Fino al 6 febbraio 2021, la galleria Tommaso Calabro di Milano ospita la mostra Casa Iolas. Citofonare Vezzoli, interamente dedicata al gallerista e collezionista greco Alexander Iolas (Alessandria d’Egitto, 1907 - New York, 1987), a cura di Francesco Vezzoli con un allestimento di Filippo Bisagni. Alexander Iolas fu uno dei più importanti mercanti d’arte della seconda metà del Novecento: tra i primi a creare un sistema internazionale di gallerie satelliti, introdusse il Surrealismo negli Stati Uniti e organizzò la prima mostra personale di Andy Warhol. Amico e sostenitore di alcuni dei più grandi artisti del suo tempo, Iolas iniziò tuttavia a essere dimenticato subito dopo la sua morte. La stessa sorte toccò alla sua casa di Atene, Villa Iolas, la cui inestimabile collezione d’arte venne saccheggiata e andò in gran parte dispersa.
Risultato di una ricerca sull’attività espositiva di questo visionario mercante d’arte, Casa Iolas. Citofonare Vezzoli intende rievocare gli spazi perduti della sua leggendaria abitazione. Attraverso lo sguardo dell’artista Francesco Vezzoli, la mostra propone la riscoperta di una figura cardine del mercato dell’arte novecentesco. Inoltre, con questo progetto, Tommaso Calabro continua il suo iter espositivo finalizzato a valorizzare alcuni dei galleristi più importanti, ma spesso parzialmente dimenticati, del ventesimo secolo. Casa Iolas. Citofonare Vezzoli è il secondo capitolo di un percorso avviato dalla galleria nel 2018 con la mostra inaugurale dedicata all’italiano Carlo Cardazzo (Venezia, 1908 - Pavia, 1963).
Nato nel 1907 ad Alessandria d’Egitto con il nome di Costantino Koutsoudis in una famiglia greca di commercianti di cotone, Alexander Iolas, come si farà chiamare più tardi, mostra fin da ragazzo una predisposizione per la musica e la danza. Contro il volere della famiglia, all’età di diciassette anni si trasferisce a Parigi e poi a Berlino, dove lavora come ballerino professionista. Con l’avvento del nazismo, si sposta nuovamente a Parigi, città in cui avviene il suo primo incontro con l’arte. A Montparnasse acquista la sua prima opera d’arte, un dipinto di Giorgio De Chirico intravisto nella vetrina di una galleria in Rue Marignan. Durante gli anni di permanenza nella capitale francese, Iolas si avvicina alla corrente Surrealista e stringe amicizie con i più importanti artisti dell’epoca, tra cui Georges Braque, Man Ray, Pablo Picasso e de Chirico stesso. Nel 1944 si trasferisce a New York, dove balla alla Metropolitan Opera. In seguito a un infortunio al piede, decide di intraprendere una nuova carriera nell’arte lavorando come Gallery Manager alla Hugo Gallery, che dirigerà per i successivi dieci anni. Qui dedica mostre agli artisti surrealisti incontrati a Parigi, tra cui Max Ernst (1946), René Magritte (1947) e Victor Brauner (1947) e, nel 1952, organizza la prima personale di Andy Warhol dedicata a una serie di disegni ispirati ai testi di Truman Capote. Grazie alla sua personalità istrionica e a un infallibile acume commerciale, Iolas si fa presto strada nella scena artistica newyorkese, fino a inaugurare un suo spazio nel 1955 insieme all’ex ballerino Brooks Jackson, la Jackson-Iolas Gallery. Negli anni successivi, apre una rete internazionale di gallerie d’arte (Parigi, Ginevra, Milano, Madrid, Roma e Atene) dove mostre di Brauner, Copley, Fontana, Yves Klein, Kounellis, Magritte, Raysse, Matta, Nicky De Saint Phalle e molti altri si susseguono senza sosta per anni. Nel 1976, alla morte dell’amico Max Ernst, Iolas chiude tutte le sue gallerie in Europa, mantenendo una promessa fatta all’artista.
