Un viaggio nell'arte di Emilio Vedova al Forte di Bard: 31 capolavori in mostra


Un viaggio nell’arte di Vedova, tra segno, colore e gesto. La mostra “Questa è pittura” al Forte di Bard, Val d’Aosta, esplora la sua evoluzione pittorica, senza mediazioni storiche o politiche, ma attraverso il fascino della sua arte informale, in un percorso che esalta la vitalità e la forza creativa dell’artista.

Dal 30 novembre 2024 al 2 giugno 2025, il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, ospiterà una grande retrospettiva dedicata a Emilio Vedova (Venezia, 1909 – 2006), uno degli artisti più influenti del Novecento, con una selezione di opere che spaziano tra grandi dipinti e lavori su carta. La mostra, intitolata Questa è pittura, è promossa dall’Associazione Forte di Bard in collaborazione con 24 Ore Cultura e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, ed è curata da Gabriella Belli.

L’esposizione vuole indagare il lato più puremente pittorico dell’artista, distaccandosi dalle letture storiche o socio-politiche e concentrandosi invece sulla straordinaria potenza visiva e gestuale che caratterizza l’opera di Vedova. L’approccio curatoriale si concentra sull’energia che scaturisce dal colore e dalla materia, elementi che hanno reso l’artista veneziano una delle voci più rilevanti del movimento dell’Informale europeo.

Emilio Vedova ha sempre incarnato l’anima ribelle dell’arte contemporanea, riuscendo a unire la sua profonda partecipazione civile alla sua incredibile abilità pittorica. L’arte di Vedova non si riduce mai a semplice espressione estetica, ma si intreccia con la sua condizione di uomo che ha vissuto la storia in prima linea, traducendo le tensioni politiche e sociali del suo tempo nelle sue opere. Tuttavia, la mostra al Forte di Bard si propone di esplorare proprio quel lato della sua pittura in cui l’artista si dedica appieno al linguaggio della pittura, esprimendo una vitalità formale che non ha bisogno di narrazioni esterne per essere compresa.

“Il cortocircuito tra realtà e verità, tra bene e male, che il lavoro di Vedova porta magistralmente alla luce nel furore del suo particolarissimo astrattismo”, spiega la curatrice Belli, “è compito di questa mostra che approda in Valle d’Aosta a quasi cinquant’anni dall’esposizione Emilio Vedova. Grafica e didattica, presentata nell’estate del 1975 alla Tour Fromage, curata da Zeno Birolli e dallo stesso Vedova. Questa è pittura vuole oggi aggiungere un tassello alla conoscenza dell’artista, attraverso un itinerario di approfondimento del suo lavoro diviso in otto tappe, che corrispondono a momenti in cui lo sforzo creativo si dibatte attorno a questioni esistenziali”.

“Il progetto dedicato a Emilio Vedova illumina la programmazione culturale del Forte di Bard e aggiunge un ulteriore tassello al percorso di scoperta dei grandi maestri dell’arte italiana del ’900 avviato nel corso di questi anni”, afferma la Presidente dell’Associazione Forte di Bard, Ornella Badery. “La potenza espressiva dell’artista unita ad un forte impegno civile, fanno dell’arte di Vedova una delle più rappresentative della corrente dell’informale con opere di grande impatto che ben si sposano con la severa architettura del Forte di Bard”.

Alfredo Bianchini, Presidente Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, dichiara: “Il rifiuto di Vedova rispetto a raffigurazioni realistiche e comunque collegate a visioni concrete, corrisponde a una scelta esistenziale coraggiosa nella meditata convinzione che il suo messaggio dovesse essere unico e, al tempo stesso, comprensibile da tutti indipendentemente dalle provenienze”.

Aurelio Amendola, Emilio Vedova al lavoro su Non Dove 1988 - III (1988; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Aurelio Amendola, Emilio Vedova al lavoro su Non Dove 1988 - III (1988; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Interpretazione dal trasporto di S. Marco dal Tintoretto (1936; pastello e carboncino su cartone, 99,8 x 69,5 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Interpretazione dal trasporto di S. Marco dal Tintoretto (1936; pastello e carboncino su cartone, 99,8 x 69,5 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Poemetto della sera (1946; colori a olio su tela, 55 x 69 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Poemetto della sera (1946; colori a olio su tela, 55 x 69 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)

Un percorso visivo attraverso la pittura

L’esposizione si articola in diverse sale tematiche, ognuna delle quali esplora un momento particolare della produzione artistica di Vedova. Un viaggio che parte dalle sue origini formative e arriva a testimoniare la sua maturità, fino alla sua esplorazione degli anni più tardi, dove la sperimentazione formale e l’uso del colore si intensificano.

La Sala 1, intitolata Nascita di un pittore. I Maestri, è dedicata alla sua prima formazione artistica, caratterizzata da un approccio del tutto personale e non accademico. Nonostante ciò, Vedova è profondamente influenzato dai grandi pittori del passato, in particolare dai maestri veneziani come Tintoretto, Veronese e Tiepolo, che ha potuto ammirare nei suoi vagabondaggi giovanili per le calli di Venezia. Un’influenza che si unisce all’attrazione per il cubismo, che si riflette nelle opere esposte nella Sala 2 (Cercare una via), in cui sono presenti lavori che mettono in evidenza un costruttivismo geometrico, una fase della sua produzione che risente della lezione delle avanguardie storiche.

La Sala 3 (Astrazione per sempre) è il cuore della mostra, con una serie di opere che segnano l’ingresso definitivo di Vedova nel mondo dell’astrazione. In questo periodo, l’artista abbandona la geometria cubista in favore di una pittura che diventa espressione diretta di un’emotività potente, un linguaggio che è già carico di gesto, materia e colore, dove la forma si dissolve a favore di una pittura viva, pulsante.

