Dal 28 gennaio al 30 aprile il MUST di Vimercate dedica una mostra alla figura di Bruno Munari (Milano, 1907 – 1998), grande artista e designer: Munari, Arte al futuro è una selezione di circa cinquanta opere provenienti da collezioni private italiane e straniere, che mettono in evidenza la sua straordinaria importanza nel panorama artistico internazionale e il ruolo di grande precursore di tendenze e ricerche. La mostra, a cura di Simona Bartolena e con il contributo scientifico di Luca Zaffarano, si avvale della collaborazione di Armando Fettolini e Ponte 43.
Dal futurismo alle macchine inutili, dall’astrazione concreta alla pittura con la luce, non mancano esempi celebri dell’interazione di Munari con il mondo della comunicazione, come il grande manifesto rosso per Campari. Il percorso procede per sezioni, con approfondimenti sui principali motivi di riflessione dell’artista: dal dinamismo allo studio della percezione, dalla trasformazione dell’idea di pittura all’impiego della tecnologia, dal concetto di “arte concreta” alla sperimentazione di nuovi materiali.
La mostra comincia con la sezione L’eredità futurista. Bruno Munari non amava parlare delle sue “origini” futuriste, sebbene le radici della sua ricerca affondino proprio nel movimento di Marinetti. Attratto soprattutto dall’opera di Prampolini, Munari intravede fin dai primi anni di collaborazione con gli artisti del gruppo i limiti del Futurismo. In particolare egli sente subito il bisogno di superare le tecniche classiche ancora utilizzate dagli artisti del gruppo per rappresentare il movimento. Profondo e complesso è anche il rapporto con il dadaismo, da cui eredita l’interesse per collage e fotomontaggio. Anche in questo caso, però, Munari si differenzia sensibilmente dalle istanze del movimento: del Dada egli sposa l’ironia ma rifiuta la carica distruttiva e la vocazione nichilista. Le opere in mostra indagano questi legami con le Avanguardie storiche, mettendone in evidenza affinità e divergenze. La seconda sezione, Le Macchine inutili e i Concavi-Convessi, affronta il tema delle macchine di Munari, che si dichiarano ironicamente “inutili”. La macchina si fa mezzo di studio del rapporto tra spazio e tempo, del concetto di casualità, della ricerca di equilibrio, della rappresentazione della dinamicità di un oggetto e della volontà di offrire allo spettatore una fruizione coinvolgente dell’opera d’arte. La stessa dinamicità è ricercata nella serie dei Concavi-Convessi, opere da appendere al soffitto ottenute dalla piegatura di una rete metallica. Anche in questo caso la scultura è libera di muoversi nello spazio e proietta ombre mutevoli: di fatto essa è una delle prime installazioni nella storia dell’arte italiana.
Nella terza sezione Astrattismo e Arte Concreta, si parla del ruolo di Bruno Munari, fondatore del MAC Movimento Arte Concreta, nella sua ricerca all’esplorazione delle possibilità della forma astratta. L’astrattismo concreto si libera da qualsiasi residuo narrativo, concentrandosi esclusivamente sulla relazione tra forma, colore e ritmo. La quarta è invece dedicata alle Sculture da viaggio, che nascono all’inizio degli anni Cinquanta come sculture pieghevoli, regalate o spedite come biglietti di auguri. Diverranno poi opere emblematiche della produzione dell’artista: modernissime perché trasportabili, leggere, innovative, esse esprimono a pieno la volontà di Munari di fare un’arte nuova, “che meglio si adatti alla vita d’oggi”. In mostra verranno esposti più esemplari originali degli anni Cinquanta. La quinta sezione s’intitola Dipingere con la luce: la pittura per Munari non è più un’immagine statica, ma una molteplicità di immagini in costante mutazione (“La pittura può anche sparire purché resti l’arte”). Sfruttando un nuovo materiale, il filtro Polaroid, egli crea opere caleidoscopiche e cangianti: i Polariscop. Una ricerca che lo condurrà anche a sperimentare le Proiezioni dirette e le Proiezioni polarizzate. In mostra il visitatore avrà modo di comprendere il funzionamento di un Polariscop, ma anche – grazie a un ambiente immersivo, realizzato per l’occasione – di sperimentare la fruizione di queste opere smaterializzate, realizzate con la luce, coinvolgenti e affascinanti, che spostano la pittura in una nuova dimensione spazio-temporale. Con le proiezioni Munari ha ancora una volta precorso esperienze destinate a un’importante evoluzione nei decenni successivi, ancora oggi molto in voga.
Nella sesta sezione, Xerocopie, si potranno approfondire le sperimentazioni di Munari con la fotocopiatrice Rank Xerox, commercializzata, con grande successo, nel 1949. Dieci anni dopo ne viene diffusa una variante completamente automatizzata. Nei primi Anni Sessanta Munari comincia a utilizzare la macchina fotocopiatrice come strumento espressivo, stravolgendone, di fatto, la funzione: egli trasforma, infatti, un oggetto nato per realizzare immagini replicate in un mezzo per creare opere uniche ed originali. Per realizzare le sue xerocopie artistiche, Munari muove delle immagini o delle texture sulla plancia della fotocopiatrice durante il tempo della scansione, sfruttando così questa nuova tecnologia per fini inconsueti e imprevisti.
