Dal 24 febbraio al 30 aprile 2022, alla Galleria Gaburro di Milano è in programma una importante personale di Hermann Nitsch (Vienna, 1938), il padre dell’azionismo viennese: intitolata Hermann Nitsch. Dall’azionismo alla pittura, è curata da Lòrànd Hegyi ed è la prima mostra di Nitsch nel nord Italia da oltre 22 anni. In mostra vengono esposte opere risalenti alla prima fase artistica, in cui le creazioni erano indissolubilmente legate alla programmazione del Teatro delle Orge e dei Misteri. Inoltre, l’esposizione ospita anche lavori dell’ultimo periodo dedicato all’influenza del colore sulla psiche. L’ampia scelta di opere pittoriche mostra diversi punti in comune con l’opera artistica complessiva. Sono presenti quadri legati alle azioni pittoriche, in cui Nitsch ha sviluppato un action painting peculiare segnata da atti rituali, accompagnati anche da oggetti dalla forte connotazione culturale e rituale, in modo da collegare i significati simbolici direttamente con le energie e le emozioni, veicolate attraverso elementi gestuali.
In particolare, le opere recenti, esposte per la prima volta in Italia, rivelano una gioia liberatrice e lo sviluppo di un Colorismo completamente nuovo, variegato ed esplosivo, con combinazioni e tonalità cromatiche mai osservate finora in Nitsch.
Con la sua opera sconfinata, Hermann Nitsch propone una visione complessa della vita, dell’orientamento spirituale, nonché del significato dell’arte e delle potenzialità liberatorie e catartiche dell’esperienza artistica. Nella sua attività artistica eterogenea e poledrica, concretizzatasi nella pittura, nel disegno, nelle installazioni, nella musica, nelle performance, nel teatro, nella scrittura e nella poesia, Nitsch rivendica l’inalienabilità e l’indissolubilità della partecipazione alle attività artistiche collettive (ossia l’intensa partecipazione dentro l’atto artistico), dal processo percettivo nella sua totalità. Una percezione drammatica, iperintensiva e complessa, in cui il forte impatto sensoriale è strettamente legato all’attivazione e all’attualizzazione dei piani semantici intellettuali e ai concetti collettivi, mitici e archetipici.
A dispetto del ruolo preminente svolto dall’inconscio, ossia dalla realtà psichica interiore, nel pensiero e nel lavoro dell’artista, Nitsch sostiene che la percezione debba attuarsi, sempre e comunque, nel fitto contesto culturale e collettivo. L’artista si è sempre confrontato profondamente con le tradizioni culturali specifiche del proprio paese, come la cultura popolare e religiosa, ma anche con la psicoanalisi e col pensiero freudiano. L’evidenza dell’elemento archetipico e collettivo, nella nascita e nello sviluppo del complesso valore simbolico, suggerisce che la percezione estetica si svolga nel campo comune e collettivo. L’opera sconfinata di Hermann Nitsch si può interpretare alla luce della concezione dell’artista in merito alle “condizioni archetipiche collettive della spiritualità” e può essere compresa nella sfera del pensiero inconscio. L’intero processo di percezione estetica è dunque inscindibile dal piano archetipico e collettivo (ragion per cui le sue azioni vedono la presenza di spettatori) che trova il suo compimento negli atti metaforici, cultuali e rituali ovvero nelle formazioni estetiche.
L’esperienza estatica della totalità dell’essere attraverso l’intensità delle sensazioni elementari è appunto un atto collettivo, in cui l’immedesimazione gioiosa e liberatoria della vita in tutte le sue forme si accompagna all’estrinsecazione dei concetti collettivi e archetipici. Nitsch rivendica il carattere collettivo e culturale di tale esperienza, in grado di determinare il contenuto sostanziale di ogni grande narrazione mistica sulla creazione del mondo, sul contrasto alla paura della morte, sulla vita eterna, sulla resurrezione o sull’eterno ritorno. Nell’opera di Nitsch, l’elemento archetipico e collettivo riveste un significato centrale. La pratica artistica tenta con ogni mezzo (attraverso la radicalizzazione della sensualità e l’intensificazione dell’immediatezza di ogni effetto fisico, sensoriale-materiale), di attivare l’inconscio collettivo per portare alla luce una serie di realità antropologiche fondamentali e metterle in relazione con il contenuto simbolico collettivo. I gesti più elementari della specifica pittura informale e le azioni, inserite nel tempo reale del Teatro delle Orge e dei Misteri, rivelano la propria origine nell’inconscio. Al contempo occorre ribadire con chiarezza che l’inconscio, nella concezione estetica complessiva di Hermann Nitsch, è sempre contestualizzato nella totalità delle azioni collettive. Le azioni collettive, le pratiche cultuali e rituali ma anche le narrazioni mitiche e religiose rimandano a queste realtà archetipiche essenziali che, nelle varie culture, innervano il quadro generale dell’organizzazione della vita, delle azioni sociali e dei sistemi assiologici rilevanti.
Dal punto di vista storico, è importante che la pittura e la performance di Nitsch non siano tanto riconducibili all’individualismo eroico, al pessimismo dell’action painting e dell’espressionismo astratto (avvalorati dalla filosofia esistenzialistica e influenzati dallo specifico sviluppo nordamericano), quanto a un’osservazione culturale di carattere antropologico, nonché a una filosofia di vita zen-buddista rivisitata in chiave soggettiva e al credo cristiano della resurrezione, in cui la percezione collettiva della totalità della vita conduce a un’autoemancipazione catartica e alla consapevolezza gioiosa delle proprie prospettive di espressione.
Per tutte le informazioni visitare il sito della Galleria Gaburro.
Nell’immagine, una delle nuove opere di Nitsch esposte alla Galleria Gaburro.
Titolo mostra | Hermann Nitsch. Dall'azionismo alla pittura | Città | Milano | Sede | Galleria Gaburro | Date | Dal 24/02/2022 al 30/04/2022 | Artisti | Hermann Nitsch | Curatori | Lorand Hegyi | Temi | Arte contemporanea |
A Milano in arrivo una grande mostra di Hermann Nitsch con opere inedite |