Negli anni Settanta, Iolas realizza il sogno di creare una casa ad Atene dove allestire la sua vasta collezione. Villa Iolas, costruita nel quartiere popolare di Aghia Paraskevi su un’estensione di settecento metri quadrati e interamente ricoperta di marmo bianco, ospitava l’inestimabile collezione del gallerista. Nelle sue numerose stanze, antichità greche, egizie, romane, bizantine e orientali trovavano spazio accanto alle opere dei più importanti artisti moderni. A seguito della morte di Iolas nel 1987, la mancanza di un testamento scritto, discordie tra gli eredi e l’intenzione mai concretizzata della municipalità locale di trasformare la villa in un centro culturale la condannarono a un triste destino di abbandono e vandalismo. A eccezione di alcune opere donate dal gallerista al Centre George Pompidou e delle quarantaquattro opere donate al Macedonian Museum of Contemporary Art, il resto della sua collezione venne venduto o andò disperso.
Uomo istrionico, capace di incantare i salotti culturali internazionali in cinque lingue diverse con un innegabile savoir faire, Alexander Iolas ha determinato il corso del mercato dell’arte del secondo Nocevento. La Galleria Tommaso Calabro ne rievoca la vita e la personalità esponendo opere di alcuni degli artisti da lui esposti: Victor Brauner, William N. Copley, Giorgio de Chirico, Niki de Saint Phalle, Max Ernst, Lucio Fontana, Paul Klee, Yves Klein, Les Lalannes, Georges Mathieu, Roberto Matta, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Man Ray, Martial Raysse, Fausta Squatriti, Takis e Jean Tinguely. Nelle sale della galleria trasformate nelle stanze di Casa Iolas, Francesco Vezzoli intesse un dialogo con l’universo del gallerista greco inserendo nel percorso espositivo alcune sue sculture recenti, di cui due inedite, e tre opere a ricamo realizzate per l’occasione. Secondo Vezzoli, “Casa Iolas vuole essere non solo un omaggio a un grande gallerista quasi dimenticato, ma anche a una cultura galleristica basata su relazioni personali di amicizia, fiducia e stima reciproche, che il sistema del mercato dell’arte contemporaneo sembra aver definitivamente cancellato. Per questo motivo ho voluto omaggiare la figura di Iolas nella sua interezza, come gallerista e collezionista, come dandy del mercato dell’arte e come esteta”.
Casa Iolas viene dunque idealmente rievocata attraverso un allestimento che andrà a operare su tre livelli attraverso l’esposizione di opere di artisti esposti da Iolas, lavori di Francesco Vezzoli e complementi d’arredo che si rifanno all’estetica della villa. Il percorso allestitivo, che coinvolge tutti gli spazi della galleria, è scandito in ogni stanza da punti focali in cui i tre livelli si fondono in vere e proprie installazioni scenografiche. Le finestre sbarrate contribuiscono a creare l’idea di essere all’interno della casa, appena prima che avvenga la sua inevitabile devastazione. La mostra è accompagnata da un prezioso catalogo interamente illustrato disponibile in galleria e sul relativo sito web. Il volume, pubblicato da Electa Editore, include un saggio di Luca Massimo Barbero, tre interviste a Iolas, una conversazione tra Tommaso Calabro e Francesco Vezzoli, un testo di Filippo Bisagni sull’allestimento della mostra, insieme a una ricca selezione di materiale d’archivio inedito.
Nella foto: una sala della mostra.
Titolo mostra | Casa Iolas. Citofonare Vezzoli | Città | Milano | Sede | galleria Tommaso Calabro | Date | Dal 30/11/-0001 al 06/02/2021 | Artisti | Alexander Iolas | Curatori | Francesco Vezzoli | Temi | Milano, galleria Tommaso Calabro, Alexander Iolas |
Milano, alla galleria Tommaso Calabro la mostra su Alexander Iolas, gallerista dimenticato |