Un’altra tappa fondamentale del percorso è rappresentata dalla Sala 4, intitolata Occupare lo spazio, in cui Vedova esplora una delle sue invenzioni più straordinarie: i “Plurimi”. Si tratta di assemblaggi tridimensionali, in cui la pittura si stacca dalla parete e invade lo spazio circostante, sfidando le convenzioni tradizionali della pittura bidimensionale. In questa sala, le opere sembrano voler dialogare con lo spazio fisico del visitatore, creando una relazione dinamica tra l’arte e l’ambiente circostante. La Sala 5 (Lasciare libero il segno) è un invito a scoprire il processo creativo di Vedova. Qui si possono ammirare opere di piccole dimensioni che, sebbene possiedano una forza espressiva inedita, restituiscono l’energia che scaturisce dal suo lavoro più grande. In questi piccoli lavori, l’artista non risparmia la potenza del segno, dei colori e delle forme, mostrando il suo modo di dare vita all’opera senza costrizioni, quasi in una sfida tra il segno e la materia.

Il tragico esistenziale che caratterizza tutta l’opera di Vedova è il tema centrale della Sala 6, dal titolo Come se questo dolore fosse insopportabile. Qui, il visitatore viene immerso in quel senso di dramma e di sofferenza che permea molte delle opere dell’artista, un’espressione che nasce da una sensibilità acuta di fronte agli orrori della vita e della storia. Vedova sembra voler catturare l’intensità di queste emozioni, traducendole in pittura come in un urlo visivo. In Sala 7, intitolata Vertigine Piranesi, l’arte di Vedova prende una piega più architettonica e inquietante. Le opere degli anni Ottanta, cariche di rossi e neri contrastanti, sembrano dialogare con l’immaginario di Giambattista Piranesi, rievocando le sue famose “Carceri” attraverso una visione allucinata e disturbante dello spazio. Vedova, come Piranesi, gioca con l’architettura come materia visiva e sonora, creando un universo di forme che si frantumano e si riorganizzano in un flusso vertiginoso.

Infine, la Sala 8 (Circolare infinito) presenta tre grandi Tondi che sfidano una delle forme più sacre della storia dell’arte: il cerchio. Vedova, con il suo approccio irriverente e sperimentale, reinventa questa forma geometrica, proponendo una nuova interpretazione, più inquietante e geniale, di una delle strutture più simboliche dell’arte.

Emilio Vedova, Ciclo ’62 - (B.B.6) (1962; colori acrilici vinilici, carboncino, carta e sabbia su tela, 145,5 x 185,5 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Ciclo ’62 - (B.B.6) (1962; colori acrilici vinilici, carboncino, carta e sabbia su tela, 145,5 x 185,5 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Rosso ’83 – V (1982; colori acrilici, pastello, sabbia e cemento su tela, 300 x 190 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Rosso ’83 – V (1982; colori acrilici, pastello, sabbia e cemento su tela, 300 x 190 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Tondo ’85 – 2 (1985; colori acrilici, sabbia, nero ossido e pastello su tela, 280 Ø cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Tondo ’85 – 2 (1985; colori acrilici, sabbia, nero ossido e pastello su tela, 280 Ø cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Plurimo - A (1962; colori acrilici vinilici, pastello su elementi di legno polifrontali, cerniere in ferro, 157 x 110 x 219 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Plurimo - A (1962; colori acrilici vinilici, pastello su elementi di legno polifrontali, cerniere in ferro, 157 x 110 x 219 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova)
Emilio Vedova, Ciclo 1962 - (S.6) (1962; tecnica mista su tela, 146 x 185,5 cm; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto)
Emilio Vedova, Ciclo 1962 - (S.6) (1962; tecnica mista su tela, 146 x 185,5 cm; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto)
Emilio Vedova, Senza titolo (anni Ottanta; colori a pastello e carboncino su carta, 48,8 x 34,4 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito
Emilio Vedova, Senza titolo (anni Ottanta; colori a pastello e carboncino su carta, 48,8 x 34,4 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito
Emilio Vedova, Senza titolo (1980; colori a pastello e carboncino su carta, 34,4 x 48,9 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito
Emilio Vedova, Senza titolo (1980; colori a pastello e carboncino su carta, 34,4 x 48,9 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito
Emilio Vedova, Senza titolo (anni Ottanta; colori a pastello e carboncino su carta, 34,1 x 47,9 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito
Emilio Vedova, Senza titolo (anni Ottanta; colori a pastello e carboncino su carta, 34,1 x 47,9 cm; Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova). Disegno inedito

La mostra e il catalogo

La mostra sarà corredata da un catalogo edito da 24 Ore Cultura, che offrirà al pubblico una visione completa delle opere esposte e della ricerca di Vedova. La cerimonia di inaugurazione, prevista per venerdì 29 novembre 2024 alle ore 18.00, darà il via a un periodo di grandi emozioni visive, dove la pittura di Vedova sarà protagonista in uno degli spazi più suggestivi della Valle d’Aosta.

Gli orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18, il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19, chiuso il lunedì. Biglietti: intero 12 euro, ridotto 10 euro (per over 65), 6 euro (per giovani dai 19 ai 25 anni), gratis per possessori Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta e Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta; Membership Card Forte di Bard; minori di 18 anni.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraEmilio Vedova. Questa è pittura
CittàBard
SedeForte di Bard
DateDal 30/11/2024 al 02/06/2025
ArtistiEmilio Vedova
CuratoriGabriella Belli
TemiEmilio Vedova, Arte Moderna

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