Blake e la sua epoca: alla Reggia di Venaria una mostra sui sogni visionari del maestro inglese


La Reggia di Venaria accoglie “Blake e la sua epoca. Viaggi nel tempo del sogno”, ultima mostra della trilogia dedicata ai maestri britannici romantici. In collaborazione con la Tate UK, l’esposizione curata da Alice Insley presenta oltre cento opere di Blake e un’installazione che ne anima i capolavori.

Dopo le mostre John Constable. Paesaggi dell’anima e Turner. Paesaggi della Mitologia, la Reggia di Venaria conclude la trilogia dedicata al Romanticismo inglese ospitando una mostra esposizione su William Blake (Londra, 1757 – 1827), uno dei più visionari artisti della storia dell’arte. Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, nelle Sale delle Arti del maestoso complesso alle porte di Torino, si terrà Blake e la sua epoca. Viaggi nel tempo del sogno, una mostra realizzata in collaborazione con la Tate UK, che presenta al pubblico 112 opere del maestro britannico. Curata da Alice Insley, storica dell’arte esperta di arte britannica (1730-1850) presso la Tate, l’esposizione rappresenta un’occasione unica per esplorare l’immaginario mistico e simbolico di Blake, un artista la cui opera è stata rivalutata e riconosciuta solo molti anni dopo la sua scomparsa.

La mostra intende offrire ai visitatori la possibilità di esplorare non solo l’arte di Blake ma anche il contesto culturale e intellettuale in cui si sviluppò. L’artista è spesso associato a un approccio mistico alla realtà e a un uso simbolico della rappresentazione, elementi che si riflettono nella struttura della mostra, che mira a ricostruire l’intero universo visionario dell’artista attraverso un racconto per immagini e temi simbolici.

Grazie a prestiti eccezionali e alla collaborazione con la Tate UK, i visitatori potranno vedere dal vivo le sfumature di colore, i dettagli iconografici e i simboli che rendono unica l’opera di Blake, esplorando il suo profondo interesse per il gotico, il soprannaturale e la dimensione spirituale dell’esistenza umana.

William Blake, Oberon, Titania e Puck con le Fate che danzano (1786 circa; acquerello e grafite su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Oberon, Titania e Puck con le Fate che danzano (1786 circa; acquerello e grafite su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, La notte della gioia di Enitharmon (già detta 'Ecate') (1795 circa; stampa a colori, inchiostro, tempera e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, La notte della gioia di Enitharmon (già detta ’Ecate’) (1795 circa; stampa a colori, inchiostro, tempera e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Casa della Morte (1795-1805 circa; stampa a colori, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Casa della Morte (1795-1805 circa; stampa a colori, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il Corpo di Abele Trovato da Adamo ed Eva (1826 circa; inchiostro, tempera e oro su mogano; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il Corpo di Abele Trovato da Adamo ed Eva (1826 circa; inchiostro, tempera e oro su mogano; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, L'Iscrizione Sopra la Porta (1824-1827 circa; grafite, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, L’Iscrizione Sopra la Porta (1824-1827 circa; grafite, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il bestemmiatore (1805 circa; grafite, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il bestemmiatore (1805 circa; grafite, inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il fantasma di una pulce (1819-1820 circa; tempera e oro su mogano; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Il fantasma di una pulce (1819-1820 circa; tempera e oro su mogano; Londra, Tate). Foto: Tate

William Blake e l’immaginario visionario

Pittore, incisore e poeta, William Blake fu una figura centrale della cultura inglese del Romanticismo, il cui lavoro, permeato di simbolismo e riferimenti mistici, ha influenzato generazioni di artisti e scrittori. Durante la sua vita, Blake rimase in gran parte ignorato dal pubblico e dall’élite culturale, ma la sua opera è oggi considerata un esempio di espressione visionaria senza precedenti. La mostra, pensata per riportare in vita l’immaginazione e l’energia che pervadevano il suo lavoro, invita i visitatori a un “viaggio nel tempo del sogno” in un periodo di grandi cambiamenti e conflitti, in cui l’arte e la letteratura britanniche cercavano nuovi linguaggi espressivi.

Blake visse in un’epoca di grandi trasformazioni sociali e politiche, dalla Rivoluzione Americana a quella Francese, eventi che influenzarono profondamente il suo pensiero e le sue creazioni. La mostra analizza questi cambiamenti attraverso una struttura tematica, che presenta le opere di Blake accanto a quelle di artisti contemporanei e successivi, ispirati dal suo stile e dalla sua visione. Ogni sezione illustra un aspetto chiave dell’immaginario blakiano, con titoli evocativi come Incantesimi, Creature fantastiche, Orrore e Pericolo, Il Gotico, Satana e gli Inferi.

