L'arte di Sawangwongse Yawnghwe, artista birmano in esilio, è in mostra a Lucca


A Lucca, la Fondazione Ragghianti presenta un’esposizione dedicata all’opera di Sawangwongse Yawnghwe, artista birmano in esilio, che racconta attraverso simboli potenti il conflitto tra tirannia e democrazia in Birmania, con riferimenti all’arte europea.

Dal 21 settembre al 3 novembre 2024, la Fondazione Ragghianti di Lucca ospita la mostra Burma. L’arte di Sawangwongse Yawnghwe fra Birmania ed Europa, personale dell’artista birmano Sawangwongse Yawnghwe, noto come Sawang. L’esposizione, curata da Max Seidel e Serena Calamai e realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la partnership del Kunsthistorisches Institut di Firenze, propone oltre sessanta opere dell’artista birmano: le sue creazioni riflettono la complessità di un paese, il Myanmar (già noto come Birmania), dilaniato dal conflitto, raccontando il dramma birmano con un linguaggio artistico che dialoga con la storia e la cultura dell’Europa.

Sawang rappresenta le tragedie che hanno segnato la Birmania negli ultimi decenni con una visione altamente simbolica, spesso ispirata alle incisioni di Francisco Goya. Le sue opere non si limitano a documentare il conflitto tra democrazia e tirannia che da oltre mezzo secolo affligge il paese, ma intendono esprimere in modo viscerale le sofferenze di un popolo oppresso. Nato in una zona controllata dai ribelli nello Stato di Shan, Sawang porta nelle sue tele le esperienze della sua stessa famiglia: suo nonno, Sao Shwe Thaik, fu il primo presidente della Birmania dopo l’indipendenza britannica, ma fu ucciso nel colpo di stato militare del 1962. Suo padre e sua nonna, in risposta, fondarono un movimento di resistenza. Sawang, cresciuto in esilio, ha vissuto tra Thailandia, Canada e Paesi Bassi, dove ora risiede.

Come dichiara Max Seidel, co-curatore della mostra insieme con Serena Calamai, il suo incontro con Sawang “ebbe luogo in Toscana poco dopo la Saffron Revolution del 2007, e a seguito di quei colloqui l’artista creò una serie di disegni riferiti alla repressione dei monaci buddhisti da parte della brutale forza armata dei soldati della giunta militare. Già nelle prime opere grafiche Sawang scelse di rappresentare la guerra in Birmania attraverso immagini simboliche, sottraendosi a una mera raffigurazione cronachistica degli eventi”.

“Siamo lieti di annunciare l’apertura di una nuova mostra a settembre, la terza di quest’anno intenso alla Fondazione Ragghianti, dedicata a un artista la cui produzione assume contorni universali alla luce dell’attuale contesto storico”, dichiara Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti. “Lucca, città-simbolo di una secolare lotta per la propria libertà, appare un luogo ideale per accogliere questa mostra, che conferma un impegno continuo nel promuovere artisti e temi meritevoli di approfondimento, offrendo al pubblico un’esperienza culturale stimolante e significativa”.

Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 18. Biglietto d’ingresso: 5 euro. Biglietto ridotto: 3 euro (per possessori della Artsupp Card; possessori del biglietto cumulativo del Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca; gruppi superiori alle quindici unità; minori di diciott’anni; studenti di università, accademie d’arte e conservatori provvisti di tesserino; militari e forze dell’ordine con tesserino). Biglietto gratuito per bambini fino ai sei anni; disabili (e accompagnatore); un accompagnatore per ogni gruppo; studenti delle università toscane provvisti di tesserino; scolaresche (della primaria e delle secondarie); dipendenti e membri degli organi istituzionali della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e relative famiglie; insegnanti; soci ICOM; giornalisti e guide turistiche con tesserino. Info: www.fondazioneragghianti.it - info@fondazioneragghianti.it - tel. +39 0583 467205

Sawangwongse Yawnghwe, Parallasse del gioco delle forze contrastanti II (2024; acrilico su tela, 224 × 400 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, Parallasse del gioco delle forze contrastanti II (2024; acrilico su tela, 224 × 400 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, Which way to land? Un interrogativo aperto sul destino di Burma (2023; acrilico su tela, 206 × 389 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, Which way to land? Un interrogativo aperto sul destino di Burma (2023; acrilico su tela, 206 × 389 cm)

La mostra

Attraverso il filtro dell’arte, Sawang traduce il dramma birmano in simboli universali: monaci buddisti che sollevano le mani in preghiera, in pacifica opposizione alla dittatura, si contrappongono alla brutalità della giunta militare. Una delle opere più significative della mostra è Parallasse del gioco delle forze contrastanti, che esplora la complessa intersezione tra politica, finanza internazionale e traffico di droga, che continua a plasmare la realtà birmana.

