea per portare la natura dentro il museo |