I tesori del Museo Egizio salvati dalla seconda guerra mondiale sono in mostra al Castello di Agliè


Dal 14 dicembre 2024 al 2 marzo 2025, una mostra al Castello di Agliè (Torino) racconta il ruolo della residenza canavesana nella protezione del patrimonio culturale piemontese durante la seconda guerra mondiale, in particolare dei tesori del Museo Egizio.

Dal 14 dicembre 2024 al 2 marzo 2025 il Castello di Agliè, in provincia di Torino, ospita la mostra Custodi dell’Antico. Opere dell’Egizio e altri tesori al Castello di Agliè durante la seconda guerra mondiale, un evento che riporta alla luce una straordinaria storia di salvaguardia culturale. Curata da Alessandra Gallo Orsi ed Elisabetta Silvello, con il coordinamento scientifico di Filippo Masino, la mostra è organizzata in collaborazione con il Museo Egizio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ed è stata pensata per celebrare il bicentenario della fondazione del Museo Egizio di Torino.

La mostra rievoca le vicende della seconda guerra mondiale: durante il conflitto il Castello di Agliè fu infatti scelto come luogo di ricovero e protezione del patrimonio artistico conservato nei musei di Torino. Questa circostanza fu cruciale: consentì infatti a molte opere, molte di esse fulcro dell’identità culturale di Torino, di scampare i rischi del conflitto, e cioè bombardamenti, saccheggi, distruzioni.

Fotografia storica del Salone delle Guardie del Corpo del Castello di Agliè con le casse contenenti le opere del Museo Egizio, Archivio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino.
Fotografia storica del Salone delle Guardie del Corpo del Castello di Agliè con le casse contenenti le opere del Museo Egizio, Archivio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino.

Un rifugio per il patrimonio artistico

Durante la seconda guerra mondiale, il Castello di Agliè divenne un baluardo per la tutela del patrimonio artistico piemontese. A partire dal 1943, le sue sale ospitarono opere provenienti da musei, chiese e istituzioni di Torino, tra cui la Galleria Sabauda, la Pinacoteca Albertina, il Palazzo Reale e, soprattutto, il Museo Egizio. Qui furono trasferiti quadri, arazzi, documenti, arredi e 302 casse contenenti i reperti più preziosi del museo torinese, classificati come “unici o rarissimi”.

Questo evento epocale, rimasto a lungo poco noto al grande pubblico, rappresentò un esempio di pianificazione e collaborazione straordinarie per preservare un’eredità culturale inestimabile dai rischi del conflitto. I piani per il salvataggio delle opere erano stati predisposti già negli anni della prima guerra mondiale (1915-1918) e furono messi a punto proprio in occasione della seconda.

Tavola d’offerta, Epoca Tarda, XXVI dinastia (664-525 a.C.), granito rosa, proveniente da Deir el-Medina, scavi Schiaparelli (1905), Museo Egizio, Torino.
Tavola d’offerta, Epoca Tarda, XXVI dinastia (664-525 a.C.), granito rosa, proveniente da Deir el-Medina, scavi Schiaparelli (1905), Museo Egizio, Torino.
Tavola d’offerta di Nya, Nuovo Regno, XIX dinastia (1292-1191 a.C.), arenaria Probabile provenienza da Tebe, Museo Egizio, Torino.
Tavola d’offerta di Nya, Nuovo Regno, XIX dinastia (1292-1191 a.C.), arenaria Probabile provenienza da Tebe, Museo Egizio, Torino.
Frammento di sarcofago, Epoca Tarda (661-332 a.C.), Calcare, Provenienza ignota, Museo Egizio, Torino.
Frammento di sarcofago, Epoca Tarda (661-332 a.C.), Calcare, Provenienza ignota, Museo Egizio, Torino.

Un percorso tra storia e arte

La mostra, allestita nelle sale storiche del Castello, si apre con il video Custodia. Proteggere il patrimonio culturale dalla seconda guerra mondiale ad oggi. La proiezione narra gli eventi storici legati alla tutela del patrimonio italiano, dai piani di salvaguardia elaborati durante la prima guerra mondiale fino alle azioni contemporanee del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tra le immagini proposte, spiccano riprese storiche dell’Archivio Luce e documenti che testimoniano il ruolo di Agliè come rifugio per i tesori artistici piemontesi.

Il percorso espositivo continua con due sezioni principali. La prima, Agliè e il patrimonio del Museo Egizio, celebra il legame tra il Castello e i reperti trasportati dalle casse di Torino. Un allestimento suggestivo riproduce l’atmosfera di quei giorni, esponendo alcune opere del Museo Egizio, tra cui oggetti legati al corredo funerario della tomba di Kha e Merit, custoditi a lungo ad Agliè. La seconda sezione, La passione per l’antico di Carlo Felice e Maria Cristina, è dedicata all’interesse per l’archeologia dei sovrani sabaudi. Nel 1823 Carlo Felice acquistò i primi reperti del Museo Egizio e fece trasferire numerosi manufatti archeologici al Castello, dando vita alla Sala Tuscolana, un vero e proprio “museo nel museo”.

