Una nuova mostra alle Gallerie d’Italia di piazza Scala a Milano: dal 17 maggio al 29 settembre 2024 è infatti in programma la mostra Felice Carena, dedicata a uno degli artisti più importanti e meno conosciuti del Novecento storico, il piemontese Felice Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966). Curata da Luca Massimo Barbero, Virginia Baradel, Luigi Cavallo ed Elena Pontiggia, questa esposizione celebra i 145 anni dalla nascita del pittore torinese. Nonostante il suo rilevante contributo artistico, Carena è rimasto relativamente sconosciuto al grande pubblico. La mostra intende dunque ricostruire la parabola artistica di Carena, che fu adottato artisticamente dalle città di Firenze e Venezia dopo i suoi inizi a Torino. Fino agli anni Quaranta, Carena era considerato uno dei grandi maestri del Novecento europeo, grazie alla sua straordinaria produzione pittorica caratterizzata da una ricerca luminista e poetica.
In esposizione ci saranno oltre cento opere, molte delle quali provengono da collezioni pubbliche e private delle città in cui l’artista visse e lavorò: Torino, Roma, Firenze e Venezia. Tra le opere esposte, vi saranno anche importanti e sorprendenti inediti, per offrire al pubblico una visione più completa della carriera di Carena e della sua evoluzione artistica. La carriera di Carena, caratterizzata da un dialogo costante con la tradizione classica e rinascimentale, si evolve attraverso diverse fasi artistiche, dal simbolismo all’espressionismo. Fin da giovane, Carena si ispirava al luminismo nordico, ai preraffaelliti e al simbolismo. Tra le opere esposte, ci saranno i lavori della piena plasticità degli anni Dieci, le composizioni astratte e volumetriche degli anni Venti, come Gli Apostoli e La Pergola, e il capolavoro del 1933 L’estate (L’amaca).
Negli anni successivi, Carena sviluppa una peculiarità stilistica che lo distingue dagli altri artisti italiani dell’epoca. I suoi lavori “tardi” assumono un tono drammatico quanto splendente, culminando in opere di forte impatto religioso. Un esempio significativo è la Deposizione del 1939, proveniente dai Musei Vaticani, che rappresenta un rinnovamento del percorso moderno dell’arte cristiana.
Dopo aver lasciato l’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1945, Carena si trasferisce a Venezia, dove vive un periodo di isolamento meditato, stringendo legami profondi con mecenati come Gilberto Errera e Vittorio Cini. A Venezia, approfondisce i temi della natura morta e i temi sacri, come evidenziato nei disegni provenienti dalla Fondazione Giorgio Cini e nell’eccezionale Adamo ed Eva dai toni terrei ed espressionisti. Felice Carena partecipò a molte delle più importanti mostre d’arte italiana e alle Biennali di Venezia, ricevendo ampi consensi. La mostra alle Gallerie d’Italia segue idealmente l’ultima antologica complessiva dedicata all’artista a Venezia nel 2010.
Sei le sezioni della mostra: Tra Torino e Roma, esplora gli inizi della carriera di Carena, influenzato dal luminismo nordico, i preraffaelliti e il simbolismo; Il Periodo Romano: mette in luce la sua fase di sperimentazione con la piena plasticità degli anni Dieci e le composizioni astratte e volumetriche degli anni Venti; Tra Roma e Firenze: illustra il periodo di Carena a Firenze; Teatro: presenta i suoi lavori legati alla scenografia e al teatro; Il Ritratto e la Natura Morta: evidenzia il suo studio della figura umana e degli oggetti quotidiani; Dipinti e Disegni Sacri: include opere di forte impatto religioso e la serie di disegni provenienti dalla Fondazione Giorgio Cini.
Il catalogo, realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, include testi dei curatori e una biografia analitica di Lorella Giudici.
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: “La mostra antologica su Felice Carena che si apre oggi negli spazi del museo di Intesa Sanpaolo in Piazza Scala riporta in primo piano uno dei pittori più importanti del nostro Novecento. L’esposizione ricostruisce i passaggi della sua instancabile ricerca estetica, esistenziale e spirituale, con l’ambizione di consegnare alla storia, per un pieno riconoscimento formale, la vita e l’opera del grande artista torinese. Dopo la rassegna dedicata a Giambattista Moroni, le Gallerie d’Italia proseguono una programmazione espositiva originale che invita il pubblico a riscoprire i principali protagonisti e periodi dell’arte italiana ed europea.”
Felice Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) è stato un artista di grande rilievo nel panorama artistico del Novecento italiano. La sua formazione inizia all’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Giacomo Grosso. Durante i suoi anni accademici, Carena sviluppa un interesse per il secessionismo e il simbolismo, influenze che si consolidano dopo un viaggio a Parigi, dove resta affascinato dalle opere di Courbet.
Nel 1906, Carena vince il Pensionato artistico nazionale con il dipinto La Rivolta, che gli permette di trasferirsi a Roma. Nel 1910, ottiene una sala personale alla mostra degli Amatori e Cultori, e nel 1912 espone alla Biennale di Venezia. Il 1913 lo vede coinvolto nella commissione ordinatrice della I Secessione romana, durante la quale subisce l’influenza della pittura di Cézanne e Matisse.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Carena presta servizio come ufficiale di artiglieria. Al termine del conflitto, si trasferisce ad Anticoli Corrado, un luogo significativo per le sue scelte tematiche e formali. Tra il 1922 e il 1924, organizza a Roma una scuola d’arte presso gli Orti Sallustiani insieme allo scultore Attilio Selva, dove tra gli allievi si annoverano Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi e Fausto Pirandello.
Nel 1924, Carena viene chiamato a insegnare all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Durante il suo periodo fiorentino, continua a sviluppare la sua solida cultura figurativa, influenzata dai modelli simbolisti e dalla stima per Cézanne e Gauguin. La sua arte evolve verso una componente espressionista e spirituale, mantenendo sempre una forte aderenza ai riferimenti classici.
Dal 1924 al 1944, Carena rimane a Firenze, dove ricopre il ruolo di presidente dell’Accademia, contribuendo a conferirle massimo prestigio internazionale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il mutato contesto politico e sociale lo porta a trasferirsi a Venezia. Qui, nel raccoglimento del suo studio e ispirato dai modelli classici del Cinque e Seicento, Carena continua la sua ricerca artistica concentrata sulla resa luminosa della materia. Felice Carena muore a Venezia nel 1966, lasciando un’importante eredità artistica che spazia dalla figura alla natura morta, con un particolare focus sui temi sacri e religiosi.
Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: aperto dalle 9.30 alle 19.30; giovedì: aperto dalle 9.30 alle 22.30; lunedì: chiuso; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Tariffe: intero 10€, ridotto 8€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, ridotto speciale 5€ per under 26 e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo
Informazioni e prenotazioni: http://www.gallerieditalia.com, milano@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.167619
Titolo mostra | Felice Carena | Città | Milano | Sede | Gallerie d'Italia | Date | Dal 17/05/2024 al 29/09/2024 | Artisti | Felice Carena | Curatori | Virginia Baradel, Elena Pontiggia, Luca Massimo Barbero, Luigi Cavallo | Temi | Novecento, Arte Moderna |