C’è poi una sezione intitolata Il design in cui viene affrontata la relazione tra design e arte per Munari, che è costante, complessa e indagata nel profondo, sia nei suoi testi che con la realizzazione di opere che contaminano i due linguaggi. In mostra – oltre a opere quali i collage di tessuti – saranno esposti alcuni oggetti disegnati dall’artista pensando alla produzione in serie. Il rapporto con il mondo del design e della produzione verrà esplorato nei diversi aspetti anche con pannelli didattici. Infine, l’ultima sezione s’intitola Editoria e pubblicità: non possono mancare in mostra esempi dell’interazione di Munari con il mondo della comunicazione (sia nella forma di collaborazione con riviste e prodotti editoriali, sia nell’idea di libro come oggetto d’arte, sia nell’elaborazione di nuove forme grafiche di messa in pagina e di uso dei caratteri e delle immagini). In particolare una sala sarà dedicata al suo lavoro per la Campari. Presenti in mostra saranno, infatti, il grande manifesto rosso e una serie di collage e studi per pubblicità (alcuni anche inediti) dalla collezione della Galleria Campari.
Arricchisce l’esposizione uno spazio dedicato ai laboratori di sperimentazione proposti alle scuole e ai bambini. Tutti i sabati pomeriggio, alle ore 16, si svolgeranno apposite visite guidate condotte da personale esperto del museo. Oltre ai laboratori realizzati al MUST, la proposta didattica vede anche la collaborazione della Biblioteca civica con letture dedicate ai più piccoli, oltre a incontri e conferenze dei curatori. I Laboratori di sperimentazione del Metodo Bruno Munari per MUST Museo del Territorio avvengono su progettazione, formazione e supervisione di Associazione Bruno Munari (ABM) e sono curati scientificamente da Silvana Sperati. L’esposizione è inserita nel percorso permanente del museo e l’ingresso alla mostra permette di visitare anche il percorso museale.
La mostra apre il mercoledì e il giovedì dalle 10 alle 13, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Biglietti (mostra+museo): intero 5 euro, ridotto 3 euro (residenti a Vimercate, giovani dai 15 ai 24 anni), gratis per under 14 e persone con disabilità. Visite guidate tutti i sabati alle 16 (2 euro in più), con la curatrice Simona Bartolena il 18 febbraio alle 17 (6 euro in più), per gruppi organizzati 5 euro a persona, minimo 15 persone, per scuole 4 euro ad alunno, ridotto 2 euro per le scuole di Vimercate.
Dichiara Simona Bartolena, curatrice della mostra: “La definizione di ‘artista’ a Munari va un po’ stretta: dotato di fantasia, immaginazione, inventiva e intelligenza speculativa, mise i suoi numerosi talenti al servizio del design, di un nuovo concetto pedagogico e delle arti visive, lasciando che i confini tra queste categorie fossero in costante osmosi, in uno scambio reciproco e fecondissimo. Ancor più necessaria, dunque, è l’azione di divulgazione della sua produzione artistica che stanno svolgendo da anni e con grande sapienza realtà quali quella della Associazione Bruno Munari (ABM) e quella del progetto Munart di Luca Zaffarano. E alla quale, speriamo, questa esposizione possa contribuire”.
“Da un punto di vista storico, sia per la quantità enorme di lavoro svolto, sia per l’assenza di uno stile ben definito”, afferma Luca Zaffarano, “Munari è stato più volte oggetto di esposizioni la cui curatela si è limitata a osservarlo da uno specifico punto di vista, oppure, all’estremo opposto, lo si è esposto nella sua complessità senza alcuna linea guida in grado di orientare la lettura del suo multiforme corpo di opere”.
“La scelta di raccontare la produzione artistica di Bruno Munari”, sottolinea Elena Lah, assessora alla promozione della città, “ha in sé la volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di avvicinare all’arte un pubblico vasto, che voglia superare i limiti di ciò che non conosce per giocare con l’arte, come faceva Munari stesso. La mostra ha un approccio divulgativo ed è affiancata da eventi di approfondimento dedicati a bambini e adulti, per scoprire insieme quanto la realtà sia intrisa di bellezza, se solo mettiamo le lenti giuste.”
“Nella mostra”, evidenzia Silvana Sperati, presidente di ABM - Associazione Bruno Munari, “è stato predisposto uno spazio e delineato un progetto di esperienze utile a offrire ai bambini la possibilità di venire a contatto con i suggerimenti didattici dell’artista. Nel laboratorio si entrerà in contatto con l’approccio suggerito da Munari che di fatto ripercorre la modalità e lo stile che egli stesso poneva in atto nel suo fare artistico. Un’occasione per accendere e rinnovare la curiosità, scoprendo il piacere di fare”. La mostra rimarrà aperta dal 28 gennaio al 30 aprile, con una speciale apertura a ingresso libero il giorno 28 gennaio.
Titolo mostra | Munari, Arte al futuro | Città | Vimercate | Sede | MUST | Date | Dal 28/01/2023 al 30/04/2023 | Artisti | Bruno Munari | Curatori | Simona Bartolena, Luca Zaffarano | Temi | Novecento, Design |
Al MUST di Vimercate una mostra indaga la complessa figura di Bruno Munari |