William Blake, Giuda lo Tradisce (1803-1805 circa; inchiostro, grafite e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, Giuda lo Tradisce (1803-1805 circa; inchiostro, grafite e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, La Sepoltura (1805 circa; inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
William Blake, La Sepoltura (1805 circa; inchiostro e acquerello su carta; Londra, Tate). Foto: Tate
Henry Singleton, Ariel sul dorso di un pipistrello (esposto nel 1819; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Henry Singleton, Ariel sul dorso di un pipistrello (esposto nel 1819; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Theodor von Holst, Scena dal Faust di Goethe (1834; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Theodor von Holst, Scena dal Faust di Goethe (1834; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Theodor von Holst, Gli amanti delle Fate (1840 circa; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Theodor von Holst, Gli amanti delle Fate (1840 circa; olio su tela; Londra, Tate). Foto: Tate
Edward Dayes, La caduta degli angeli ribelli (1798; acquerello, gouache, inchiostro e oro su carta; Londra, Tate).
Edward Dayes, La caduta degli angeli ribelli (1798; acquerello, gouache, inchiostro e oro su carta; Londra, Tate). Foto: Tate

Il percorso espositivo

William Blake è uno dei più celebri artisti romantici britannici. La straordinaria originalità della sua arte e poesia continua a ispirare ancora oggi. Ma non era l’unico: molti artisti abbracciarono l’irrazionale e l’emotivo, affrontarono temi altamente soggettivi e cercarono una rinnovata spiritualità o una via di fuga durante quei decenni. Come Blake, rispondevano a un mondo in fermento. L’immaginazione romantica che emerse in Gran Bretagna nacque dall’umiliante sconfitta nelle guerre d’indipendenza americane, dalle onde d’urto delle rivoluzioni francese e haitiana degli anni Novanta del Settecento, dalle difficoltà delle lunghe guerre con la Francia, da anni di disordini politici e sociali in patria e dal rapido ritmo dello sviluppo tecnologico e industriale. L’arte di Blake e dei suoi contemporanei rivela lo spirito della loro epoca.

La mostra si apre con la sezione Orrore e Pericolo. Di fronte ai grandi cambiamenti e fermenti, molti artisti hanno cercato di adattarsi ai profondi sconvolgimenti del mondo che li circondava. Questo comportò l’abbracciare il sublime, creando arte che potesse suscitare emozioni di paura e stupore, piuttosto che essere semplicemente bella. Questi temi aprirono nuove possibilità immaginative agli artisti romantici. Essi potevano ormai raffigurare soggetti sconvolgenti, persino inquietanti, suscitando una maggiore gamma di risonanze emotive. Nell’opera di Blake ciò si esprime attraverso corpi contorti e conturbanti e l’illustrazione dell’angoscia e del tormento. Tra i suoi contemporanei proliferano i temi più cupi della prigionia, della follia, dell’orrore, del pericolo e della malattia, così come le immagini drammatiche della natura. Gli artisti inglesi esplorarono sempre più il potere e i pericoli del mondo naturale, distorcendo la luce, le proporzioni e lo spazio per suscitare le emozioni dello spettatore.

La seconda sezione è Creature fantastiche. Alla fine del XVIII secolo abbondavano le immagini del soprannaturale e del fantastico, del sorprendente e del mostruoso. Queste creature stravaganti davano libero sfogo all’immaginazione degli artisti e soddisfacevano il nuovo gusto per lo sconvolgente e il terrificante. In un mondo in cui gli ideali illuministici e il progresso erano sempre più messi in discussione, l’irrazionale e l’ultraterreno sembravano molto più attraenti. Si dice che i mostri di Blake gli apparissero in visioni. Altri artisti, nel frattempo, si rivolsero alle apparizioni, alle streghe e ai mostri della letteratura e del folklore, comprese le creature di Shakespeare e della tragedia greca. Con il fiorire della satira grafica in questi anni, queste creature fantasiose o grottesche acquisirono una nuova nitidezza, mettendo a nudo i vizi della società contemporanea. Si continua poi con la sezione Incantesimi. Sebbene molte persone considerassero le fate e gli spiriti come una finzione o una superstizione, essi continuarono a essere presenti nelle arti visive dell’epoca. Artisti come Blake e Heinrich Füssli diedero nuova vita immaginativa al regno delle fate e degli spiriti. Le loro immagini erano spesso popolate da personaggi femminili, che apparivano in modi seducenti e incantevoli. Le fate si intrecciarono strettamente con le donne di fantasia nell’arte e nella letteratura dell’epoca, offrendo una sorta di piacere proibito agli spettatori. Entrambe potevano essere pericolose nella loro appetibilità, riflettendo le ansie contemporanee sulla sessualità femminile. Potevano anche rappresentare l’immaginazione stessa, suggerendo la sua libertà ma anche l’effetto potenzialmente trasformativo sul soggetto e sul corpo, nel bene e nel male.

