Il Museo Nivola di Orani (Nuoro) presenta dal 16 settembre 2023 al 5 febbraio 2024 la prima grande retrospettiva dell’artista surrealista Bona de Mandiargues, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Caterina Ghisu. Artista e scrittrice, la sua singolare vicenda, mai in precedenza ricostruita, ne fa, insieme a Leonora Carrington, Meret Oppenheim, Dorothea Tanning, Dora Maar o Remedios Varo, una delle protagoniste del panorama di un surrealismo “al femminile” oggi al centro dell’attenzione di critica e pubblico. La sua opera nasce da una ricerca di sé che trova nei temi della metamorfosi, del totemismo animale e del fantastico i mezzi per esprimere un’identità divisa e frammentata. Affascinante e molto ammirata, Bona s’identifica tuttavia, almeno a partire dagli anni Settanta, con la lumaca, animale ermafrodita e figura ambivalente, incarnazione dell’informe surrealista. Per l’artista, la lumaca è simbolo dell’androgino, di fragilità e forza e della sua mente inquieta.
Dal titolo Bona de Mandiargues. Rifare il mondo, la mostra, basata su estese ricerche d’archivio, intende ricostruire l’itinerario di Bona de Mandiargues attraverso settantuno opere comprese tra il 1950 e il 1997, provenienti dalla collezione degli eredi dell’artista e da raccolte private e pubbliche, tra cui la Fondazione Intesa San Paolo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Il percorso espositivo si apre con preziosi dipinti che segnano l’avvicinamento dell’artista all’immaginario surrealista, per poi proseguire con i paesaggi infuocati del 1955-56, influenzati da un viaggio nell’Alto Egitto, e con le opere astratte dalle paste spesse e materiche dalla seconda metà degli anni Cinquanta fino ai primi Sessanta, quando la suggestione della cultura messicana aggiunge nuovi elementi al suo immaginario.
Vague à l’âme è il quadro che inaugura nel 1958 la serie dei collage tessili, in cui la sperimentazione tecnica e la ricerca formale sono veicoli di un’indagine introspettiva che porta alla luce traumi e pulsioni dal profondo. La Lezione sessuale (1962), l’imponente Trittico delle Nascite, (1965), dai toni primitivisti, e La Diana cacciatrice e cacciata (1968) sono alcuni dei dipinti chiave di questa fase. Un immaginario denso di riferimenti simbolici e una tavolozza dalle tinte psichedeliche caratterizzano un gruppo di tele dipinte intorno al 1968, legate al secondo viaggio in Messico.
Se il ricordo della pittura metafisica riemerge negli anni Settanta, con omaggi a De Chirico, Savinio e Magritte (Il gallo Toledo, Celeste Empire, 1975), nel decennio successivo il clima italiano del “ritorno alla pittura” non rimane estraneo a tele come il Ritratto dell’attrice erotica e gallerista Sylvia Bourdon (1980) e Il canto della creazione (1980).
La maturità dell’artista vede lo sviluppo dei filoni di ricerca già avviati, mentre s’intensifica la presenza dell’immagine simbolo della lumaca, proiezione dell’artista, e quella del tema del ritratto (Omaggio a Unica Zürn, 1980) e dell’autoritratto.
Quest’ultimo, centrale nella ricerca dell’artista, conosce nella mostra diversi importanti esempi, dal piccolo autoritratto giovanile a quello flamboyant del 1968 al volto ieratico e stilizzato di Bona à Mexico (1991), fino a quello del 1994 che mostra il volto di Bona moltiplicato e scomposto in dettagli, specchio della continua tensione, nell’opera dell’artista, tra la frammentazione del soggetto e la sua affermazione, che trova un’eco nelle potenti autorappresentazioni simboliche de La Femme Montagne e Ma Main (1991).
Per info: http://museonivola.it
Immagine: Bona de Mandiargues, La volta, dettaglio (1952; olio su tela, 22 x 16 cm) © Sibylle de Mandiargues. Foto di Andrea Mignogna
Titolo mostra | Bona de Mandiargues. Rifare il mondo | Città | Orani | Sede | Museo Nivola | Date | Dal 16/09/2023 al 05/02/2024 | Artisti | Bona de Mandiargues | Curatori | Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Caterina Ghisu | Temi | Novecento, Surrealismo |
Al Museo Nivola la prima grande retrospettiva della surrealista Bona de Mandiargues |