Per il MUDEC - Museo delle Culture di Milano Adrian Paci (Scutari, Albania, 1969) ha realizzato un’installazione site-specific, visibile fino al 21 settembre 2025 nell’Agorà del museo, come anticipazione della mostra Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore, che sarà inaugurata a marzo 2025. Curata da Sara Rizzo e Katya Inozemtseva, l’installazione Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo trasforma la grande vetrata dell’Agorà in un potente specchio d’acqua grazie a chiaroscuri azzurro verdastri che evocano i colori del mare.
La texture di questi azzurri è quella dei retini tipografici delle immagini stampate sui giornali: immagini associate a notizie tragiche di naufragi che raccontano di vite spezzate nel tentativo di attraversare i mari. Ingrandendo le porzioni di mare presenti in queste fotografie di cronaca, Adrian Paci l’artista cancella ogni elemento informativo, trasformando l’Agorà in un grande acquario carico di tragedie implicite che amplifica il dramma umano dietro queste storie. Paci sottolinea l’impotenza dei media di fronte al dolore umano.
Le opere di Adrian Paci, influenzate dalla storia dell’arte e da un forte senso di osservazione sociale, si concentrano su temi quali il viaggio, l’attesa, l’attraversamento e il rapporto con il luogo e il tempo dell’origine. Attraverso questa installazione, Paci vuole creare un intervento delicato ma profondo, in grado di integrarsi armoniosamente con l’architettura del MUDEC, ma anche di spingere il pubblico a riflettere sulla condizione umana.
“Il mio non è un lavoro sul tema dell’immigrazione. Non credo all’arte su qualcosa”, sottolinea Paci. “Penso che l’arte nasca da un incontro, un attraversamento che regala esperienze, fantasie, immagini, storie, suoni, forme (anche illusorie). Portare queste esperienze nel territorio della forma tattile dell’opera e far diventare il lavoro stesso fonte di una nuova esperienza sia estetica che di pensiero e riflessione è stata una delle preoccupazioni principali nel mio lavoro come artista”.
Questo progetto è stato reso possibile grazie al supporto di 24 ORE Cultura, alla collaborazione con Fondazione Deloitte, con la partecipazione di ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana e di nctm e l’arte, un progetto di ADVANT Nctm.
“Dopo le installazioni di Cory Arcangel e Mariana Castillo Deball, il MUDEC in collaborazione con 24Ore Cultura e Deloitte realizza una terza opera di scala monumentale riferita in questo caso al tema del viaggio migratorio e in particolare alle tragedie degli attraversamenti del Mediterraneo”, ha dichiarato Marina Pugliese, direttrice del Museo delle Culture. "Con Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo, Adrian Paci trasforma l’Agorà in una gigantesca superficie istoriata con frammenti di immagini di naufragi. Il pubblico si immerge e si perde in uno spazio azzurro in cui fluttuare e riflettere. Un’opera delicata e tragica al tempo stesso grazie a cui il Museo delle Culture ripensa un tema centrale per i musei etnografici".
“Adrian Paci non ci mostra il disastro, né i sommersi e i salvati, sceglie piuttosto il dettaglio che accomuna tutte le storie raccontate, a volte protagonista della fotografia, altre relegato a sfondo: il mare. I tagli isolano un particolare poetico da un’immagine drammatica e restituiscono fuori scala la resa ruvida e granulosa della carta stampata, dove il retino diventa volutamente visibile, tratto distintivo della composizione”, spiega la curatrice Sara Rizzo. “È possibile accostare l’installazione di Paci ai panorami, i grandi dipinti circolari in voga nell’Europa del XIX secolo. Questa volta però lo spazio immersivo documenta non un paesaggio reale ma politico, composto da 250 tessere che testimoniano la ricerca della libertà, la durezza della realtà, la riflessione etica di cui tutti facciamo parte”.
“Adrian Paci è stato uno dei primi a introdurre nella pratica artistica il viaggio/movimento, inteso come esperienza profonda ed esistenziale che cambia molte vite umane. I viaggi reali e simbolici, l’emigrazione, gli stati transitori dell’individuo e della società, i giochi della memoria personale e collettiva: tutto questo si trova al centro dell’attenzione di Paci. La sua arte è sempre rivolta alla contemporaneità, è profondamente politica, e in questo senso il progetto al MUDEC rappresenta di fatto una concentrazione del metodo di Paci”, conclude la curatrice Katya Inozemtseva.
Orari: Lunedì dalle 14.30 alle 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30.
Foto di Sara Rizzo.