A Parigi una grande mostra su Mark Rothko con oltre 115 opere dai maggiori musei


La Fondation Louis Vuitton di Parigi ospita, dal 18 ottobre 2023 al 2 aprile 2024, la prima retrospettiva su Mark Rothko in Francia dal 1999: esposte 115 opere dalle più grandi collezioni internazionali e dai maggiori musei.

“Sono diventato un pittore perché volevo elevare la pittura a essere toccante come la musica e la poesia”: così diceva Mark Rothko (Markus Rothkowitz; Daugavpils, 1903 – New York, 1970), uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto nonché uno degli artisti più influenti del XX secolo. Un artista non esposto di frequente: è quindi un’occasione particolare la mostra che, a Parigi, gli viene dedicata dalla Fondation Louis Vuitton dal 18 ottobre 2023 al 2 aprile 2024. Intitolata semplicemente Mark Rothko, è la prima retrospettiva in Francia sull’artista dopo quella del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nel 1999. La rassegna riunisce circa 115 opere dalle maggiori collezioni internazionali, istituzionali e private, tra cui la National Gallery of Art di Washington, la Tate Gallery di Londra e la famiglia dell’artista.

Dispiegandosi in tutti gli spazi della Fondazione, e seguendo un percorso cronologico, la mostra, curata da Suzanne Pagé e Christopher Rothko con François Michaud, ripercorre l’intera carriera dell’artista dai suoi primi dipinti figurativi all’astrazione che definisce il suo lavoro di oggi. Il percorso si apre con scene intime e paesaggi urbani (come le scene della metropolitana di New York) che dominarono la produzione di Rothko negli anni Trenta, per poi lasciare il posto a un repertorio ispirato ai miti antichi e al surrealismo attraverso cui si esprime la dimensione tragica della condizione umana durante la guerra.

Dal 1946 Rothko compie una decisa svolta verso l’astrazione, la cui prima fase è quella delle Multiforme, opere in cui masse cromatiche in sospensione tendono a bilanciarsi tra loro. A poco a poco il loro numero diminuisce e l’organizzazione spaziale della sua pittura evolve rapidamente verso le sue opere cosiddette “classiche” degli anni Cinquanta, quelle più famose, nelle quali forme rettangolari si sovrappongono secondo un ritmo binario o ternario, caratterizzato da toni di giallo, rosso, ocra, arancio, ma anche blu, bianco e altri colori.

Nel 1958, Rothko ricevette un ordine per una serie di murales per il ristorante Four Seasons progettato da Philip Johnson per il Seagram Building, la cui costruzione Ludwig Mies van der Rohe stava supervisionando a New York. Alla fine Rothko rinunciò a consegnare l’ordine e conservò l’intera serie. Undici anni dopo, nel 1969, l’artista donò nove di questi dipinti alla Tate Gallery, che si distinguono dai precedenti per le loro intense sfumature rosse, costituendo una stanza esclusivamente dedicata al suo lavoro all’interno delle collezioni. Questa serie viene eccezionalmente presentata in mostra.

Ancora, nel 1960, la Phillips Collection dedicò al pittore una sala permanente, la prima “Rothko Room”, strettamente progettata con lui, che viene presentata anche alla mostra della Fondation Louis Vuitton. L’anno successivo il MoMA organizzò invece la prima retrospettiva del suo lavoro, che avrebbe toccato diverse città europee (Londra, Basilea, Amsterdam, Bruxelles, Roma, Parigi). Nel corso degli anni Sessanta l’artista ricevette nuove commissioni: la principale è la cappella voluta da John e Dominique de Menil a Houston, inaugurata nel 1971 con il nome di Cappella Rothko .

Se dalla fine degli anni Cinquanta Rothko prediligeva toni più cupi, contrasti tenui, l’artista non abbandonò mai del tutto la sua tavolozza di colori accesi, come testimoniano diversi quadri del 1967 e l’ultimissimo dipinto rosso rimasto incompiuto nel suo studio. Anche la serie Black and Grey del 1969-1970 non può portare a un’interpretazione semplicistica dell’opera che associa il grigio e il nero alla depressione e al suicidio. Queste opere sono riunite nella sala più alta del palazzo di Frank Gehry accanto alle grandi figure di Alberto Giacometti, creando un ambiente vicino a quello che Rothko aveva immaginato per rispondere a una commissione UNESCO che non avrebbe avuto seguito.

Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito della Fondation Louis Vuitton.

Mark Rothko, Light Cloud, Dark Cloud (1957; Fort Worth, Modern Art Museum Fort Worth) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023.
Mark Rothko, Light Cloud, Dark Cloud (1957; Fort Worth, Modern Art Museum Fort Worth) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023.
Mark Rothko, Green on Blue (1956; Tucson, The University of Arizona Museum of Art) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, Green on Blue (1956; Tucson, The University of Arizona Museum of Art) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, No. 10 (1957; Houston, The Menil Collection) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023
Mark Rothko, No. 10 (1957; Houston, The Menil Collection) © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023

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