Dal 27 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, il Museo Civico “Revoltella” di Trieste ospita la mostra Life’s a beach, dedicata alle spiagge trash del fotografo e fotoreporter britannico Martin Parr (Epsom, 1952). Curata da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste, la mostra del “fotografo documentarista” (come Parr stesso ama definirsi) vuole proporre al pubblico un viaggio esplorativo nel mondo delle spiagge, viste quasi come metafora dell’opulenta società occidentale, con i suoi tic, i suoi cliché e i suoi stereotipi.
La rassegna documenta, con 56 immagini, la ricerca antropologica del fotografo inglese nei confronti di un’umanità colta nel momento in cui ha la guardia abbassata: sulla spiaggia, luogo spesso fotografato da Parr. La sua carriera internazionale è stata lanciata proprio dal suo noto libro del 1986, The Last Resort (un gioco di parole traducibile come “l’ultima spiaggia”), che ritraeva la decadenza delle spiagge di New Brighton, località turistica vicina a Liverpool. L’interesse specifico di Parr per le spiagge nasce da una precisa circostanza geografica dovuta alla conformazione fisica del suo paese d’origine: sul suolo del Regno Unito è impossibile trovarsi a più di 120 chilometri di distanza dal mare. Con un simile sviluppo costiero, in Gran Bretagna le foto in spiaggia sono pertanto una tradizione ben radicata (un po’ come è per la street photography degli Stati Uniti: lo stesso discorso si può applicare alle spiagge del Regno Unito). Come accade in ogni parte del mondo, sulle spiagge britanniche le persone si rilassano, si sentono sé stesse e fanno sfoggio di tutti quei segnali del comportamento vagamente eccentrico che viene associato agli abitanti di quel paese.
Da diversi decenni, perciò, le fotografie di Martin Parr documentano tutti gli aspetti di questa tradizione, con primi piani di bagnanti intenti ad abbronzarsi, ma anche immagini che raccontano i tuffi in mare o il picnic sulla sabbia. Negli anni, l’interesse di Parr per la spiaggia si è estesa al resto del mondo. In questa nuova collezione troviamo fotografie scattate anche in paesi lontani quali Cina, Argentina e Thailandia. Pubblicato nel 2012 in occasione di una mostra presentata per la prima volta al Lyon Photo Festival, il libro da cui è tratta la mostra rivela l’impegno di Parr nei confronti del suo soggetto preferito: sulle spiagge, le assurdità e bizzarrie dei comportamenti nazional-popolari si fondono perfettamente. Parr si è divertito a mostrare, per esempio, come i vari paesi dell’America Latina presentino un senso della moda da spiaggia completamente differente, dai costumi succinti del Brasile alle riserve naturali del Messico, fino al momento dell’infuso chiamato “mate” che si beve in Uruguay. Non poteva mancare l’attenzione all’aspetto commerciale, dal momento che la spiaggia è da sempre uno dei luoghi dove si può trovare in vendita praticamente qualsiasi cosa, dai servizi di un “pulitore di orecchie” a Goa, India, al pesce grigliato in Cile, ma anche gli spaghetti precotti in Cina.
Trieste ospita la mostra di Parr per due ragioni: la prima è la concomitanza con il festival fotografico Trieste Photo Days, una manifestazione interamente dedicata alla fotografia urbana e alla Street Photography in cui Parr è stato presidente di giuria degli Urban Photo Award 2019. La seconda sta nel fatto che anche nei dintorni di Trieste si trovano numerose spiagge, e il mare è parte integrante del DNA dei suoi abitanti, componente essenziale dell’identità triestina, in una sorta di perpetua beach therapy per citare lo stesso Martin Parr.
Martin Parr ha pubblicato oltre 100 volumi e curato altre trenta pubblicazioni. Curatore del Festival di Fotografia di Arles nel 2004 e della Biennale di Fotografia di Brighton nel 2010, nel 2013 Parr è stato visiting professor di Fotografia all’Università dell’Ulster. Le sue opere sono esposte in molti musei d’arte contemporanea, come la Tate Modern, il Centre Pompidou e il MoMA di New York. Nel 2017 ha creato la Martin Parr Foundation per sostenere e preservare il lavoro dei fotografi che hanno realizzato e continuano e realizzare importanti lavori sulle isole britanniche.
Life’s a beach è visitabile tutti i giorni (tranne il martedì, giorno di chiusura) negli orari d’apertura del Museo Revoltella, dalle 9 alle 19 (ingresso 7 euro). La mostra è realizzata dal Comune di Trieste in collaborazione e in concomitanza con il festival fotografico Trieste Photo Days 2019 e con la prestigiosa agenzia Magnum Photos, di cui Parr, membro dal 1994, è stato Presidente dal 2013 al 2017.
Nella foto: Martin Parr, Kent, Margate, 1986. Copyright Martin Parr - Magnum Photos
Titolo mostra | Martin Parr. Life's a beach | Città | Trieste | Sede | Museo Civico “Revoltella” | Date | Dal 27/10/2019 al 06/01/2020 | Curatori | Claudia Colecchia | Temi | Fotografia |
Le spiagge trash del fotografo britannico Martin Parr sono in mostra a Trieste |