Donne in scena: a Treviso una mostra sui grandi ritratti femminili, da Boldini a Martini


Il Museo Santa Caterina di Treviso ospita fino al 28 luglio 2024 la mostra “Donna in scena”: protagonisti i grandi ritratti femminili dei più celebri artisti dell’epoca, da Giovanni Boldini a Lino Selvatico a Alberto Martini. 

Il Museo Santa Caterina di Treviso ospita fino al 28 luglio 2024 la mostra Donna in scena. Boldini, Selvatico, Martini, a cura di Fabrizio Malachin e promossa dal Comune di Treviso. L’esposizione si snoda su tre piani, in tredici sale, che accolgono 130 opere, accompagnate da abiti, cappellini, borsette, ventagli e accessori d’epoca, attraverso cui si intende raccontare come tra il tramonto dell’Ottocento, i decenni della Belle Époque europea, e lo scoppio della Grande Guerra e il primo dopoguerra le donne fossero al centro della scena, facendosi raffigurare spesso a grandezza naturale in abiti scintillanti e sicure di sé. Si facevano ritrarre dagli artisti più in voga, tra cui Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Ettore Tito, Giulio Ettore Erler, Lino Selvatico: un ritratto eseguito da un grande artista era uno status symbol per la donna raffigurata.

Nei tre piani espositivi, la narrazione prende le mosse da Treviso all’affacciarsi della modernità, con un’ enorme pianta della città del 1917 di Antonio Monterumici, una veduta che fotografa le novità urbanistiche, edilizie e architettoniche di un centro che ha avviato il suo rinnovamento. Vengono poi introdotti i tre artisti impegnati nel genere del ritratto femminile e legati alla città: Lino Selvatico, Giulio Ettore Erler, Alberto Martini (dei quali ricorre nel 2024 l’anniversario della scomparsa). Il ritratto è simbolo di successo economico e di prestigio della nuova borghesia, che si esprime anche nell’abbigliamento e negli accessori alla moda, gli stessi rappresentati nelle opere degli artisti: fin dalla prima sala vengono infatti proposti accostamenti tra opere e abiti, con alcune sezioni speciali dedicate a ventagli, cappelli e borsette. Anche alcune attività sono simbolo della nuova borghesia: una sala è quindi dedicata al ritratto all’amazzone e un’altra alla bicicletta. Gli abiti sono qui accompagnati da alcuni manifesti della Collezione Salce che pubblicizzano prodotti raffigurando donne a cavallo o in bicicletta. Non manca inoltre una sala dedicata agli Italiens de Paris, quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos.

I grandi saloni al primo piano sono invece dedicati ai grandi ritratti e alle divine. Si inizia da un omaggio ad Alberto Martini. Dominano i ritratti di Wally Toscanini e Emanuele di Castelbarco, passando per i ritratti di Maria Martini e altre opere inedite, come i pastelli con Diana e Isotta: opere che intendono raccontare anche l’evoluzione stilistica da un ritorno all’ordine agli esiti surrealisti. Ad aprire la sezione delle grandi protagonista è la marchesa Casati, alla quale è riservata un’apposita sezione. Prende poi il via una rassegna di capolavori dedicati alle donne che raggiunsero il successo nei teatri, nell’emergente arte del cinema e nei varietà: da Polymnia di Lavery alla Reiter di Grosso, Cavalieri di Tallone, fino alla Gauthier di Scomparini.
La narrazione prosegue riservando alcune sale a particolari focus, come il rapporto donna/specchio, il doppio, la lussuria, la superbia, la vanità, l’orgoglio, ma anche la verità, l’eternità, l’intelligenza, la trasparenza. Alcuni ritratti raffigurano inoltre le donne accompagnate da un cane, simbolo di fedeltà, o da una scimmietta, simbolo negativo ma da leggersi come status symbol della ricchezza della famiglia che spesso teneva animali esotici da esibire in occasioni di ricevimenti. Un’ulteriore sala è riservata a quattro grandi ritratti inediti di Lino Selvatico, restaurati in occasione della mostra, che raffigurano i componenti di una famiglia borghese lombarda: il capofamiglia, Roberto Frigerio, è posto accanto a un ritratto maschile di Boldini. A chiudere idealmente la rassegna è l’afroamericana Joséphine Baker, cantante e danzatrice naturalizzata francese, considerata la prima celebrità di colore. Dopo gli esordi negli Stati Uniti, la Baker si trasferì a Parigi dove raggiunse fama ed enorme successo, suggellato dall’ottenimento della nazionalità francese (1937) e, a seguito dell’impegno nella Resistenza, della Legion d’Onore, la più alta onorificenza dello Stato francese. Usò la sua popolarità nella lotta contro il razzismo e a favore dell’emancipazione delle minoranze: fu al fianco di Martin Luther King durante la famosa marcia per il lavoro e la libertà del 1963 a Washington.

