Quanto impattano i sistemi di tracciatura sulle nostre vite? A Bologna una mostra riflette sul tema


Dal 17 al 28 settembre 2024 la Biblioteca Salaborsa di Bologna presenta una mostra che si interroga sull’impatto dei sistemi di tracciatura sulle nostre vite. In mostra le opere dell’artista Dries Depoorter e del gruppo di ricerca Tactical Tech.

Sarà visitabile dal 17 al 28 settembre 2024 presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, When they see us, la mostra sull’impatto del tracciamento nello spazio fisico e digitale delle nostre vite onlife. La rassegna è curata dall’organizzazione culturale Sineglossa e promossa dalle associazioni The Good Lobby e Hermes Center for Digital Rights e info.nodes. When they see us è inoltre la prima iniziativa di The Next Real, una rassegna di eventi che Sineglossa cura a Bologna su arte, intelligenza artificiale e società. L’esposizione affronta il tema dei diritti digitali, riflettendo sui rischi dell’IA e sulle minacce della sorveglianza biometrica, attraverso le installazioni dell’artista belga Dries Depoorter (1991), e alcune opere del progetto The Glass Room Misinformation Edition del gruppo di ricerca Tactical Tech. Ad inaugurare l’esposizione sarà un talk tenuto da Depoorter, insieme al filosofo e saggista Franco “Bifo” Berardi e a Federico Bomba, direttore artistico di Sineglossa, moderato da Antonella Napolitano di Hermes Center. Nelle sue opere Dries Depoorter invita il pubblico ad assumere un atteggiamento attivo e critico verso i sistemi di controllo nello spazio pubblico, suggerendo la necessità di una scelta tra agire con responsabilità o diventare macchine esecutrici.

Tra le opere in mostra, l’installazione Jaywalking (2015-2024), dona all’utente la possibilità di premere un pulsante e inviare così un’e-mail alla stazione di polizia più vicina, segnalando un pedone che incautamente si muove fuori dalle strisce pedonali. Surveillance speaker (2018-2024) utilizza gli strumenti nel campo dei software di visione artificiale. L’opera legge le immagini trasmesse in tempo reale da una telecamera posta in cima ad un palo, grazie ad un sistema di IA. Border birds si compone di immagini raffiguranti uccelli che attraversano i confini tra alcuni paesi del mondo, catturate con telecamere aperte e intelligenza artificiale. Per il progetto, Dries Depoorter e sua sorella Bieke hanno sviluppato un software che ha catturato più di 3.474 uccelli attraverso diverse telecamere ai confini tra Messico e Stati Uniti, Marocco e Spagna, Grecia e Turchia, Francia e Inghilterra.

Il 25 Settembre presso l’Auditorium Biagi, Sineglossa, in collaborazione con Cineca, organizza la tavola rotonda Che cos’è un autore - Creare con le intelligenze artificiali generative. L’evento discute le conseguenze della produzione di opere d’arte tramite intelligenza artificiale sulla nozione filosofica e giuridica di autorialità parafrasando la conferenza di Michel Foucault. Tra gli ospiti che dialogheranno sul tema, Giovanni Leghissa, filosofo dell’Università di Torino tra i più brillanti esperti di Foucault in Italia, Maurizio Lana, digital humanist presso l’Università del Piemonte Orientale, gli artisti Francesco D’Isa, Roberto Fassone e Kamilia Kard, e lo scrittore Wu Ming 2. La tavola rotonda è organizzata con il patrocinio del Comune di Bologna, realizzata nell’ambito dei progetti europei GRIN S+T+ARTS ed EUROPEAN DIGITAL DEAL, cofinanziati dall’Unione Europea.

Dries Depoorter e Bieke Depoorter, Border Birds (2022)
Dries Depoorter e Bieke Depoorter, Border Birds (2022)
Dries Depoorter, Surveillance Speaker. Foto: Tom Cornille
Dries Depoorter, Surveillance Speaker. Foto: Tom Cornille

"La mostra nel suo complesso propone quindi una riflessione sulle implicazioni etiche di uno sguardo meccanico che osserva, analizza e giudica”, spiega Federico Bomba, presidente di Sineglossa. “Fino ad oggi infatti il potersi riconoscere tra simili è stata considerata un’esperienza significativa riservata agli esseri viventi, in grado di rendere i propri simili vicini, familiari. Con l’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale nelle tecnologie biometriche, la capacità di riconoscere ed essere riconosciuti a partire dalle proprie caratteristiche, fisiche o comportamentali, passa a essere un’abilità anche delle macchine.”

