Joel Meyerowitz in mostra a Brescia: la grande antologica italiana


Dal 25 marzo al 24 agosto 2025 il Museo di Santa Giulia a Brescia presenta un viaggio visivo lungo sei decenni: oltre 90 opere per raccontare Joel Meyerowitz, il maestro della street photography.

Dal 25 marzo al 24 agosto 2025, il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022, la prima antologica italiana dedicata al maestro della street photography, Joel Meyerowitz (New York, 1938). La mostra, curata da Denis Curti e realizzata in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York, ripercorre l’intera carriera dell’artista attraverso oltre 90 immagini che attraversano sei decenni di ricerca visiva. L’evento rappresenta il fulcro dell’ottava edizione del Brescia Photo Festival, quest’anno dedicato al tema degli Archivi.

L’esposizione si inserisce in un progetto più ampio intitolato Americana. Un’antologia per immagini, ideato da Denis Curti, che nei prossimi anni continuerà con due altre mostre dedicate a Bruce Gilden (2026) e Francesco Jodice (2027). Organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Cavallerizza – Centro della Fotografia Italiana, la retrospettiva celebra uno dei fotografi più influenti del Novecento, la cui visione ha ridefinito il linguaggio della fotografia urbana.

Joel Meyerowitz, New York City (1963). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, New York City (1963). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, New York City (1963). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, New York City (1963). Foto: ©Joel Meyerowitz

“Non sono mai stato così felice”, ha affermato lo stesso Meyerowitz, “o così desideroso che il mondo si mostrasse a me. Ho trovato la mia natura, se si può davvero dire così. Non avevo paura di entrare in luoghi, gruppi o situazioni che prima non mi si sarebbero mai presentati”.

“Camminando lungo i marciapiedi della città”, scrive Denis Curti nel testo pubblicato nel catalogo Skira, “Meyerowitz osserva i movimenti della folla dall’interno, il suo punto di vista è “l’esserci”, poiché tanti e imprevedibili sono gli avvenimenti che possono essere catturati da un solo frame per strutturare un rinnovato processo di significazione nella fotografia. In questo modo svela gli aspetti nascosti dei luoghi, delle persone, della vita stessa, illuminando gli angoli bui dei linguaggi sociali e culturali del nostro tempo”.

“La grande fotografia d’autore torna in città, con l’ottava edizione di Brescia Photo Festival, un appuntamento divenuto ormai imprescindibile, molto atteso da tutti gli appassionati e dagli addetti ai lavori”, dice Laura Castelletti, Sindaca di Brescia. “La mostra d’apertura è dedicata a Joel Meyerowitz, uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea. Un’ampia retrospettiva che consente di ripercorrere oltre sessant’anni di carriera dell’autore, dal 1960 al 2022. La rassegna presenta oltre 90 immagini attraverso le quali è possibile cogliere l’attenzione dell’artista alla bellezza quotidiana, dei luoghi, dei visi, degli spazi urbani, che spesso passa inosservata. Ampio spazio, poi, è dedicato agli iconici scatti del World Trade Center, immediatamente successivi all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, e ai 365 autoscatti realizzati durante il periodo del lockdown del 2020, per la prima volta proposti in Italia.

L’esposizione di Meyerowitz rappresenta una straordinaria occasione, non solo per conoscere da vicino i capolavori di uno dei più grandi fotografi a livello internazionale, ma anche per ritornare con la mente, attraverso la forza evocativa delle immagini, a momenti storici significativi, ancora vivi nel cuore di tutti noi.

“Fondazione Brescia Musei”, aggiunge Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei, “è onorata di presentare la prima mostra antologica italiana di uno dei più grandi fotografi viventi, Joel Meyerowitz. L’impegno di Fondazione Brescia Musei per l’arte fotografica – e in particolare l’attenzione per la fotografia americana che ci ha visti in quattro anni presentare grandi esposizioni personali di Edward Weston, Ansel Adams e David LaChapelle – ci consente di proporre al pubblico italiano, quale grande evento del VIII Brescia Photo Festival, lo sfaccettato universo visivo di un autentico “flaneur” del reale. In questa dimensione sociale, che per l’artista americano assume il senso della meraviglia per il mondo che egli rappresenta, sta anche il senso dell’attenzione che la nostra Istituzione ripone in uno strumento espressivo che delinea meglio di qualunque altro la dimensione sociologica dell’indagine artistica. I miei ringraziamenti al curatore Denis Curti, con il quale inauguriamo un nuovo cammino triennale, al direttore Stefano Karadjov e allo staff di Brescia Musei che ha organizzato una nuova mostra di livello internazionale al Museo di Santa Giulia”.

“La mostra antologica di Joel Meyerowitz al Museo di Santa Giulia a Brescia”, dice Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei, “è straordinariamente appropriata al tempo che stiamo vivendo. Benché questo progetto sia partito, in collaborazione con Denis Curti, prima delle recenti elezioni americane, raramente avremmo potuto identificare un racconto dell’identità statunitense in trasformazione così appropriato quanto quello dell’artista newyorkese, che con il suo lavoro si interroga continuamente sul rapporto tra individuo e società e, in particolare nel portfolio dedicato all’America durante la guerra del Vietnam, su quello tra pace e conflitto. La mostra è dedicata a Giovanni Chiaramonte, il grande intellettuale e fotografo, mancato recentemente, con il quale più di vent’anni fa sono entrato in contatto con il lavoro umanistico di Joel Meyerowitz, per appropriarmene gradualmente e arrivare a proporlo, per la cura di Denis Curti, quale prima tappa di un viaggio triennale negli Stati Uniti, che proseguirà nel 2026 con Bruce Golden e nel 2027 con lo sguardo italiano di Francesco Jodice. Desidero ringraziare l’editore Skira per il bellissimo catalogo e i bravi colleghi che hanno permesso a Fondazione Brescia Musei di indossare un nuovo prezioso anello nel nostro impegno per la fotografia, mai come quest’anno prezioso in ragione della collaborazione con l’Archivio Joel Meyerowitz New York che insieme a noi ha costruito questa mostra, che costituisce un prezioso originale assoluto”.

