Naturale Innaturale: a Modena le opere di Dario Ghibaudo tra scienza e arte


In occasione del duecentesimo anniversario della prima descrizione scientifica di un dinosauro, Fondazione AGO e MuseOmoRE aprono la mostra Naturale Innaturale, una mostra che unisce scienza e arte, tra fossili e installazioni di Dario Ghibaudo, per offrire un nuovo sguardo sul mondo preistorico.

Arte contemporanea in dialogo con i dinosauri: a Modena, la Fondazione AGO, all’interno del progetto Il tempo della meraviglia, ospita dal 26 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025 la mostra Naturale Innaturale. Dinosauri e altre creature, divisa in due parti: la personale di Dario Ghibaudo (Cuneo, 1951) e una mostra sui dinosauri, per offrire al pubblico un’affascinante esplorazione in grado di intrecciare scienza e arte in una rappresentazione immaginifica della natura. L’esposizione, realizzata in collaborazione con MuseOmoRE, il sistema dei Musei e Orto Botanico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, propone un percorso attraverso l’evoluzione della rappresentazione scientifica dei dinosauri fino alle interpretazioni artistiche che sfidano la visione tradizionale della natura.

Curata da Veronica Padovani di MuseOmoRE e dallo storico dell’arte Gianlorenzo Chiaraluce, la mostra invita il pubblico a riflettere sulla natura, reale e immaginata, attraverso opere uniche come le sculture e i grandi inchiostri dell’artista Dario Ghibaudo. L’approccio di Ghibaudo scombina i paradigmi scientifici per rivelare un universo creativo, lontano dalle convenzioni figurative, in cui i dinosauri e altre creature si trasformano, assumendo nuove sembianze fantastiche e speculative. Una produzione che ci parla di evoluzione, tecnologia, postumano con l’ironia tipica dell’artista piemontese.

Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia

Dinosauri: dall’immagine scientifica all’immaginario creativo

Naturale Innaturale nasce anche per celebrare un importante anniversario nella storia della paleontologia: il duecentesimo anno dalla prima descrizione scientifica di un fossile di dinosauro, il Megalosaurus, effettuata da William Buckland nel 1824. Da allora, le rappresentazioni di questi animali hanno subito una profonda trasformazione, passando dalle immagini iniziali di creature goffe e pesanti a visioni sempre più accurate e dinamiche, che includono dinosauri vivaci, ricoperti di piume e, in molti casi, colorati.

Tra i protagonisti scientifici della mostra, uno scheletro di Allosaurus fragilis del Sistema Museale e Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia cattura l’attenzione per la sua posa dinamica, coerente con le attuali conoscenze paleontologiche. Il pubblico potrà così osservare come la scienza abbia modificato la sua comprensione della vita preistorica e delle caratteristiche che rendevano questi esseri tanto diversi dagli stereotipi che per decenni hanno dominato l’immaginario collettivo.

Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia

L’opera di Dario Ghibaudo: un museo immaginario di “storia innaturale”

Il percorso espositivo si arricchisce del contributo visionario di Dario Ghibaudo, artista che dal 1990 ha intrapreso un progetto ambizioso e unico nel suo genere: il Museo di Storia Innaturale. Si tratta di una serie di installazioni che, ispirate alla classificazione scientifica, cercano di riflettere ironicamente sui sistemi di catalogazione della natura e sulle mutazioni che mescolano elementi umani, animali e vegetali.

Attualmente composto da ventotto sale, il Museo di Storia Innaturale di Ghibaudo offre al pubblico una riflessione artistica sulle potenzialità trasformative della natura. La sua “impresa artistico-darwiniana” richiama in modo ironico e creativo il metodo scientifico proprio delle collezioni di storia naturale, utilizzandolo per dare vita a un museo alternativo, in cui le leggi della scienza lasciano spazio all’immaginazione. La “storia innaturale” di Ghibaudo propone creature che superano i confini della specie e invitano il visitatore a interrogarsi sul concetto di classificazione e sulla fluidità della natura.

La prima sala della personale di Ghibaudo è una reinterpretazione paradossale della Wunderkammer rinascimentale: nelle antiche raccolte venivano spesso inclusi crani e teste di animali imbalsamati, stipati in armadi o piccole vetrine ed esibiti come manifesto del tentativo umano di controllo della natura e dei suoi imprevedibili percorsi. Così, le teste create da Ghibaudo sono finissime porcellane modellate, spesso intarsiate con filamenti dorati, che mimano parodicamente i modelli inclusi in tali assortimenti. Troviamo, per esempio, un uccello dal collo piegato su se stesso, un cane con le corna di capra e molto altro, per “depistare”, spiega il curatore Chiaraluce, “il concetto di riconoscimento della specie” e recuperare “la categoria coloniale di ‘esotico’ in chiave potenzialmente sovversiva. Anche gli stessi titoli delle opere sono particolarmente indicativi: in epoca illuminista, la terminologia scientifica era uno degli elementi chiave tramite cui si costruiva la stessa storia naturale, e con essa si rispondeva al bisogno tipicamente umano di identificare correttamente ogni entità vivente. Nelle opere di Ghibaudo, scrive il curatore, “la chiarezza nominativa a fini conoscitivi, in quanto presupposto scientifico e museografico, è di nuovo elusa e rivoltata dall’azione dell’artista. Il ricorso alla tradizione de nomi latini, aderenti a quelli impiegati dagli specialisti per nominare le differenti specie, viene infatti imitato e ambiguamente decostruito. Viventem Ambiguas, Pulpa Tenebrusa, Hippotragus Anteropostus Spinatus sono alcuni dei titoli che ritroviamo tra le opere in mostra. Confusi, ibridati e parodiati, essi fanno eco all’impossibilità di stabilire una netta tassonomia della multiformità del vivente”.