L’esperienza del Castello di Agliè durante il conflitto si inserisce in un contesto più ampio, quello degli sforzi internazionali per proteggere l’arte e la cultura dalle devastazioni belliche. In Italia, già alla fine del 1942, si intensificarono le operazioni per mettere in sicurezza le opere mobili, sfruttando località periferiche e relativamente sicure come Agliè. Questi episodi, resi celebri dal film Monuments Men, raccontano non solo la distruzione, ma anche il coraggio di uomini e donne che salvarono tesori inestimabili.

La mostra si conclude con una riflessione contemporanea sul valore del patrimonio culturale. Viene esplorata l’attività della Task Force italiana “Unite4Heritage”, istituita nel 2016 e ribattezzata Caschi Blu della Cultura nel 2022. Questo contingente, unico al mondo, opera per tutelare l’arte in contesti di crisi, consolidando una tradizione di salvaguardia iniziata in epoca bellica. Le opere d’arte infatti non smettono di correre rischi anche oggi: basti pensare alle distruzioni operate nel Medio Oriente dall’Isis, con la distruzione di capolavori millenari, il saccheggio del museo di Baghdad e il brutale assassinio dell’archeologo Khaled al-Asaad, direttore del sito archeologico di Palmira, in Siria.

Oltre alla mostra, il programma prevede attività didattiche per le scuole primarie e secondarie, volte a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della tutela del patrimonio culturale. Il progetto coinvolge il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, e culminerà in un convegno finale, organizzato in collaborazione con l’Università di Torino, per discutere il tema della protezione dei beni artistici e culturali.

Jacques Berger (Chambéry, 1754 – Napoli, 1822), Maria Cristina di Borbone-Napoli, 1816, olio su tela, Castello di Agliè.
Jacques Berger (Chambéry, 1754 – Napoli, 1822), Maria Cristina di Borbone-Napoli, 1816, olio su tela, Castello di Agliè.
Erma bifronte raffigurante Dioniso e Arianna, Età romana imperiale da originale di V secolo a.C., marmo bianco, Castello di Agliè.
Erma bifronte raffigurante Dioniso e Arianna, Età romana imperiale da originale di V secolo a.C., marmo bianco, Castello di Agliè.
Erma raffigurante un satiro, I secolo, marmo rosso antico, Castello di Agliè.
Erma raffigurante un satiro, I secolo, marmo rosso antico, Castello di Agliè.
Coppia di anfore etrusche in stile geometrico, fine VIII-inizio VII secolo a.C., Castello di Agliè.
Coppia di anfore etrusche in stile geometrico, fine VIII-inizio VII secolo a.C., Castello di Agliè.
Coppia di anfore etrusche in stile geometrico, fine VIII-inizio VII secolo a.C., Castello di Agliè.
Coppia di anfore etrusche in stile geometrico, fine VIII-inizio VII secolo a.C., Castello di Agliè.
Modellino del tempio cosiddetto di Nettuno di Paestum, prima metà XIX secolo, sughero, legno e fibre vegetali, Castello di Agliè.
Modellino del tempio cosiddetto di Nettuno di Paestum, prima metà XIX secolo, sughero, legno e fibre vegetali, Castello di Agliè.
Modellino del tempio cosiddetto di Nettuno di Paestum, prima metà XIX secolo, sughero, legno e fibre vegetali, Castello di Agliè.
Modellino del tempio cosiddetto di Nettuno di Paestum, prima metà XIX secolo, sughero, legno e fibre vegetali, Castello di Agliè.

Un’eredità per il futuro

Custodi dell’Antico non è solo una mostra, ma un invito a riflettere sull’importanza di preservare l’arte e la storia come eredità comune per le generazioni future. Da episodi storici come quelli vissuti ad Agliè emerge una consapevolezza: il patrimonio culturale non è solo un insieme di opere, ma un elemento fondamentale del nostro senso di identità.

La mostra sarà visitabile negli orari di apertura del Castello fino al 2 marzo 2025. Un appuntamento importante per chi desidera conoscere un capitolo affascinante della storia italiana e scoprire il ruolo cruciale di Agliè nella protezione del patrimonio artistico nazionale. Orario di visita: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, ultimo ingresso un’ora prima. Chiuso il martedì. Biglietti: intero 8 euro, ridotto 2 euro dai 18 ai 25 anni; gratuito per minori di 18 anni; gratuito per docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente; studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card; Royal Pass; personale MiC; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale; persone con disabilità e accompagnatori.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraCustodi dell’Antico. Opere dell’Egizio e altri tesori al Castello di Agliè durante la seconda guerra mondiale
CittàAglie
SedeCastello di Aglie
DateDal 14/12/2024 al 02/03/2025
CuratoriAlessandra Gallo Orsi, Elisabetta Silvello

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