La mostra Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider, che apre il 12 ottobre 2024 al Mudec di Milano, in programma fino al 16 febbraio 2025, si propone di portare in Italia un progetto espositivo che illustra la potenza espressiva del movimento artistico dell’Art Brut. Attraverso le opere esposte, gli organizzatori intendono far comprendere al pubblico l’importanza di questa forma d’arte, che continua a ispirare artisti contemporanei e rappresenta un mezzo fondamentale di espressione per chi desidera comunicare la propria essenza interiore.
L’Art Brut emergeva nel cuore di una Parigi postbellica, lontano dalle sale dei musei e dai salotti raffinati. Questo movimento artistico, che ha preso forma grazie all’influenza di Jean Dubuffet, si presenta come una forma d’arte “grezza”, “pura”, e soprattutto “non filtrata”. Tuttavia, non va confusa con l’arte dei dilettanti. È piuttosto l’espressione incontaminata dell’anima, il riflesso di istinti primordiali, la creazione di chi, non avendo mai frequentato una scuola d’arte, trae ispirazione dai sogni e dalle visioni. Jean Dubuffet, artista e teorico francese, ha collezionato opere di artisti autodidatti e di individui spesso ai margini della società. Queste opere, prive di filtri culturali e preconcetti, raccontano storie di vite vissute e mondi fantastici. In questo modo, l’Art Brut diventa una presa di posizione radicale contro le convenzioni artistiche e il sistema dell’arte accademica, lontano dai centri tradizionali e dalle avanguardie.
Grazie alla donazione della sua collezione, iniziata nel 1945, alla Città di Losanna, la Collection de l’Art Brut è stata inaugurata nel 1976. Oggi, essa continua a crescere con nuove opere e ha ispirato numerosi eventi e mostre in tutto il mondo. In Italia, nonostante i numerosi sforzi da parte di critici e storici dell’arte, le istituzioni pubbliche dedicate all’Art Brut sono ancora poche, e il concetto stesso rimane relativamente estraneo al grande pubblico.
Dubuffet e l’Art Brut è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e patrocinata dal Consolato Generale Svizzera a Milano, con la collaborazione della Collection de l’Art Brut di Losanna. Quest’ultima, che possiede una straordinaria raccolta di oltre 70.000 opere di Art Brut, è frutto del lavoro di Dubuffet, che ha raccolto un nucleo storico di creazioni da artisti autodidatti. La mostra offre una panoramica su opere storiche, come quelle di Aloïse Corbaz e Adolf Wölfli, insieme a sculture di Émile Ratier e dipinti di Carlo Zinelli, il più celebre autore italiano di Art Brut.
La curatela è affidata a Sarah Lombardi e Anic Zanzi, della Collection de l’Art Brut, e a Baptiste Brun, esperto di Dubuffet. L’esposizione si sviluppa in un percorso quadripartito, dove la prima sezione è dedicata alla figura di Dubuffet e al suo lavoro. Qui, il visitatore può ammirare opere e documenti che illustrano la nascita del concetto di Art Brut, mentre le sezioni successive offrono un’ampia selezione di opere da artisti di tutto il mondo, legate ai temi del corpo e delle credenze.
L’Art Brut è un movimento artistico che affonda le sue radici nell’esperienza personale e nella vita degli artisti. Le loro creazioni, spesso enigmatiche e destinate a un pubblico interiore, riflettono vissuti e tematiche profondamente personali. Aloïse Corbaz, ad esempio, ha iniziato a disegnare e scrivere segretamente durante il suo ricovero in un ospedale psichiatrico, utilizzando materiali insoliti come petali di fiori. Le sue opere, dense di simbolismo, creano un universo cosmogonico popolato da figure festose.
Altri artisti, come Carlo Zinelli e Adolf Wölfli, esplorano la complessità della mente umana attraverso le loro opere. Zinelli, con le sue gouache stilizzate, e Wölfli, con la sua vasta produzione di collage e composizioni musicali, offrono uno spaccato dell’Art Brut che va oltre le convenzioni tradizionali. Questi autori non cercano il riconoscimento, né sono influenzati dal giudizio altrui; creano universi personali, lontani dagli standard imposti dalla società.
Le sezioni finali della mostra esplorano il corpo e le credenze, tematiche universali che affascinano artisti di tutto il mondo. Le opere esposte affrontano le credenze personali e le mitologie individuali, offrendo uno sguardo profondo sulle domande esistenziali. Marie Bouttier, ad esempio, realizza disegni automatici che riflettono il suo interesse per l’occulto, mentre Giovanni Battista Podestà denuncia la corruzione sociale attraverso una visione manichea.
La varietà delle opere esposte è sorprendente: dai lavori di Guo Fengyi, che illustra i fluidi del corpo, alle rappresentazioni anatomiche di Giovanni Bosco, fino ai disegni di Giovanni Galli che esplorano l’unione tra maschile e femminile. Ogni opera, realizzata da artisti di diverse origini, rappresenta una voce unica nel panorama dell’Art Brut.
La mostra si propone non solo di esporre opere straordinarie, ma anche di facilitare la comprensione del movimento artistico attraverso un’audioguida gratuita. L’app, disponibile alla biglietteria, offre commenti di Jean Dubuffet e degli artisti stessi, rendendo l’esperienza della visita ancora più immersiva e accessibile. In occasione della mostra, è stato pubblicato anche un catalogo intitolato Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider, disponibile nel bookshop della mostra, nelle librerie e online. Questo volume rappresenta un ulteriore strumento per esplorare e approfondire il mondo dell’Art Brut, permettendo a un pubblico più ampio di avvicinarsi a questa forma d’arte così affascinante e ancora poco conosciuta.
Titolo mostra | Dubuffet e l'art brut. L'arte degli outsider | Città | Milano | Sede | MUDEC | Date | Dal 12/10/2024 al 16/02/2025 | Artisti | Jean Dubuffet | Curatori | Sarah Lombardi, Anic Zanzi, Baptiste Brun | Temi | Arte contemporanea, Arte Moderna |