Proseguendo, la quarta sezione è Romanticizzare il Passato: i tempi passati erano una ricca fonte di ispirazione per Blake e i suoi colleghi artisti. In mezzo alle difficoltà e alle tensioni delle lunghe guerre con la Francia, le immagini e le storie del passato britannico potevano ispirare l’orgoglio nazionale, dare un senso di evasione o trasmettere messaggi contemporanei. Le lingue celtiche e nordiche, il folklore, l’arte e l’architettura acquistarono un nuovo fascino. Per gli artisti britannici, l’antico bardo assunse nuova forza come simbolo di resistenza e di sfida. Anche Shakespeare fu riscoperto in questi anni e le sue opere permisero di immaginare nuovamente un eroico passato nazionale. Anche la campagna inglese, le sue rovine e le sue chiese, si caricarono di un nuovo significato. Alcuni artisti, tra cui Blake, adottarono persino stili e tecniche artistiche storiche nel tentativo di entrare in contatto con le epoche passate. La quinta sezione si intitola Il Gotico. Il primo vero incontro di Blake con l’arte gotica avvenne quando era un giovane apprendista incisore che disegnava tombe nell’Abbazia di Westminster. Nel corso della sua vita, il gotico divenne centrale nella sua visione artistica, rappresentando un’arte spirituale e viva, un ideale senza tempo. Ma Blake non era il solo. Il Medioevo ha stimolato l’immaginazione romantica di artisti e scrittori come nessun’altra epoca passata. Questo ha assunto molte forme, dallo studio ravvicinato delle chiese gotiche all’esplorazione delle qualità evocative di antiche rovine e castelli, fino all’adozione di stili più lineari e precisi. Poteva inoltre essere interpretato in molti modi: per alcuni il gotico rappresentava una tradizione nazionale, per altri un vecchio ordine opprimente, per altri ancora poteva esprimere libertà politica e immaginativa, la possibilità di un cambiamento.

Infine, chiusura con la sezione Satana e gli Inferi. Gli artisti guardavano al passato così come immaginavano il futuro. Le catastrofi e i traumi degli anni 1790 e 1800, gli anni della rivoluzione e della guerra, della violenza brutale e dei sogni di libertà, sembravano inaugurare una nuova era. Come questa fosse si poteva solo intuire, suscitando sia la paura di orrori mai visti prima, sia la speranza di una trasformazione e redenzione. Non era più fantasioso credere che le profezie bibliche sulla fine del mondo si stessero avverando. Gli artisti diedero espressione visiva a questo senso di apocalisse imminente, riflettendo le ansie del loro tempo. Blake – che trascorse gli ultimi anni della sua vita a raffigurare i tormenti dei gironi infernali danteschi – non fu il solo a rappresentare soggetti satanici e infernali. Il destino e la rivelazione diventarono qualcosa di sensazionale.

Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani
Allestimenti della mostra. Foto: Andrea Guermani

Un percorso tra arte e mito, con opere inedite e un’installazione immersiva

Oltre alle opere bidimensionali, l’esposizione offre un’installazione multimediale in collaborazione con Blinkink e il regista Sam Gainsborough, una produzione esclusiva per la mostra alla Reggia di Venaria che proietta i visitatori nell’universo immaginario di Blake. Quest’installazione, accompagnata dalla colonna sonora elettronica di Aphex Twin, anima alcune delle opere più iconiche dell’artista, riproducendo su grande scala dipinti come La forma spirituale di Pitt che guida Behemoth, un’opera che Blake avrebbe voluto esporre come monumento pubblico, con dimensioni che raggiungessero i 30 metri di altezza, in omaggio alla “grandezza della nazione”.

Tra i pezzi forti della mostra vi è infatti questo visionario dipinto che rappresenta l’ex primo ministro William Pitt come un comandante biblico al centro di una scena apocalittica, un’immagine suggestiva e inquietante che riflette la concezione di Blake del potere e del patriottismo, tra devozione alla patria e critica alle sue derive.

Biglietti

Ingresso compreso nel biglietto Tutto in una Reggia o con i biglietti singoli della mostra – Intero: 12 euro, Ridotto: 10 euro (gruppi di min. 12, max. 25 persone e quanti previsti da Gratuiti e Ridotti), Ridotto ragazzi: 6 euro (under 21 -ragazzi dai 6 ai 20 anni- e universitari under 26), Scuole: 3 euro (classi minimo di 12, massimo 25 studenti, ingresso gratuito per 1 accompagnatore ogni 12 studenti). Gratuito: minori di 6 anni e quanti previsti da Gratuiti Diritti di prenotazione sull’acquisto dei titoli d’accesso per i gruppi (minimo 12, massimo 25 persone): 15 euro a gruppo - 7 euro a classe.

Per ulteriori informazioni: lavenaria.it – residenzerealisabaude.com

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraBlake e la sua epoca. Viaggi nel tempo del sogno
CittàVenaria Reale
SedeReggia di Venaria
DateDal 31/10/2024 al 02/02/2025
ArtistiWilliam Blake
CuratoriAlice Insley
TemiOttocento, Romanticismo, Arte Moderna

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