Dal 14 settembre 2019 al 6 gennaio 2020, la Basilica e l’ex Refettorio Monastico di San Benedetto Po (Mantova) ospitano la mostra Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano. La mostra, curata da Paolo Bertelli, intende presentare il contesto culturale che animò il monastero di San Benedetto in Polirone a San Benedetto Po nel XVI secolo. “La renovatio promossa da Giulio Romano all’interno degli spazi dell’edificio sacro”, si legge nella presentazione, “si colloca all’interno di un più ampio fermento innovatore che, nel corso del secolo, vide l’intervento di Correggio, dello scultore Antonio Begarelli, di Fermo Ghisoni e di altri artefici che diedero al complesso una veste moderna”.
Nel refettorio polironiano si conserva un celebre affresco giovanile di Correggio (Antonio Allegri; Correggio, 1489 circa - 1534), un’architettura dipinta, realizzata tra il 1513 e il 1514 da un allora poco più che ventenne Antonio Allegri, che doveva ospitare un’Ultima cena (un’interpretazione della famosa pittura murale di Leonardo da Vinci) dipinta nel 1514 dal veneto Girolamo Bonsignori (Verona, 1472 - Mantova, 1529). L’opera fu installata nel refettorio e vi rimase per quasi trecento anni: poi, a seguito delle spoliazioni napoleoniche, fu asportata dal monastero e oggi è conservata al Museo Baruffaldi di Badia Polesine dopo aver conosciuto varie peripezie (in Francia passò di proprietario in proprietario, fino al suo ritorno in Italia, proprio a Badia Polesine, nel 1927). Proprio l’Ultima cena di Bonsignori è una delle opere protagoniste della mostra: tornerà infatti temporaneamente nel suo luogo di origine per riunirsi alle architetture dipinte del Correggio. L’opera, di dimensioni imponenti (è larga più di sette metri) è stata trasferita nelle scorse ore, con operazioni difficili che hanno comportato anche l’abbattimento di un muro.
La mostra esporrà inoltre pale d’altare, dipinti, documenti d’epoca, sculture, codici miniati, disegni, paramenti liturgici e tessuti del XV e del XVI secolo. L’apertura della rassegna è affidata a un ritratto di Giulio Romano, a cui sono affiancati, nella stessa sala, un disegno di Federico Zuccari e alcune pale che appartengono al corredo cinquecentesco della basilica. Qui, Giulio Romano aveva sottoscritto, pochi anni prima della sua scomparsa, un contratto per la realizzazione delle varie pale d’altare, che furono, perlopiù, realizzate da Fermo Ghisoni. Il percorso prosegue quindi con il Correggio, presente in Polirone nel 1514 per firmare un contratto per la realizzazione delle ante e del podium dell’organo. Per contestualizzare l’Ultima cena di Bonsignori ci saranno anche una grande Ultima cena di Lorenzo Costa il Giovane, già all’interno del Refettorio polironiano, e alcuni disegni di Giulio Romano (come il bozzetto preparatorio per uno degli ottagoni della Loggia di Davide di Palazzo Te). Seguono i dipinti cinquecenteschi, specie quelli della scuola veneta: un Cristo luce del mondo di Paris Bordon, una copia settecentesca di una delle pale di Paolo Veronese (anche queste vittime delle spoliazioni di Napoleone), una Madonna col Bambino di Paolo Farinati, una scultura di Antonio Begarelli presente in quanto rimando all’importante corpus scultoreo di Begarelli conservato all’interno della basilica, e quattro codici miniati cinquecenteschi provenienti dalla biblioteca polironiana.
Chiude il percorso nel refettorio una celebre incisione di Alberto Ronco raffigurante l’albero benedettino. Benché già seicentesca, l’incisione è preziosa in quanto riporta la facciata della basilica pensata da Giulio Romano, che il visitatore può vedere uscendo dal refettorio ed entrando in chiesa. La basilica conserva ancor oggi molte opere d’arte cinquecentesche: architetture, decorazioni, pale d’altare. L’ultima sezione della mostra, quella liturgica, è allestita nella sagrestia con l’esposizione di antichi e preziosi paramenti (ritrovati nel corso di una recente ricognizione e risalenti al XV e XVI secolo), accompagnati dai candelieri e dalle cartegloria originali del Cinquecento e dalla riproduzione dell’antica pala dell’altare maggiore, oggi conservata al Louvre.
Il Museo Civico Polironiano apre, in periodo estivo, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dall 15 alle 18, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 18. In periodo invernale, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14:30 alle 17:30, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio. Biglietti (compresa visita alla basilica): 8 euro l’intero, 7 euro il ridotto, 5 euro il ridotto per le scuole. Visita al solo museo: 5 euro intero, 4 euro il ridotto. Biglietto speciale famiglia: per ogni adulto, un bambino gratis fino ai 17 anni. Per info è possibile visitare il sito del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po.
La mostra, che concorre a celebrare l’anno dedicato a Giulio Romano (che culmina con la grande mostra di Mantova in apertura a ottobre) nasce dalla collaborazione del Comune di San Benedetto Po, della Parrocchia di San Benedetto Po e degli Amici della Basilica di San Benedetto Po Onlus, con il supporto della Diocesi di Mantova e del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova.
Nell’immagine: un dettaglio delle architetture dipinte dal Correggio. Ph. Credit Carlo Perini
Titolo mostra | Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano | Città | San Benedetto Po | Sede | ex Refettorio Monastico | Date | Dal 14/09/2019 al 06/01/2020 | Temi | Cinquecento |
E il Correggio ritrova la sua Ultima cena. A San Benedetto Po una mostra sul Cinquecento nel monastero di Polirone |