Ad Aosta una mostra esplora come il numero sia stato utilizzato nell'arte degli ultimi sessant'anni


Fino al 20 ottobre 2024 al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra offre una panoramica su come il numero sia stato utilizzato nell’arte degli ultimi sessant’anni, attraverso oltre settanta opere di importanti artisti italiani e internazionali.

Al Museo Archeologico Regionale di Aosta è in corso fino al 20 ottobre 2024 la mostra ArteNumero. Gli artisti e il numero tra XX e XXI secolo, a cura di Angela Madesani e prodotta da Nomos Edizioni. L’esposizione vuole offrire una panoramica su come il numero sia stato utilizzato nell’arte degli ultimi sessant’anni, attraverso oltre settanta opere di importanti artisti italiani e internazionali.

Il percorso espositivo si suddivide in cinque sezioni, ciascuna dedicata al dialogo tra il numero e un’altra entità.

Nella prima sezione della mostra, dedicata al rapporto tra numero e tempo, sono esposte opere di alcuni dei più rinomati artisti concettuali a livello internazionale. Tra questi, On Kawara, con libri e cartoline che esplorano una dimensione esistenziale sospesa tra il personale e il collettivo. La monumentale opera di Luca Pancrazzi, 24 ore su 24, rende omaggio al disegno come pratica quotidiana di dedizione e cura del proprio lavoro. Il legame tra numero e tempo emerge chiaramente anche nelle raffinate creazioni di Elena Modorati. Due arazzi di diverse dimensioni, calendari, libri e cartoline di Alighiero Boetti, che esplorano tematiche legate al tempo, sono anch’essi in mostra. Un minuto di fotografia di Franco Vimercati funge da manifesto del nucleo della sua ricerca, incentrata sul tempo e la sua misurazione. Nella stessa sala, si trovano cinque opere di Roman Opalka, che comprendono fotografie e Carte da viaggio. Dal 1965 fino al 2011, l’artista polacco ha sviluppato uno dei più significativi lavori sul tema del tempo. Le fotografie di Carlo Valsecchi presentano numeri rappresentati da led rossi, inseriti in uno spazio etereo e astratto. Infine, l’opera di Daniela Comani, Sono stata io. Diario 1900-1999, si presenta come un diario del XX secolo, in cui l’artista sembra vivere in prima persona ogni evento narrato.

Nella seconda sezione della mostra, il legame tra numero e narrazione viene esplorato attraverso una serie di opere significative. Tra queste, una Linea di Piero Manzoni, dove l’artista propone un accordo con lo spettatore, invitandolo ad accettare la lunghezza della linea come da lui dichiarata, instaurando così un dialogo tra verità artistica e percezione. Elisabeth Scherffig presenta due opere in cui il numero diventa uno strumento per contare e documentare: i frammenti di pietra di una cava spagnola e i calchi numerati delle firme trovate nella grande moschea di Cordova. In 1,2,3,4 del 1974, Antoni Tàpies utilizza i numeri per raccontare le tragiche vicende storiche della Spagna, il suo paese d’origine. Il calcolo numerico assume una dimensione personale nella Via Crucis laica di Elisabetta Casella, realizzata con scagliola, dove sul retro delle opere compaiono piccole fotografie. Una delle opere più emblematiche in esposizione è Five Fives (to Donald Judd) di Joseph Kosuth, un’opera al neon del 1965 composta da numeri, dedicata al celebre artista Donald Judd. Rimedi di Pietro Bologna, realizzati nel 2002, consistono in ingrandimenti dettagliati dei foglietti illustrativi degli psicofarmaci, simboli moderni, prodotti con una tecnica fotografica appositamente sviluppata per questo progetto. Peter Dreher, artista concettuale tedesco, ha dipinto dal 1974 al 2020 lo stesso bicchiere con la stessa luce, numerando ogni dipinto. L’idea iniziale era quella di creare un quadro invisibile, una sorta di utopia che l’artista è riuscito, in parte, a realizzare. Paolo Pessarelli, invece, utilizza le pagine rosa piene di numeri del Financial Times per realizzare opere di vario genere, sia a muro che a terra, dove i numeri incolonnati diventano riflessi istantanei di storie e vite. Queste pagine servono da supporto per immagini di volti dimenticati, recuperati dai mercatini dell’antiquariato, riportando alla luce frammenti di esistenze passate. Infine, l’opera in mostra di Edward Kienholz esprime una cifra economica, simbolo e critica della società capitalista contemporanea, portando all’apice i suoi cosiddetti “valori”.

