Dal 28 aprile all’11 giugno 2023, a Reggio Emilia, lo spazio Binario49 ospita la mostra a ribbon and prayer - da spazi laici a luoghi sacri, progetto fotografico di Massimiliano Camellini (Venezia, 1964) a cura di Andrea Tinterri e Benedetta Incerti. La rassegna rivela la trasformazione culturale e sociale di luoghi precedentemente dedicati al lavoro, all’abitazione, al commercio, al tempo libero, in luoghi di culto. Piccoli magazzini, capannoni industriali, laboratori, fattorie: edifici forzati a cessare la loro attività per il cambiamento di paradigmi economici e sociali, sono stati “riscattati” da comunità religiose (spesso composte di migranti) che li hanno trasformati in luoghi di preghiera, dando loro una nuova luce e una nuova prospettiva. Andrea Tinterri lo descrive come “un processo che lascia spazio a un dibattito complesso, sulle cicatrici del capitalismo e dell’Occidente che vengono occupate, come fossero voragini fisiche, da comunità religiose, quasi sempre extraeuropee. […] La dimensione del lavoro è uno spettro che appare sotto forma di dettagli, residui alle pareti, la stessa configurazione dei soffitti, dei pavimenti. Dove prima c’era un banco di lavoro ora si materializza un altare carico di simboli e oggetti necessari al rito”.
L’indagine fotografica di Massimiliano Camellini ha toccato tutte le confessioni religiose, dall’Induismo al Cattolicesimo, dalle chiese Evangeliche a quelle Pentecostali, dall’Islam al Sikhismo, dallo Scintoismo al Buddismo e molte altre. La sua macchina da presa svela piccoli mondi invisibili ai più: un tempio indù dietro i locali poco invitanti di un magazzino abbandonato; paia di scarpe accuratamente allineate all’ingresso di una sala di preghiera musulmana in un ex edificio industriale; l’iconostasi riccamente decorata e il lampadario in ottone di una chiesa moldava dietro le persiane di un’ex macelleria; le spaziose sale di preghiera delle congregazioni pentecostali e la loro fredda funzionalità estetica. Il progetto fotografico, iniziato nel 2017, al momento principalmente europeo ma con l’obiettivo di estendersi a tutti i continenti nel prossimo futuro, dà una rappresentazione di tutte le religioni esistenti sul pianeta al fine di realizzare auspicabilmente una ricerca antropologica attraverso le immagini sull’evoluzione di spazi e oggetti comuni in luoghi di adorazione.
Il nastro (ribbon) evoca allo stesso tempo sia quegli oggetti che nelle antiche culture sono utilizzati a ornamento di luoghi sacri per evocare la memoria e la fede, sia il drappo o la tenda, visibili spesso nelle immagini, che metaforicamente sono in grado di trasformare un luogo “pagano” in sacro. Lo stesso luogo espositivo Binario49 appare come luogo di confine (evoluto da commerciale a culturale) ma anche simbolo di riscatto sociale, tanto che nel 2019 Sebastião Salgado lo ha scelto per la prima tappa italiana del suo progetto “Africa”. L’oscurità che avvolge le immagini e le loro installazioni conduce lo spettatore alla preghiera (prayer) e suggerisce l’inizio di un altro racconto.
La serie è presentata attraverso coppie di immagini per ogni luogo: un’immagine di fondo che mostra l’aspetto esterno (e il passato) della struttura, virata dal colore “guida” della relativa fede, e un’altra immagine, incorniciata dalla prima o esposta come altare davanti a questa, che rivela l’interno (e il presente) dove appunto “un nastro e una preghiera” hanno riscritto l’aspetto di questi luoghi modificandone la funzione. Come scrive Veronica della Dora nel suo saggio Invisible Visibilities, Visible Invisibilities: Reflections on the Infrasecular incluso nel volume Handbook of the Geographies of Religion (a cura di L. Kong et al., New York: Springer): “Ciò che mi colpisce in queste immagini sono gli accostamenti inaspettati tra i diversi, a volte anche esotici, e curati interni degli edifici e i loro squallidi e anonimi esterni. […] Privi di persone e di azione, nelle fotografie di Camellini, questi spazi sono avvolti da una sorta di qualità silenziosa e spettrale. Emergono dallo sfondo scuro come scansioni a raggi X o immagini a infrarossi che rivelano uno strato latente o dimenticato della società. ’Infra" non riguarda solo la via di mezzo e l’interstizialità. Riguarda anche l’invisibilità delle strutture sotterranee normalmente nascoste allo sguardo”. A ribbon and prayer è stato esposto per la prima volta nel 2022 presso lo Spazio Eventi La Toletta (Venezia), con la direzione artistica di Michele Alassio, all’interno di una prestigiosa rassegna fotografica di autori internazionali.
Massimiliano Camellini si è avvicinato alla fotografia di ricerca negli anni Novanta. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012) Al di là dell’acqua (2016), e l’ultimo progetto, a ribbon and a prayer (2022). Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts (Houston, USA), Collezione Maramotti (Reggio Emilia), Galerie Municipale du Chateau d’Eau (Toulouse, Francia), Musée du Strasbourg (Francia), Museum of Photography (Seoul, Korea), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino).
La mostra è visitabile il venerdì e il sabato dalle 18 alle 22, la domenica dalle 17 alle 21. Il 29 e il 30 aprile orario 15-22. Ingresso libero. Per info: www.b49.it, email info@b49.it, telefono +39 348 5889449.
Immagine: Massimiliano Camellini, Synagogue, Ljubljana (ex edificio residenziale), 2019.
Titolo mostra | A ribbon and a prayer | Città | Reggio Emilia | Sede | Binario 49 | Date | Dal 28/04/2023 al 11/06/2023 | Artisti | Massimiliano Camellini | Curatori | Andrea Tinterri, Benedetta Incerti | Temi | Fotografia |
Da luoghi di lavoro a luoghi di culto. L'indagine di Massimiliano Camellini in mostra |