Con il concetto di “hauntology” (crasi dei termini inglesi “haunting” e “ontology”, ovvero “fantasma, ossessione” e “ontologia”), coniato da Jacques Derrida nel libro Spettri di Marx del 1993 e ripreso poi da Mark Fisher nel suo Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti del 2019, Derrida si opponeva al concetto tradizionale di ontologia, che definisce l’essere come una presenza sempre identica a se stessa, introducendo la figura dello spettro. Lo spettro è un’entità che non è mai pienamente presente, che non possiede l’essere in sé ma che, come sosteneva Martin Hägglund in Radical Atheism: Derrida and the Time of Life (2008), segna una relazione con ciò che non è più e con ciò che non è ancora. Per Mark Fisher, i fantasmi esercitano sul presente una “causalità spettrale”, proprio perché non possono essere pienamente presenti, essendo residui del passato o frammenti di un futuro mai esistito. Perciò, può essere definito hauntologico quel che, non essendo pienamente presente, gode di una sorta di ubiquità ed esercita sul presente un potere infestante e spettrale.
È questo il tema della mostra Hauntology. La natura spettrale della pittura, organizzata a Todi dalla Galleria Giampaolo Abbondio dal 25 marzo al 13 maggio 2023. A partire dai contributi di importanti filosofi, saggisti e sociologi, il curatore Ivan Quaroni sviluppa il concetto di Hauntologia giungendo a formulare l’idea che la pittura possiede una natura intimamente hauntologica. La pittura, ogni forma di pittura, reitera il potere infestante degli spettri attraverso persistenze, ripetizioni e prefigurazioni che impediscono ogni forma di equazione col presente. Secondo il curatore, infatti, la pittura si sottrae sistematicamente al potere bloccante della realtà, così come viene intesa dall’ontologia tradizionale.
Si può dire secondo Quaroni che tutta la pittura è “fuor di sesto” in quanto non corrisponde mai pienamente alla realtà di cui è, piuttosto, parvenza, rappresentazione esteriore, simulacro e fantasmagoria. A dare corpo a tali ragionamenti, il curatore conduce il pubblico entro una fitta selva di rimandi, dialoghi e contrasti tra i lavori di un gruppo di pittori italiani molto differenti per generazione, esperienze e modalità di esecuzione, ma tutti, ciascuno a proprio modo, capaci di fermarsi di fronte al tempo, come sosteneva Georges Didi-Huberman, e generare una pittura autenticamente hauntologica: Giampiero Bodino, Giuditta Branconi, Danilo Bucchi, Pablo Candiloro, Maurizio Cannavacciuolo, Andrea Chiesi, Vanni Cuoghi, Alberto Di Fabio, Gianluca Di Pasquale, Fulvio Di Piazza, Elisa Filomena, Daniele Galliano, Miltos Manetas (nella foto), Marco Neri, Nicola Verlato, Fulvia Zambon. Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito della Galleria Giampaolo Abbondio.
Titolo mostra | Hauntology. La natura spettrale della pittura | Città | Todi | Sede | Galleria Giampaolo Abbondio | Date | Dal 25/03/2023 al 13/05/2023 | Artisti | Daniele Galliano, Vanni Cuoghi, Alberto Di Fabio, Fulvio Di Piazza, Andrea Chiesi, Maurizio Cannavacciuolo, Marco Neri, Nicola Verlato, Pablo Candiloro, Miltos Manetas, Giampiero Bodino, Giuditta Branconi, Danilo Bucchi, Gianluca Di Pasquale, Elisa Filomena, Fulvia Zambon | Curatori | Ivan Quaroni | Temi | Arte contemporanea |
Hauntology. La natura spettrale della pittura in mostra a Todi alla galleria Abbondio |