La terza sezione della mostra esplora il legame tra numero e spazio, presentando opere che indagano questo rapporto in modi innovativi. Un elemento di spicco è la documentazione della performance Per un otto coricato dell’artista milanese Cioni Carpi, presentata durante la Settimana della Performance di Bologna nel 1977. Interessanti sono anche i lavori di Andrea “Bobo” Marescalchi. Affascinato dalla matematica e dalla simbologia numerica, Marescalchi ha iniziato dalla fine degli anni Ottanta a creare opere in cui l’oggettività dell’immagine si intreccia con carte da gioco e forme geometriche. Questi elementi si sovrappongono a colori vivaci, come il rosso e il giallo, su un dipinto di base eseguito a china in toni di nero e grigio, creando una sintesi tra rigore aritmetico ed espressione artistica. La sezione ospita anche Twentysix Gasoline Stations, un’opera concettuale di Ed Ruscha, che documenta il viaggio dell’artista da Los Angeles a Oklahoma City lungo la storica Route 66.

Nella quarta sezione della mostra, il numero viene esplorato nel suo rapporto con il segno e l’immagine, assumendo una valenza semiotica. Qui troviamo opere che spaziano dalle creazioni pop di Ugo Nespolo alla fotografia di Luigi Ghirri, rappresentata da uno degli ultimi lavori del ciclo Piazza Betlemme. Il mondo concettuale di Maurizio Nannucci è anch’esso presente, insieme alle raffinate sculture di Robert Tiemann, parte della prestigiosa collezione Panza di Biumo. Hanne Darboven è rappresentata con due preziose carte, in cui i numeri diventano un mezzo per raggiungere la musica, l’unica vera scoperta dell’umanità secondo l’artista. Le tele di Mimmo Iacopino, realizzate con metri da sarto, aggiungono un tocco giocoso alla sezione, mentre Vincenzo Merola, il più giovane tra gli artisti in mostra, utilizza la casualità e il lancio dei dadi per determinare i colori nelle sue carte.

La quinta e ultima sezione espositiva si focalizza invece sul rapporto tra numero e aritmetica, presentando opere di artisti concettuali come Bernar Venet, uno dei principali autori ad aver esplorato la matematica con grande consapevolezza negli anni Sessanta, e Mel Bochner, che indaga le intersezioni tra linguaggio e matematica. Tra le opere esposte spicca Pebbles di Laura Grisi, una grande composizione del 1973 formata da centocinquanta immagini fotografiche a colori di sassi, disposti in piccoli gruppi. In questa sezione si trova anche una grande opera al neon di Mario Merz, parte della serie dedicata alla sequenza di Fibonacci, e tre lavori di Vincenzo Agnetti, che nel corso degli anni ha approfondito il legame tra matematica e linguaggio. Beatrice Pasquali chiude la sezione con l’installazione Era soltanto un gallo, tesoro, composta da sette dipinti di piccole dimensioni che riflettono sul tema dell’ars combinatoria.

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 19.

Biglietti: Intero 8 euro, ridotto 6 euro. La mostra è inserita nel circuito di Abbonamento Musei.

Per info: www.regione.vda.it

Elisabetta Casella, Via Crucis (2022; scagliola, ferro, fotografie su carta, quattordici ovali, 36 x 27 cm ciascuno) Courtesy l'artista © Elisabetta Casella
Elisabetta Casella, Via Crucis (2022; scagliola, ferro, fotografie su carta, quattordici ovali, 36 x 27 cm ciascuno) Courtesy l’artista © Elisabetta Casella
Mimmo Iacopino, Senza titolo (2024; tecnica mista, metri bindella e metri per sarti su tela su legno, 40 x 40 cm) Courtesy Galleria Melesi, Lecco © Mimmo Iacopino
Mimmo Iacopino, Senza titolo (2024; tecnica mista, metri bindella e metri per sarti su tela su legno, 40 x 40 cm) Courtesy Galleria Melesi, Lecco © Mimmo Iacopino
Andrea
Andrea “Bobo” Marescalchi, Ghiaccio on the rocks (2008; inchiostro su tela, 120 x 104 cm) Courtesy Archivio Andrea Marescalchi © Archivio Andrea Marescalchi

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraArteNumero. Gli artisti e il numero tra XX e XXI secolo
CittàAosta
SedeMuseo Archeologico Regionale di Aosta
DateDal 19/06/2024 al 20/10/2024
ArtistiArtisti vari
CuratoriAngela Madesani
TemiArte contemporanea

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