“Con questa mostra desideriamo portare il dibattito sui rischi insiti nell’uso delle tecnologie di sorveglianza al di fuori delle cerchie di esperti o attivisti dove solitamente avviene”, dichiara Martina Turola, responsabile comunicazione di The Good Lobby. “Attraverso la campagna Reclaim Your Face, lanciata anni fa per proteggere le nostra libertà di movimento e protesta e la nostra privacy dall’intruvisità dei sistemi di riconoscimento biometrico, ci siamo resi conto infatti di quanto sia fondamentale fare in modo che le persone conoscano le implicazioni connesse all’utilizzo di queste tecnologie. Pensiamo che l’arte possa contribuire in maniera sostanziale a provocare una conversazione nella società, soprattutto quando è capace di coinvolgere interattivamente il proprio pubblico, come nel caso delle opere di Depoorter, che ci inducono a metterci nei panni di potenziali sorveglianti o sorvegliati e ad agire di conseguenza”.

“La velocità con cui l’intelligenza artificiale è passata dall’essere una tecnologia avveniristica ad uno strumento di uso comune ci costringe ad una riflessione allargata sulle sue implicazioni e ricadute sociali. A spaventare è in particolare il potenziale in termini di sorveglianza e controllo”, sostiene Davide Del Monte, direttore di Hermes Center. “I confini normativi che consentono l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico negli spazi pubblici, primo fra tutti il recente regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, sono troppo deboli - e tardivi - per consentire una reale protezione delle persone. Per questo è fondamentale una maggiore consapevolezza nella cittadinanza, che deve essere in grado di riconoscere i rischi e abusi e di sviluppare azioni collettive per rafforzare le tutele per tutti e tutte”.

Note sugli artisti

Dries Depoorter (1991) è un artista belga che lavora con la tecnologia. Le sue opere, accattivanti e umoristiche, affrontano temi come la privacy, i social media, l’intelligenza artificiale e la sorveglianza. Tra le sue creazioni ci sono diversi prodotti come app, giochi e installazioni interattive. Ha studiato elettronica per sei anni, per poi iscriversi ad una scuola d’arte. Oggi Dries Depoorter espone e tiene conferenze a livello internazionale e lavora come libero professionista occupandosi di processi digitali. Dries ha esposto al Barbican London, Art Basel, Mutek Festival Montreal, Bozar, Para Site Hong Kong, Mozilla The Glass Room San Francisco, IDFA Doclab, Mundaneum, FOMU, Ars Electronica, NRW, World Press Photo, WIRED25, HEK. Dries ha tenuto conferenze per TEDx, MoMA, SXSW, Chanel, Adidas, Mutek Festival, STRP festival, Dutch Design Week e web2day.

Tactical Tech un’organizzazione creativa senza scopo di lucro, attiva a livello internazionale, che sviluppa e condivide intuizioni, strumenti ed esperienze per rendere le comunità di tutto il mondo capaci di navigare e plasmare il nostro futuro collettivo sociale, politico e ambientale, nel contesto di un mondo sempre più digitale. 

Informazioni pratiche

Ingresso: martedì 17/09: 19:00-20:00; mercoledì 18/09 - venerdì 20/09: 9:00 - 20:00; sabato 21/09 dalle 9.00 alle 19.00; lunedì 23/09: 14:00-20:00; martedì 24/09 - venerdì 27/09: 9:00-20:00; sabato 28/09: 9:00-19:00; domenica chiuso.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraWhen they see us
CittàBologna
SedeBiblioteca Salaborsa
DateDal 17/09/2024 al 28/10/2024
ArtistiFabrizio Ajello e Francesco D'Isa, Dries Depoorter, Roberto Fassone, Kamilia Kard
CuratoriSineglossa
TemiIntelligenza Artificiale, Arte digitale, Arte Multimediale

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