Le tele di Sawang richiamano eventi storici chiave, come la Rivoluzione Zafferano del 2007, quando i monaci buddisti manifestarono contro il regime. La sua arte diventa così un mezzo per riflettere sulla condizione umana, trasformando la violenza e l’oppressione in un linguaggio visivo di resistenza.

L’artista dedica anche spazio a personaggi cruciali della recente storia birmana, come Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace, raffigurata in un atteggiamento di umiltà e preghiera buddista, in contrasto con la brutalità di figure come il generale Min Aung Hlaing, rappresentato come un adoratore dei demoni della tirannia. L’età dell’oro della Birmania, ormai perduta, emerge attraverso figure malinconiche e nostalgiche, a evocare un passato glorioso e irrecuperabile. Due serie di dipinti approfondiscono l’incarcerazione di Aung San Suu Kyi e la speranza per la caduta del regime militare, con immagini suggestive in cui Sawang mostra il generale che, camminando su un filo sottile, è destinato a precipitare nelle tenebre. Una delle domande centrali che l’artista pone ai visitatori è dipinta in una grande tela che raffigura la geografia della Birmania: Which way to land? (“Qual è la strada verso la terra?”), un interrogativo esistenziale che esprime l’incertezza e la speranza del popolo birmano.

Oltre a focalizzarsi sulla sua terra d’origine, Sawang non perde di vista il dialogo con la cultura europea. Una parte significativa della mostra è dedicata alle opere ispirate a Le Chef-d’œuvre inconnu di Honoré de Balzac. Il racconto, pubblicato nel 1831, esplora il rapporto tra arte e realtà e l’ossessione dell’artista per la perfezione, tematiche che Sawang riprende con intensità. In particolare, l’artista birmano riflette sul rischio dell’autodistruzione dell’artista nella ricerca dell’assoluto, un tema che aveva già affascinato Pablo Picasso, il quale nel 1931 illustrò una versione del racconto. La tecnica di Sawang, che impiega la pittura su rame per rappresentare il processo di dissoluzione delle figure, evoca il tema della distruzione dell’immagine e della realtà. Il suo tratto delicato e meticoloso, insieme all’ossidazione dei pigmenti, crea un effetto di dissoluzione che supera la semplice mimesi, aprendo la strada a una riflessione profonda sulla rappresentazione artistica e il suo significato.

L’esposizione include anche opere ispirate a L’Œuvre di Émile Zola, il romanzo che racconta la vita tormentata del pittore Claude Lantier, il cui desiderio di creare una nuova forma d’arte lo isola dal mondo e lo conduce a un tragico destino. Sawang rappresenta questo conflitto con una serie di dipinti che esplorano la separazione tra la vita personale e la creazione artistica. L’artista dipinge la moglie del protagonista, Christine, abbandonata tra le rive di un fiume parigino, mentre Claude si isola nel suo oscuro atelier per inseguire il suo sogno artistico. La sua ossessione culmina in una scena finale drammatica, in cui l’artista si suicida davanti alla sua incompiuta beauté géante, in una visione mistica della creazione artistica come atto di vita e morte.

Sawangwongse Yawnghwe, Aung San Suu Kyi, presidente della Lega Nazionale per la Democrazia; trova conforto nella preghiera buddista (2023, acrilico e pigmento su tela, 120 × 150 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, Aung San Suu Kyi, presidente della Lega Nazionale per la Democrazia, trova conforto nella preghiera buddista (2023, acrilico e pigmento su tela, 120 × 150 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, La solitudine della modella ignorata dall'artista (2010; pigmento su tela, 79,5 × 99,5 cm)
Sawangwongse Yawnghwe, La solitudine della modella ignorata dall’artista (2010; pigmento su tela, 79,5 × 99,5 cm)

Sawang: una voce internazionale per l’arte in esilio

Sawangwongse Yawnghwe, nato nel 1971, discende dalla famiglia reale di Shan ed è cresciuto in esilio dopo il colpo di stato che rovesciò il governo democratico birmano. Le sue esperienze personali e familiari sono indissolubilmente legate alla sua arte, che trova espressione nei suoi dipinti, esposti a livello internazionale in gallerie di Taiwan, New York, Berlino e Gerusalemme.

Con un linguaggio evocativo e simbolico, Sawang vuole trasformare il trauma della sua storia personale in arte universale, capace di toccare temi come l’oppressione, l’esilio e la ricerca della bellezza assoluta. La mostra alla Fondazione Ragghianti offre dunque un’occasione per avvicinarsi a un’artista che, attraverso la sua visione globale, intende rappresentare le tragedie e le speranze di un intero popolo.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraBurma. L'arte di Sawangwongse Yawnghwe fra Birmania ed Europa
CittàLucca
SedeFondazione Ragghianti
DateDal 21/09/2024 al 03/11/2024
ArtistiSawangwongse Yawnghwe
CuratoriMax Seidel, Serena Calamai
TemiArte contemporanea

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