Un pioniere della fotografia a colori

In un’epoca in cui il bianco e nero dominava il linguaggio fotografico, Meyerowitz scelse di esplorare le potenzialità cromatiche dell’immagine, creando un’estetica innovativa e profondamente immersiva. Il suo sguardo, influenzato da maestri come Robert Frank, Garry Winogrand e Diane Arbus, si distingue per la capacità di avvicinarsi ai soggetti con un senso di intimità e naturalezza, catturando momenti fugaci della vita quotidiana con una sensibilità straordinaria.

Le immagini in mostra sono organizzate in capitoli tematici e includono alcuni degli scatti più iconici dell’artista, accanto a lavori meno noti ma ugualmente importanti. Un aspetto centrale della sua opera è la capacità di trasformare scene ordinarie in potenti narrazioni visive, in cui il colore diventa strumento essenziale per interpretare la complessità del reale.

Joel Meyerowitz, Los Angeles Airport California (1976). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, Los Angeles Airport California (1976). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, The Caldwells Truro Massachusetts (1976). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, The Caldwells Truro Massachusetts (1976). Foto: ©Joel Meyerowitz

Dall’America degli anni Sessanta a Ground Zero

Uno dei momenti chiave della retrospettiva è rappresentato dalla serie realizzata nel 1967, quando Meyerowitz, rientrato negli Stati Uniti dopo un lungo viaggio in Europa, si trova di fronte a un Paese segnato dalle tensioni legate alla guerra del Vietnam. A differenza dei reporter impegnati sui fronti di battaglia, il fotografo sceglie di rivolgere l’obiettivo sulla società americana dell’epoca, restituendone un ritratto profondo e sfaccettato.

Negli anni Ottanta, la sua attenzione si sposta gradualmente dalla frenesia urbana alla contemplazione della natura. Le immagini realizzate a Cape Cod, sulla costa atlantica del Massachusetts, mostrano un nuovo approccio alla fotografia, più meditativo e immerso nei paesaggi. Questo periodo segna una fase di riflessione sulla relazione tra uomo e ambiente, con scatti che trasmettono un senso di quiete e atemporalità.

Ma è nel 2001 che Meyerowitz affronta una delle sue sfide più importanti. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle, è l’unico fotografo autorizzato a documentare Ground Zero nei mesi successivi alla tragedia. Le immagini di quei giorni, caratterizzate da una cromaticità sobria e un linguaggio più austero, rappresentano un omaggio alla memoria delle vittime e all’impegno di chi lavorò tra le macerie. Il lavoro segna il passaggio dall’approccio tipico della street photography a una dimensione più documentaristica, capace di raccontare la resilienza di una nazione ferita.

Joel Meyerowitz, Florida (1978). Foto: ©Joel Meyerowitz
Joel Meyerowitz, Florida (1978). Foto: ©Joel Meyerowitz
Allestimento della mostra Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022 presso il Museo di Santa Giulia
Allestimento della mostra Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022 presso il Museo di Santa Giulia

Il lockdown e l’archivio personale

Un capitolo inedito dell’esposizione è dedicato agli autoscatti realizzati da Meyerowitz durante il lockdown del 2020. Per la prima volta in Italia, vengono presentati alcuni dei 365 autoritratti che l’artista ha realizzato giorno dopo giorno in isolamento. La serie, profondamente introspettiva, offre una riflessione sul tempo sospeso e sull’identità dell’individuo in un momento storico senza precedenti. Attraverso i lavori, Meyerowitz ribadisce il ruolo della fotografia come strumento di indagine non solo sulla realtà esterna, ma anche su quella interiore. La sua ricerca, sempre in evoluzione, mostra come l’immagine possa diventare un mezzo per riconsiderare il presente e interrogarsi sulla memoria personale e collettiva.

La mostra è accompagnata da un ampio Public Program, curato dalla Fondazione Brescia Musei, che prevede incontri, proiezioni e attività di approfondimento. Il 25 marzo, giorno dell’inaugurazione, è previsto un dialogo tra Meyerowitz e Denis Curti presso l’Auditorium del Museo di Santa Giulia, seguito da una sessione di firma del catalogo. La stessa sera, il Cinema Nuovo Eden ospiterà la prima visione italiana del documentario Two Strangers Trying Not to Kill Each Other, diretto da Manon Ouimet e Jacob Perlmutter, che esplora il rapporto tra il fotografo e la moglie Maggie Barrett. Il film è il primo appuntamento di una rassegna cinematografica che propone quattro documentari dedicati alla fotografia, all’identità e alla memoria, offrendo un’ulteriore chiave di lettura per comprendere il lavoro di Meyerowitz e il suo impatto sulla cultura visiva contemporanea. L’esposizione Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022, resa possibile grazie al supporto di Alleanza per la Cultura, è accompagnata da un catalogo edito da Skira e può essere visitata con l’app gratuita Easyguide, che include un’audioguida con la voce del curatore Denis Curti.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraJoel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022
CittàBrescia
SedeMuseo di Santa Giulia
DateDal 25/03/2025 al 24/08/2025
ArtistiJoel Meyerowitz
CuratoriDenis Curti
TemiFotografia, Mostra fotografica, Fotografia contemporanea

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte