La Spezia, al CAMeC una grande antologica su Sarenco con più di 200 opere


Il CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea (La Spezia) dedica dal 31 marzo 2023 al 14 gennaio 2024 una grande antologica a Sarenco, una delle più singolari personalità dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento.

Dal 31 marzo 2023 al 14 gennaio 2024 il CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia dedica una mostra a una delle più singolari personalità dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento, Sarenco (Isaia Mabellini; Vobano, 1945 – Salò, 2017) nel nome della Poesia Totale. S’intitola La Platea dell’Umanità ed è una grande mostra antologica curata da Giosuè Allegrini, promossa dal Comune della Spezia.

Fra i più significativi interpreti della seconda metà del XX secolo, con presenze a Documenta 5 di Kassel e a varie edizioni della Biennale di Venezia, Sarenco è stato poeta visivo, performer, esploratore, regista, editore, fotografo e organizzatore di eventi culturali internazionali come la Biennale di Malindi. Il percorso espositivo comprende oltre 200 opere rappresentative di un percorso cinquantennale, a loro volta affiancate da immagini e documenti bibliografici e archivistici, rivelativi del particolare periodo storico vissuto (riviste di esoeditoria, manifesti, fotografie, locandine ecc.), molti dei quali estremamente rari e alcuni anche inediti.

Un florilegio di opere, dai progetti visual-poetici del 1963, Traditi, Grande Strage, Finalmente l’Avanguardia, governati dalla potenza paroliberista futurista e dagli echi grafici di Mallarmè, transitando per le tele emulsionate, ironiche e rivoluzionarie, come Il popolo è forte armato vincerà o No reproduction please, in cui il Cristo morto del Mantegna ci riporta al concetto del marchio di fabbrica, con un formidabile effetto estraniante d’impronta dadaista. Seguono i collage e gli assemblage degli anni Settanta e successivi, come Poetical Licence e i cicli Tabù e Tempo; quindi le grandi installazioni, come I miei poeti: quattro gigantesche sculture bianche raffiguranti Marinetti, Breton, Tsara e Apollinaire, rappresentative della levatura infinita della poesia, o gli Autoritratti africani, ironici e beffardi.

L’installazione Le carte di Salò, costituisce un’esplicazione dell’intero percorso artistico del poeta originario di Vobarno. Paradigmatiche sono anche le due imponenti Ceramiche di Siviglia che riportano, rispettivamente, le frasi La mia parola è la mia spada e Toccare il mondo non possono farlo che i poeti. Perché la Poesia è il centro della vita e Sarenco è un Poeta Totale. In ragione di ciò saranno proiettate in mostra anche le sue celebri opere cinematografiche d’avanguardia, fra cui Collage ed Aspettando la Terza Guerra Mondiale, già accolte nel 1994 al Centre George Pompidou di Parigi, in occasione della personale Sarenco. Cinema e Poesia. Infine i cicli di opere Il Poeta è nudo, Solo come un poeta e Andiamo a scuola danno palese evidenza di quanto Sarenco abbia caparbiamente rifuggito l’omologazione, nel corso dell’intera esistenza, sempre pronto a testimoniare attraverso l’azione poetica, creatrice e rivoluzionaria, provocatoria e dissacrante, il senso profondo della vita.

“Sarenco”. scrive il curatore Giosuè Allegrini, “è stato fra le figure più dotate, attive, imprevedibili ed esplosive della ricerca artistica contemporanea in Italia e non solo. Teoretico della Poesia Totale, l’idea creativa di Sarenco era quella di manifestare il fatto che ai poeti niente potesse essere precluso: la pittura, la scultura, la ceramica, la performance, i concerti, il teatro, il video e il cinema: da qui il concetto, appunto, di Poesia Totale. Ciò che desideriamo proporre, con questa mostra, è il ‘Sogno di Sarenco sull’Arte’; quella forma poetica anarchica e rivoluzionaria, al contempo pubblica, anticonformista e dissacrante, tramutato in realtà, ed attraverso di essa porre la luce dei riflettori sulla cultura italiana, europea e internazionale del secondo Novecento, in rapporto alla società dei consumi e della comunicazione e più in generale a tutti gli ‘ismi’ condizionanti, a vario titolo, il mondo in cui viviamo”.

