Musée d'Orsay, una grande mostra sui maestri del manifesto illustrato. È la prima a Parigi di questa portata


Al Musée d’Orsay la mostra “L’art est dans la rue” ripercorre attraverso quasi 230 opere l’ascesa del manifesto illustrato nella Parigi della seconda metà dell’Ottocento. Mai prima d’ora la capitale francese aveva dedicato un’esposizione di tale portata a questo fenomeno sociale e artistico. 

Dal 18 marzo al 6 luglio 2025 il Musée d’Orsay accoglie la mostra L’art est dans la rue, a cura di Élise Dubreuil, conservatrice capo Arti decorative del Museo d’Orsay, Sandrine Maillet, responsabile delle collezioni di manifesti alla Bibliothèque nationale de France, Anne-Marie Sauvage, conservatrice generale della biblioteca, Clémence Raynaud, conservatrice capo Architettura del Museo d’Orsay. Realizzata in collaborazione con la Bibliothèque nationale de France, la mostra ripercorre attraverso una straordinaria raccolta di quasi 230 opere l’ascesa del manifesto illustrato nella Parigi della seconda metà dell’Ottocento. Mai prima d’ora la capitale francese aveva dedicato un’esposizione di tale portata a questo fenomeno sociale e artistico, riunendo un numero così significativo di capolavori firmati dai grandi maestri del manifesto: Bonnard, Chéret, Grasset, Mucha, Steinlen, Toulouse-Lautrec...

Pensata come un viaggio immersivo nel panorama visivo della Parigi ottocentesca, l’esposizione analizza l’epoca d’oro del manifesto artistico e i mutamenti sociali e culturali che ne hanno favorito l’evoluzione. Il tutto si sviluppa in un dialogo con una collezione unica di manifesti, dipinti, fotografie, costumi, sculture e oggetti d’arte decorativa, evocando l’effervescente vitalità della vita urbana di fine secolo.

La strada come palcoscenico dell’arte

Nel contesto sociale, culturale e artistico dell’epoca, la strada assume molteplici ruoli: è un luogo di vita, uno spazio espositivo e un oggetto di rappresentazione. Tra il 1880 e il 1900, il manifesto diventa lo specchio delle fantasie e delle realtà di un’epoca in trasformazione. Frutto del progresso tecnologico e dell’emergente società dei consumi, si afferma progressivamente come un campo d’espressione per alcuni dei più grandi artisti del tempo.

Jules Chéret, soprannominato dalla stampa “il re del manifesto”, apre la strada a una nuova generazione di autori d’eccezione: Henri de Toulouse-Lautrec, Eugène Grasset, Alphonse Mucha, Théophile Alexandre Steinlen e i Nabis – tra cui Pierre Bonnard, Henri-Gabriel Ibels, Edouard Vuillard e Félix Vallotton – vengono celebrati come innovatori del genere. Il manifesto moderno conquista rapidamente il pubblico e la critica, che ne esalta sia l’impatto visivo sia la capacità di rendere l’arte accessibile a tutti. Parallelamente, queste opere iniziano a essere apprezzate non solo come strumenti pubblicitari, ma anche come oggetti da collezione ed esposizione. La mania dei manifesti si diffonde tra i collezionisti d’arte, mentre mercanti specializzati come Edmond Sagot avviano la vendita di affiches, conferendo loro un valore paragonabile a quello delle stampe artistiche.

Théophile Alexandre Steinlen. Imprimerie Charles Verneau (Paris) Affiches Charles Verneau, La Rue (1896; Parigi, Bibliothèque nationale de France, département des Estampes et Photographie) © Photo BnF
Théophile Alexandre Steinlen. Imprimerie Charles Verneau (Paris) Affiches Charles Verneau, La Rue (1896; Parigi, Bibliothèque nationale de France, département des Estampes et Photographie) © Photo BnF

Il manifesto come espressione sociale

Sul finire dell’Ottocento, con il mito nascente della Belle Époque, l’immagine della strada cambia radicalmente: da spazio di tensioni sociali e povertà diventa il simbolo di un mondo fatto di piaceri, svago e nuove abitudini di consumo. I manifesti raccontano questa trasformazione, immortalando la crescente popolarità dei cabaret, la nascita dello sport come fenomeno di massa e l’esaltazione della femminilità. Diffusi nelle strade e visibili a tutti, questi manifesti incarnano l’ideale di un’“arte per tutti”, accessibile e democratica.

Parallelamente, gli ambienti anarchici e libertari giocano un ruolo chiave nell’introduzione delle prime immagini politiche sui muri e nello spazio pubblico. Inizialmente legate alla pubblicità della stampa militante, queste rappresentazioni grafiche si evolvono nel tempo, diventando uno strumento di comunicazione incisivo e di grande impatto visivo. All’inizio del XX secolo, artisti come Jules Grandjouan sperimentano un linguaggio pensato per catturare l’attenzione dell’opinione pubblica nel contesto urbano. Questa nuova forma espressiva, che rompe con l’estetica intima delle vignette giornalistiche, influenzerà profondamente lo sviluppo del manifesto politico nei decenni successivi.

Jules Chéret, Bal du Moulin rouge (1889) © Bibliothèque nationale de France
Jules Chéret, Bal du Moulin rouge (1889) © Bibliothèque nationale de France

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraL'art est dans la rue
CittàParigi
SedeMusée d'Orsay
DateDal 18/03/2025 al 06/07/2025
CuratoriElise Dubreuil, Sandrine Maillet, Anne-Marie Sauvage, Clémence Raynaud
TemiOttocento, Parigi, Manifesti

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte