Dal 22 giugno al 20 ottobre 2024 il Museo Novecento e il Museo degli Innocenti a Firenze ospitano le mostre dai titoli: Louise Bourgeois in Florence - Do Not Abandon me e Cell XVIII (Portrait). Un progetto che porta per la prima volta le opere di Louise Bourgeois (Parigi, 1911 - New York, 2010) a Firenze, costruendo un significativo rapporto tra le sue creazioni e il contesto espositivo. In concomitanza con il decimo anniversario dalla sua apertura, il Museo Novecento celebra Louise Bourgeois, una delle protagoniste assolute dell’arte del XX e XXI secolo, con la mostra Do Not Abandon Me curata da Philip Larratt-Smith e Sergio Risaliti in collaborazione con The Easton Foundation. L’esposizione presenta quasi cento opere dell’artista, tra cui molte su carta, tra gouache e disegni, realizzate negli anni duemila oltre a sculture di varie dimensioni, in stoffa, bronzo, marmo e altri materiali. In mostra nel cortile del museo inoltre anche Spider Couple del 2003, una delle creazioni più celebri ed emblematiche. Per l’occasione sarà riproposta la collaborazione con l’Istituto degli Innocenti: spazio nato nel 1419 come ospedale con lo scopo di accogliere l’infanzia priva di cure familiari. Nel complesso progettato da Filippo Brunelleschi, il Museo ospiterà Cell XVIII (Portrait), un’opera in risonanza con la storia e la collezione degli Innocenti, scelta da Philip Larratt-Smith in dialogo con Arabella Natalini, direttrice del Museo degli Innocenti, e Stefania Rispoli, curatrice del Museo Novecento.
Louise Bourgeois è cresciuta alle porte di Parigi, dove i genitori gestivano un laboratorio di restauro di arazzi. La sua infanzia è stata segnata da un rapporto complicato con la famiglia, che ha portato a esperienze traumatiche che sono state una delle principali fonti di ispirazione per la sua arte. La scala e i materiali delle sue opere variano tanto quanto le forme, che oscillano tra astrazione e figurazione. Emozioni come la solitudine, la gelosia, la rabbia e la paura sono quindi i fili conduttori del suo lavoro. Attraverso la sua arte, Bourgeois ha indagato le complesse dinamiche della psiche umana e ha spesso affermato che il processo creativo era una forma di esorcismo: un modo per ricostruire ricordi ed emozioni al fine di liberarsi dalla loro presa. Sebbene si sia dedicata ampiamente alla pittura e al disegno, nel corso degli anni sarà soprattutto la scultura a costituire una parte fondamentale del suo lavoro, tutto incentrato su elementi autobiografici, tensioni e traumi familiari, spesso rielaborati in chiave metaforica. Bourgeois si apre così a una poetica in grado di esorcizzare traumi e inibizioni. La mostra Do Not Abandon Me, occuperà quasi per intero l’edificio delle Ex Leopoldine, tra le sale al piano terra e al primo piano. Si tratta della più importante rassegna di gouaches rosse di Louise Bourgeois con un focus sul motivo della madre e del bambino. Il titolo della mostra fa riferimento alla paura dell’abbandono, e alle inquietudini legate alla maternità che Bourgeois ha sempre nutrito. Realizzate negli ultimi cinque anni della sua carriera, le gouaches esplorano i cicli della vita attraverso un’iconografia di sessualità, nascita, maternità, dipendenza e fiori. Il rosso, tra i colori più ricorrenti nel lavoro dell’artista, evoca all’interno delle gouache i fluidi corporei, come il sangue e il liquido amniotico. Particolarmente interessante è la collaborazione di Louise Bourgeois con l’artista britannica Tracey Emin (Margate, 1963). In mostra verrà inoltre presentata una serie di sedici stampe digitali su tessuto intitolata Do Not Abandon Me (2009-10), nata dall’incontro tra le due artiste.
Il chiostro del Museo ospiterà anche Spider Couple, uno dei celebri ragni dell’artista, realizzato in bronzo. La mostra sarà inoltre completata dall’esposizione di due installazioni: Peaux de Lapins, Chiffons Ferrailles à Vendre risalenti al 2006 e Cells. L’opera Cross del 2002 sarà presentata altresì nella ex chiesa dell’edificio, dove a suo tempo era proibito l’ingresso alle donne durante le celebrazioni dei riti religiosi, come testimoniato dal matroneo separato anche dalle griglie in ferro. Come è stato spesso sottolineato, il ragno rappresenta per Bourgeois un simbolo della figura materna che può essere interpretato come l’incarnazione di un’intelligenza estrema, una figura protettiva che provvede ai suoi piccoli costruendo una casa e assicurando il cibo. Ma è anche la manifestazione di una presenza minacciosa e inquietante, espressione di un’ostilità e di un’aggressività di fondo che raccoglie e racchiude esperienze traumatiche provenienti dal profondo dell’inconscio. Diventa quindi emblematico l’allestimento dell’opera Spider Couple nel chiostro rinascimentale. Il Museo Novecento inoltre presenta in anteprima Spider, una scultura da terra composta da un ragno in bronzo e da un uovo in marmo, mai esposta al pubblico prima.
Allo stesso modo, appare rivelatrice la scelta di esporre Peaux de lapins, chiffons ferrailles à vendre con riferimenti alla vita della comunità monastica che ha animato la storia delle Ex Leopoldine. Tra le ultime opere appartenenti alla serie Cells, che erano state presentate per la prima volta al pubblico nel 1991 al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, il titolo del lavoro rimanda a un ricordo di infanzia, quello delle grida dei raccoglitori di stracci impegnati a vendere merce per strada. All’interno della cella Bourgeois inserisce alcuni elementi scultorei che richiamano la sua storia personale e familiare, come sacchi di stoffa e pelli di coniglio: componenti riferibili al ventre femminile vuoto e, più letteralmente, agli animali cacciati e allevati dai suoi familiari. Il nome della serie gioca anche sui molteplici significati della parola ’cell’, traducibile in italiano sia come ’cellula’, sia come ’cella’. Pur appartenendo allo stesso ciclo di Peaux de Lapins, il soggetto racchiuso in Cell XVIII (Portrait) sembra reinterpretare l’iconografia della Madonna della Misericordia, ricorrente in alcune opere tra le più emblematiche della collezione e fortemente rappresentative della vocazione di accoglienza dell’Istituzione. In contemporanea al progetto Louise Bourgeois in Florence, si svolgeranno nello stesso periodo ben tre mostre in altre città italiane sempre dedicate alla grandissima artista. Dal 21 giugno al 15 settembre alla Galleria Borghese di Roma aprirà al pubblico L’inconscio della memoria e a Villa Medici la mostra No Exit. Anche Napoli renderà omaggio a Louise Bourgeois, con la mostra Rare Language presso la Galleria Trisorio che sarà visitabile dal 25 giugno al 28 settembre. In occasione della mostra sarà proposta una nuova puntata del podcast Labirinto900 della cantautrice e storica Letizia Fuochi sulla figura di Louise Bourgeois.
“Le Cells rappresentano vari tipi di dolore: il dolore fisico, quello emotivo e psicologico, quello mentale e intellettuale. Quand’è che il dolore emotivo diventa fisico? E quello fisico, quando diventa emotivo? È un circolo senza fine. Il dolore può avere origine in qualsiasi punto e muoversi in un senso o nell’altro. Ogni Cell ha a che fare con la paura. La paura è dolore. Spesso non viene percepita come tale, perché si maschera sempre. Ogni Cell ha a che fare con il piacere del voyeur, il brivido di guardare e di essere guardati. Le celle ci attraggono o ci respingono. C’è questa urgenza di integrare, fondere o disintegrare”, affermava l’artista.
Foto: Ela Bialkowska - OKNO Studio
Titolo mostra | Louise Bourgeois in Florence | Città | Firenze | Sede | Varie sedi | Date | Dal 22/06/2024 al 20/10/2024 | Artisti | Louise Bourgeois | Curatori | Sergio Risaliti, Philip Larratt-Smith | Temi | Arte contemporanea, Museo Novecento |
A Firenze in mostra l'arte di Louise Bourgeois racconta la psiche umana |