Monza, alla Villa Reale la grande mostra sugli Yōkai, i mostri giapponesi


Dal 30 aprile al 21 agosto 2022, la Villa Reale di Monza accoglie la mostra “Yōkai. Le Antiche Stampe dei Mostri Giapponesi”.

Dal 30 aprile al 21 agosto 2022, la Villa Reale di Monza ospita la mostra Yōkai. Le Antiche Stampe dei Mostri Giapponesi, a cura di Paolo Linetti: una rassegna che raduna xilografie, rari libri antichi, abiti storici, armi tradizionali, un’armatura samurai e la preziosa collezione Bertocchi composta da 77 netsuke, piccole sculture in avorio, finora mai esposte al pubblico, per raccontare le storie degli Yōkai, gli antichi mostri giapponesi. La mostra si aprirà con una sala immersiva che farà rivivere al visitatore l’esperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai. A Villa Reale esposto anche un rotolo a scorrimento lungo 10 metri, anche questo esposto per la prima volta, che racconta la vicenda di Shutendoji, una creatura mitologica (Oni) a capo di un esercito di mostri che infestava il monte Oe nei pressi di Kyoto.

La mostra, ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, con il patrocinio del Comune di Monza, presenta duecento opere del XVIII e XIX secolo. Alla base della mostra è il rituale delle cento candele che, ispirandosi a una leggendaria prova di coraggio iniziata da alcuni samurai nel XVII secolo, fa avanzare il visitatore attraverso una narrazione ideata per stimolare il suo coinvolgimento, non solo in termini didattici, ma anche emotivamente. Il rituale iniziava dopo l’ora del tramonto: i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ogni samurai raccontava una storia agli altri compagni con l’obiettivo di spaventarli con racconti popolati di mostri appartenenti alla tradizione giapponese. Le Jorogumo, avvenenti donne che rivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni; i Tanuki, simpatici tassi trasformisti; i Bakeneko, gatti mostruosi; i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti; le Ningyo le sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza o morte atroce; Okiku, il fantasma inconsolabile che cerca il decimo piatto a lei rubato... al termine della storia di paura, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Sono i mostri di queste storie, rappresentati nelle magnifiche opere dei più famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo, che impreziosiscono il percorso che condurrà il visitatore in un viaggio tra gli spiriti, le creature e i mostri del folklore nipponico: creature a volte grottesche, altre dispettose, spesso e volentieri spaventose, che abitano da sempre l’immaginario collettivo e il quotidiano degli uomini e delle donne giapponesi, tutti ben consapevoli di coesistere e di venire in contatto con questi esseri inquietanti. Yōkai (mostri), Bakemono (mostri mutaforma), Yurei (spettri e ritornanti) popolano le xilografie in mostra, insieme a draghi, orchi, volpi trasformiste, fatali mici mannari, spettri, rospi vampiri. Tra questi Yōkai, il cui termine indica letteralmente i mostri, s’incontrano i Kodama, spiriti delle piante, gli Omukade (centopiedi giganti e velenosi), gli immensi Kaiju (bestie solitamente provenienti dal mare), gli Oogumo (ragni delle caverne dalle dimensioni di vitelli che prosciugano i dormienti), volpi trasformiste, i Bakeneko (gatti mannari-mammoni a due code), i Gama (rospi vampiri); o ancora i Bakemono, mostri mutaforma per nascita come le Jorogumo (donne ragno), i Tanuki (tassi) e le Kitsune (volpi).

Il percorso espositivo, suddiviso in undici sezioni, è pensato come un viaggio all’interno dell’immaginario giapponese, e si apre con una sala immersiva che farà rivivere al pubblico l’esperienza della tradizionale prova di coraggio dei samurai del Rituale delle cento candele. I visitatori fanno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele che rivela la presenza delle opere. Le candele si spengono poi una ad una accompagnate dalla voce roca di un attore che impersona il fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso Yōkai nella notte. Il Rituale delle cento candele ebbe una grande influenza sul mondo dell’editoria. Alla Villa Reale si trovano alcuni preziosi volumi riccamente illustrati che raccolgono le leggende narrate in queste occasioni, oltre a un importante nucleo di xilografie policrome che davano forma ai racconti, realizzate dai più famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo. Ognuno di questi autori era specializzato nel suscitare un diverso sentimento in chi le osservava; è così che Tsukiyoka Yoshitoshi, ultimo grande maestro dell’Ukiyo-e, sapeva rendere l’opera sanguinosa e terrificante, come ne l’Uccisione del vecchio Tanuki da parte di Naoyuki nel palazzo di Fukujima; Kuniyoshi Utagawa era in grado di rendere la scena spaventosa e di forte impatto visivo, come nel trittico La principessa strega Takiyasha e lo scheletro [del padre] da Storia di Utö Yasutaka, in cui l’enorme scheletro incombe su tutto l’impianto compositivo; d’altro canto, Chikanobu Yoshu è noto per la massima tensione psicologica che sapeva infondere nei suoi lavori, Kyosai Kawanabe per l’atmosfera divertente e grottesca, mentre Kunisada, con la sua onnipresente e posata grazia, era invece l’autore ideale per generare empatia verso protagoniste tragiche e romantiche.