Il progetto espositivo nasce anche dalla recente acquisizione da parte dei Musei Civici di Treviso del vasto nucleo di opere, tra dipinti, bozzetti, disegni, incisioni, schizzi e lavori giovanili e preparatori, di Lino Selvatico di proprietà della famiglia, in forma di comodato gratuito e, in parte, di donazione. “Si tratta di oltre cinquanta dipinti e circa trecento opere grafiche, a cui vanno ad aggiungersi stampe e fotografie usate dall’artista per studio e soprattutto l’archivio privato del pittore, costituito da 25 faldoni di documenti, diari e lettere manoscritti, per lo più inediti, fotografie di famiglia, l’archivio personale e la biblioteca personale di 1200 volumi”, spiega il curatore Fabrizio Malachin, direttore dei Musei Civici trevigiani. “Questo nucleo non è attualmente esposto, in questa occasione una scelta delle migliori opere viene quindi presentata per la prima volta”. Delle 130 opere esposte, venticinque appartengono al museo trevigiano o in deposito a lungo termine; grandi dipinti sono stati concessi in prestito da più di cinquanta musei e collezioni pubbliche e private.

“Dopo le fortunate retrospettive su Canova e Arturo Martini e Juti Ravenna, con questa mostra intendiamo approfondire l’indagine sui nostri migliori artisti attivi tra ’800 e ’900”, ha affermato il sindaco di Treviso Mario Conte. “Quello è stato infatti un periodo particolarmente vivace per Treviso sia dal punto di vista economico, con il nascere di imprese e attività economiche di successo, e con esse di una borghesia facoltosa, ma anche artisticamente propulsive. Basti pensare a quel gruppo di giovani che si ritrovava attorno a Gino Rossi e ad Arturo Martini. Per questi ultimi, così come per tutti i veri protagonisti, l’ambiente veneziano rimane il primo punto di riferimento, ma con la tendenza a confrontarsi con gli ambienti più alla moda, Milano, Monaco e Parigi in particolare. Treviso riafferma, ancora una volta, il suo ruolo nell’arte con una grande mostra, promuovendo le proprie bellezze e peculiarità facendo conoscere i suoi migliori interpreti in una continua indagine volta ad arricchire il panorama culturale”.

“La mostra”, conclude Maria Teresa De Gregorio, assessore ai Beni Culturali e Turismo del Comune di Treviso, “prende le mosse proprio dall’attività di due protagonisti della scena trevigiana e veneta di quell’epoca che l’Istituto desidera far riscoprire al grande pubblico nel centesimo e nel sessantesimo anniversario della morte: Lino Selvatico (Padova, 20 luglio 1872 - Treviso, 25 luglio 1924) e Giulio Ettore Erler (Oderzo, 20 gennaio 1876 - Treviso, 9 gennaio 1964). Artisti celebri, in particolare per i grandi ritratti femminili, fino ai nudi sensuali ma mai volgari, che hanno raccontato il nascere di quel ’piccolo’ mondo borghese veneto. Le loro opere sono una finestra su un’epoca romantica, affascinante, mondana ma anche decadente. Entrambe sono legati a Treviso per le vicende biografiche personali e artistiche”.

Per info: https://www.museicivicitreviso.it/it

Orari: Da martedì a domenica dalle 10 alle 18.
Biglietti: Il biglietto comprende la visita alla mostra e l’accesso al Museo Santa Caterina. Intero 12 euro; ridotto 10 euro per gruppi composti da almeno 10 persone paganti, visitatori over 65, associazioni convenzionate, studenti universitari e di Accademie di Belle Arti, partecipanti a iniziative didattiche del Museo. Gratuito fino a 18 anni e per persone con disabilità e loro accompagnatori, per guide autorizzate, giornalisti con tessera, accompagnatori di scolaresche (fino a due per ogni classe), un accompagnatore per ogni gruppo (minimo 10 persone) e per membri ICOM.

Giulio Ettore Erler, I tre vizi (collezione privata)
Giulio Ettore Erler, I tre vizi (collezione privata)
Giulio Ettore Erler, Ritratto della signorina Rita Tibolla, La signorina col cane (collezione privata)
Giulio Ettore Erler, Ritratto della signorina Rita Tibolla, La signorina col cane (collezione privata)
Lino Selvatico, Signora in giallo (collezione privata)
Lino Selvatico, Signora in giallo (collezione privata)
Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini (collezione privata)
Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini (collezione privata)
Alessandro Milesi, Ritratto di gentildonna (collezione privata)
Alessandro Milesi, Ritratto di gentildonna (collezione privata)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraDonna in scena
CittàTreviso
SedeMuseo Santa Caterina
DateDal 13/04/2024 al 28/07/2024
ArtistiArturo Martini, Giovanni Boldini, Ettore Tito, Vittorio Corcos, Lino Selvatico, Giulio Ettore Erler
CuratoriFabrizio Malachin
TemiNovecento, Ottocento

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