Dall’8 novembre 2024 al 2 marzo 2025 il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Torino accoglie la mostra Giorgio de Chirico: 1924, a cura di Victoria Noel-Johnson. L’esposizione pone l’attenzione sugli eventi intorno al 1924, anno della pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton: concentrandosi sull’arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra intende evidenziare l’importanza del ruolo di de Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, di cui quest’anno ricorre il centenario, nonché analizzare il suo complicato rapporto con André Breton, fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì). Breton, che scoprì la pittura metafisica di de Chirico nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con l’artista alla fine del 1921, coinvolgendo Éluard e sua moglie Gala. Tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline. Mentre de Chirico e gli Éluard si conobbero a Roma durante l’inverno del 1923-1924, Breton e de Chirico si incontrarono per la prima volta soltanto verso la fine dell’ottobre del 1924 a Parigi. In quell’anno, si avviò un’intensa frequentazione, documentata dalla celebre foto di gruppo scattata da Man Ray al Bureau de recherches surréalistes (ottobre 1924), scattata pochi giorni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton.
Il rapporto tra de Chirico e il gruppo dei Surrealisti, segnato da una serie di collaborazioni professionali e di amicizia, si inasprì rapidamente nel corso del 1925, con una rottura definitiva nel 1926. Il culmine fu raggiunto con la dichiarazione pubblica di Breton secondo cui de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918. Per i Surrealisti, il suo improvviso cambiamento avvenuto dal 1919 a favore del Classicismo e dei grandi maestri, era inspiegabile e inferiore rispetto al geniale splendore della sua prima pittura metafisica degli anni Dieci, una critica parzialmente spiegata da un conflitto di interessi: i Surrealisti erano proprietari della maggior parte delle opere dechirichiane del primo periodo metafisico (1910-1918). In realtà la sofisticazione intellettuale, l’eccellenza tecnica e l’innovazione creativa delle opere di de Chirico realizzate durante il periodo 1921-1928, dimostrano l’esatto contrario da quanto affermato da Breton. I visitatori troveranno in mostra una ricca selezione di opere realizzate durante la permanenza del pittore in Italia tra Roma e Firenze (databili 1921- 1925), seguita dal suo secondo soggiorno parigino (databile fine 1925 – 1928). Nonostante lo sfondo di crescenti polemiche e critiche da parte dei Surrealisti, il pubblico avrà la possibilità di scoprire come de Chirico continuò a realizzare nuove serie dai soggetti innovativi, come Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologhi e Trofei. Presenti anche Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928).
Il pittore si accostò al Classicismo in maniera evidente dal 1919 al 1925: lo si evince dalla Lucrezia del 1921 circa, dall’Autoritratto con la madre del 1922, e dall’Autoritratto del 1925, dai quali traspare la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento. L’elemento della sua continuità dell’opera metafisica degli anni Dieci è illustrata, ad esempio, da Natura morta con cocomero e corazza (1922), L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco) (1922), o La mia camera nell’Olimpo (1927), dove, in un’atmosfera fantastica ed enigmatica, compaiono, uno accanto all’altro, oggetti accostati apparentemente in maniera casuale. Oppure i Facitori di Trofei (1926-1928), chiara evoluzione del primo periodo metafisico di de Chirico, in cui convivono elementi del passato e del presente: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi-manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”. Inoltre, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli Interni ferraresi e i Manichini.
La mostra di Torino espone oltre settanta opere, di cui una cinquantina di dipinti e opere su carta di Giorgio de Chirico, affiancate a una ventina di ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti, fotografati da Man Ray e Lee Miller, tutte provenienti da collezioni private o da importanti musei ed istituzioni, come la GNAM di Roma, il MART di Trento, l’Unicredit Art Collection di Milano, la Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano, la Casa Museo Rodolfo Siviero di Firenze, il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese di Roma, l’Istituto Matteucci di Viareggio, la Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck di Roma e il Lee Miller Archives dell’East Sussex, UK. Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, sarà inoltre esposto per la prima volta il carteggio de Chirico - Breton (1921-1925), inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica di un’opera del periodo metafisico, quella de Le muse inquietanti del 1918.
Per info: www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Orari: Martedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 18; giovedì dalle 10 alle 20; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì.
Immagine: Giorgio de Chirico, Cavalli antichi (1927; olio su tela, 32,5 x 45 cm; Collezione privata) © Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Titolo mostra | Giorgio de Chirico: 1924 | Città | Torino | Sede | Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto | Date | Dal 08/11/2024 al 02/03/2025 | Artisti | Giorgio de Chirico | Curatori | Victoria Noel-Johnson | Temi | Surrealismo, Metafisica |
De Chirico e il suo rapporto con il Surrealismo: una mostra a Torino esplora il tema |