La rassegna monzese propone un’intera sezione dedicata alla collezione Bertocchi che, per la prima volta, espone 77 netsuke, statuine in avorio e legno che le donne dell’alta borghesia e della nobiltà chiamavano con orgoglio “i bottoni giapponesi”, già conosciuti a partire dal XVII secolo, che venivano usati come elemento accessorio dei kimono per ancorare oggetti come contenitori, borsellini, tabacchiere e altro. La varietà della raccolta è documentata da una vasta eterogeneità di esemplari: dagli shishi, talismani a forma di leoni canidi che allungavano la vita, agli oni intenti ad aggrapparsi a un elefante, o a un vecchio saggio che cavalca una carpa a molti altri ancora.

L’iniziativa si completa con una sezione prodotta dalla casa editrice Hop!, con le opere di Loputyn, nome d’arte di Jessica Cioffi, l’illustratrice bresciana seguita come una rockstar da una vivace nicchia di hotaku appassionati di manga, che propone sei tavole originali, create per l’occasione che s’ispirano e interpretano altrettante leggende giapponesi. Ogni illustrazione presenterà in chiave contemporanea un racconto e un mostro grazie allo stile che la caratterizza in maniera inequivocabile. Tutte le sei illustrazioni creeranno un piccolo volume realizzato da HOP! e venduto esclusivamente presso la mostra e poi mai più, diventando di fatto un oggetto raro da collezione. Una serie di eventi collaterali collegati alla mostra animeranno i mesi estivi con conferenze, workshop, concerti e visite guidate. Accompagna la mostra un catalogo Skira, partner editoriale della mostra grazie alla realizzazione e alla produzione di un volume di pregio che presenta grandi riproduzioni delle opere della mostra, i segreti le curiosità e le leggende ad esse collegati, in collaborazione con Vertigo Syndrome e con la curatela di Paolo Linetti.

“Dopo molti anni di esperienze e consulenze artistiche”, racconta Chiara Spinnato, fondatrice di Vertigo Syndrome, “ho deciso di investire in una società che rispecchi pienamente la mia visione, il mio entusiasmo e la mia metodologia di lavoro. Voglio creare una mediazione tra le conoscenze approfondite degli studiosi, le esigenze degli spazi espositivi, e ciò di cui ha realmente bisogno il pubblico delle mostre: conoscenza attraverso l’esaltazione del divertimento, apprendimento che sia anche e soprattutto stupore e rapimento. Quello che rende stellare una mostra non è soltanto ciò che viene esposto, ma anche il percorso che il visitatore compie all’interno di essa, che deve essere adattato appositamente per ogni luogo o città che lo ospita. Per me è stato molto importante iniziare il cammino della mia società producendo una mostra dai contenuti eccezionali, frutto di un grande lavoro di ricerca e di collaborazione con un esperto della cultura giapponese come Paolo Linetti. Ho scelto di partire dalla città dove vivo, di cui conosco la storia e le meravigliose ricchezze artistiche e naturalistiche, e ritengo abbia grandissime potenzialità di crescita dal punto di vista culturale e turistico. Il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza si è fidato della mia esperienza e spero che questo sia solo l’inizio di una stimolante collaborazione futura”.

“La mostra, frutto di uno studio che ha messo a confronto storici dell’arte, studiosi del folklore giapponese e professori di mitologia greca, teologia, leggende e storia della scienza occidentale, permetterà al visitatore di conoscere in modo approfondito le creature affascinanti, bizzarre e assolutamente non comuni che popolano le leggende giapponesi”, spiega il curatore Paolo Linetti. “Molti di questi spiriti provengono direttamente dalle pagine della mitologia e della cultura popolare, trasmessa attraverso le generazioni. Creature spaventose con poteri soprannaturali, alcune malvagie, altre benevole, alcune che preferiscono vivere in aree selvagge ed evitare gli esseri umani, altre invece che scelgono di vivere vicino, o tra di essi. I segreti di questo mondo saranno rivelati alla Villa Reale in un percorso che raccoglie stampe, libri antichi, abiti, armi, spade, un’armatura samurai, oltre a un nucleo mai visto di 77 preziosi netsuke”.

“Apriamo le porte della Villa Reale ai linguaggi artistici ed espressivi in tutte le loro forme”, dichiara Dario Allevi, Sindaco di Monza e Presidente del Consorzio della Villa Reale e del Parco. “È un interessante viaggio in grado di entusiasmare i tanti appassionati del mondo lontano dei Samurai. In questo caso la tradizione sfonda i confini della leggenda, supportata da un’approfondita documentazione storica. Pur spaziando in una sfera culturale diversa dalla nostra mi piace sottolineare che gli organizzatori di questa mostra hanno radici salde qui a Monza: ringrazio Vertigo Syndrome, fondata solo pochi mesi fa, che ha scelto di produrre la sua prima esposizione nella nostra città: un bel segnale di capacità imprenditoriale e di vivacità intellettuale”.

La mostra apre il venerdì dalle 15 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10:30 alle 20. Biglietti: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Biglietto cumulativo Mostra Yokai + Villa Reale € 15,00. Ridotto Scuole € 5,00.

Immagine: Kuniyoshi Utagawa, La principessa strega Takiyasha e lo scheletro del padre (1844 circa)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraYōkai. Le Antiche Stampe dei Mostri Giapponesi
CittàMonza
SedeVilla Reale
DateDal 30/04/2022 al 31/08/2022
CuratoriPaolo Linetti
Temiarte giapponese

Monza, alla Villa Reale la grande mostra sugli Yōkai, i mostri giapponesi
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