“L’operazione di Dario Ghibaudo”, spiega ancora Chiaraluce, “è incentrata su un rimaneggiamento non ortodosso con cui prendere in causa, oltre al concetto stesso di opera d’arte, anche i prototipi visuali che incarnano la figuratività della storia dell’arte, non esulando da quelli più propriamente strutturali. Le formelle, i tondi rinascimentali, gli altorilievi, sono infatti esemplari con i quali l’artista si cimenta direttamente, recuperando di frequente i virtuosi impaginati di alcuni maestri del passato, quali Giotto, Michelangelo o Lorenzo Ghiberti, a dimostrazione degli esiti di un sentire sincretico e sincronico che fa convergere, su una stessa linea temporale, passato, presente e futuro”.

Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia
Allestimenti della mostra. Foto: Maurizio Sapia

Un dialogo inedito tra passato e futuro della natura

La collaborazione tra Fondazione AGO e MuseOmoRE mette quindi in scena un dialogo che supera i limiti temporali e concettuali tra il reale e l’immaginario. Il percorso della mostra Naturale Innaturale si articola in due dimensioni complementari: quella della scienza, che cerca di comprendere la verità storica e biologica delle creature del passato, attraverso un percorso didattico, e quella dell’arte, che, con il suo linguaggio figurativo e fantastico, suggerisce nuovi orizzonti di comprensione e interpretazione.

Nelle opere di Dario Ghibaudo, il pubblico troverà anche uno stimolo a riflettere sui temi della genetica e delle classificazioni, con una prospettiva che oltrepassa le canoniche divisioni tassonomiche per proporre un mondo di mutazioni, dove i confini tra animale, vegetale e umano si dissolvono, richiamando il tema della natura “innaturale” che permea la sua opera.

Arte e scienza: un percorso che affascina e stupisce

L’allestimento della mostra offre un’occasione per immergersi in un dialogo profondo e stimolante tra arte e scienza. Attraverso sculture, disegni e reperti fossili, il visitatore ha modo di riscoprire i dinosauri come creature al confine tra la realtà scientifica e la rappresentazione artistica. Le opere di Ghibaudo, in particolare, rappresentano un salto oltre il tempo e lo spazio, rievocando la curiosità e l’immaginazione che fin dall’antichità hanno accompagnato l’uomo nello studio del mondo naturale.

La mostra, parte del progetto Il tempo della meraviglia, s’inserisce nell’ambito di una più ampia programmazione culturale della Fondazione AGO, che promuove iniziative per valorizzare il patrimonio storico e scientifico attraverso esperienze che uniscono discipline diverse. Naturale Innaturale è, quindi, una celebrazione della meraviglia della natura e della creatività umana, che invita a riscoprire l’universo naturale da una prospettiva nuova e coinvolgente, mantenendo vivo lo stupore e la curiosità che alimentano la scoperta.

La mostra è visitabile presso le sedi espositive della Fondazione AGO in collaborazione con MuseOmoRE, e si rivolge a un pubblico ampio, dai semplici curiosi agli appassionati d’arte e di paleontologia, ma anche a bambini e famiglie. Grazie all’allestimento di installazioni di grande impatto visivo e alla presenza di reperti unici come lo scheletro di Allosaurus fragilis, Naturale Innaturale offre un’esperienza completa, che tocca diversi aspetti del sapere umano e offre stimoli a ogni visitatore.

Informazioni pratiche

La mostra apre dal mercoledì al venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19, il sabato, la domenica e i festivi dalle 11 alle 19. Ingresso: 6 euro, ridotto 4 euro. Ingresso libero tutti i mercoledì. Visite guidate ogni sabato alle ore 16 su prenotazione.

Per informazioni sulla mostra e sugli eventi culturali che si svolgeranno a Modena da ottobre 2024 a gennaio 2025 nell’ambito del programma Il tempo della meraviglia promosso da Fondazione AGO: info@fondazioneago.it | www.fondazioneago.it ; telefono in orario di mostra (Palazzina dei Giardini) +39 059 2033166. Per informazioni su Dario Ghibaudo, Museo di Storia Innaturale: Galleria Luigi De Ambrogi, galleriadeambrogi@gmail.com, telefono 333 249 3841.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraNaturale innaturale. Dinosauri e altre creature
CittàModena
SedePalazzina dei Giardini
DateDal 26/10/2024 al 12/01/2025
ArtistiDario Ghibaudo
CuratoriVeronica Padovani, Gianlorenzo Chiaraluce
TemiArte contemporanea

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