L’esposizione sarà visitabile fino al 14 gennaio 2024, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il lunedì, aperto il Lunedì di Pasqua e il 1° maggio, Natale e Capodanno. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it

Nel corso della mostra, la Fondazione Sarenco pubblicherà un catalogo bilingue italiano / inglese a cura di Giosuè Allegrini con fotoriproduzioni a colori delle opere e dei documenti esposti e saggi critici di vari autori, fra i quali Harald Szeemann, Achille Bonito Oliva, Nicholas Zurbrugg, Martina Corgnati, Enrico Mascelloni e Duccio Dogheria.

Note biografiche

Sarenco, al secolo Isaia Mabellini (Vobarno, 1945 - Salò, 2017). Poeta visivo, performer, esploratore, regista, editore, fotografo, organizzatore: è stato fra le figure più dotate, attive, imprevedibili ed esplosive della ricerca artistica contemporanea in Italia e nel mondo. Frequenta il Liceo Classico “Arnaldo” di Brescia e studia Filosofia alla Statale di Milano. Nel 1961 inizia a scrivere le sue prime poesie lineari. A partire dal 1963 inizia ad occuparsi di ricerche poetico-visive stringendo i primi contatti con gli artisti del “Gruppo 70”, nel quale entrerà ufficialmente l’anno successivo. Il suo contributo al movimento si contraddistingue per il tono graffiante e caustico con cui elabora testi epigrammatici che associa ad immagini di provenienza varia dal mondo della comunicazione a quello dell’arte. Servendosi delle tecniche del collage, dell’assemblage o della tela emulsionata ottiene opere di forte impatto, che utilizza come strumento di lotta politica e culturale. Nel 1965 comincia la sua attività espositiva, avendo al suo attivo oltre 50 mostre personali e circa 1000 esposizioni collettive. Svolge un’intensa attività editoriale e organizzativa. Fonda riviste fra cui “Amodulo” nel 1968 e “Lotta poetica” nel 1971 e case editrici quali Edizioni Amodulo nel 1969, SAR.MIC nel 1972 e Factotum Art nel 1977. Fonda gruppi come il Gruppo Internazionale di Poesia Visiva (o Gruppo dei Nove) e i Logomotives. Dal 1982 Sarenco intraprende numerosi viaggi fra Asia e Africa, immettendo energie nuove nelle sue creazioni cariche di ironia. Da questo momento il continente africano diventa protagonista all’interno della sua produzione artistica. è stato organizzatore di quattro edizioni della Biennale Internazionale d’Arte di Malindi, in Kenya (2006-2008-2010-2012). Scrive il suo primo soggetto cinematografico nel 1968, che poi girerà nel 1984 con il titolo “Collage”. L’anno successivo viene invitato a presentare la pellicola al Festival del Cinema di Venezia. Seguiranno molti altri lungometraggi. Ha pubblicato oltre quaranta libri e realizzato quindici film. È stato regolarmente presente nelle più importanti rassegne d’arte internazionali, fra cui quattro edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1986, 2001 - curatore Harald Szeemann, con Sala Personale - e 2011), Documenta Kassel (1972), la Biennale di Siviglia (2004, insieme a Cattelan), Stedelijk Museum di Amsterdam (1970), Centre Pompidou di Parigi (1989-1994), Museum of Modern Art di New York (1986), MART di Rovereto (2007-2013-2015), Museo del Novecento di Milano (2013). Nel 2018 alcune sue opere sono state esposte al CAMeC della Spezia nell’ambito della mostra “Poetry and Pottery. Un’inedita avventura fra ceramica e Poesia Visiva”, a cura di Giosuè Allegrini e Marzia Ratti.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraSarenco. La Platea dell'Umanità
CittàLa Spezia
SedeCAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea
DateDal 31/03/2023 al 14/01/2024
ArtistiSarenco
CuratoriGiosuè Allegrini
TemiNovecento, Poesia visiva

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