Dal 7 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023, il Palazzo Ducale di Mantova organizza una grande mostra sul Pisanello (Antonio Pisano; Pisa/Verona, ante 1395 - Napoli, 1455), in occasione dei cinquant’anni dall’esposizione sullo stesso artista curata da Giovanni Paccagnini, con la quale fu presentata una delle più importanti acquisizioni nel campo della storia dell’arte nel XX secolo: la scoperta nelle sale di Palazzo Ducale di Mantova del ciclo decorativo di tema cavalleresco dipinto a tecnica mista intorno al 1430-1433 proprio dal Pisanello.
La rassegna di Palazzo Ducale, intitolata Pisanello. Il tumulto del mondo e a cura di Stefano L’Occaso, fa parte di un programma di ampia visione e lungo periodo per la valorizzazione dell’opera e della Sala dedicata all’artista, insieme all’attigua Sala dei Papi. Viene infatti ripensato in maniera permanente l’allestimento dell’intero ambiente (di 9,50 per 7,50 metri: tre pareti su quattro hanno svelato anche le sinopie della composizione affrescata; 100 metri quadri in tutto tra affreschi e sinopie) per la miglior fruizione di un ritrovamento eccezionale del patrimonio artistico italiano. Il progetto vuole restituire una leggibilità completa delle pitture, strappate e ricollocate oltre cinquant’anni fa, grazie a un nuovo sistema di illuminazione e a una pedana sopraelevata che per la prima volta pone il visitatore a distanza ravvicinata dalle pareti (fino a oggi il pavimento si trovava a una quota più bassa di ben 110 cm di quando l’opera fu realizzata). L’intervento permanente nella sala del Pisanello si avvale del supporto alla progettazione del Politecnico di Milano, polo territoriale di Mantova, con la supervisione di Eduardo Souto de Moura; la parte temporanea dell’allestimento è progettata da Archiplan Studio che si è occupato anche di fornire tutti gli esecutivi.
“Pisanello visse nel pieno del tumulto del mondo”, spiega Stefano L’Occaso. “Il titolo della mostra allude alla grande battaglia dipinta sulle pareti del Palazzo Ducale e alla vita dell’artista, il quale, ’corteggiato dalle corti’, partecipò anche con Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova, all’occupazione di Verona avvenuta tra il 17 e il 20 novembre 1439, attirandosi le ire del Consiglio dei Dieci di Venezia, sotto il cui dominio allora cadeva la città scaligera. Questo avvenimento fu probabilmente la causa del domicilio coatto imposto al pittore nel 1442 con conseguente divieto di recarsi a Mantova. Se il rapporto tra l’artista e la corte sarebbe sopravvissuto ancora alcuni anni, a quella data si chiude probabilmente ogni possibilità di presenza fisica di Pisanello a Mantova, laddove il primo documento che lo dice residente in città è del 7 luglio 1422, giusto seicento anni fa. La coincidenza cronologica che questa mostra vuole ricordare è tuttavia un’altra: i cinquant’anni dall’esposizione curata dall’allora soprintendente Giovanni Paccagnini, con la quale fu presentata quella che deve essere considerata una delle più importanti acquisizioni nel campo della storia dell’arte nel XX secolo. Fu Paccagnini a scoprire, alla metà degli anni sessanta del secolo trascorso, il ciclo arturiano dipinto da Antonio Pisano, il Pisanello: il tesoro nascosto, che tutti davano per perduto. Da allora i murali di Pisanello si sono imposti come uno dei principali testi figurativi del primo Quattrocento italiano, di quel periodo comunemente noto come tardogotico, gotico fiorito, gotico internazionale o gotico cortese”.
Pisanello. Il tumulto del mondo, coinvolge non solo la Sala del Pisanello appena riallestita, ma anche l’attigua Sala dei Papi, oltre agli ambienti al piano terreno, allestiti con una trentina di opere del Pisanello e di altri importanti artisti del tempo per mostrare una panoramica della cultura tardo-gotica a Mantova, esponendo un’eccellente selezione di pitture, sculture e miniature. La sala del Pisanello è dedicata al ciclo pittorico, in relazione ai disegni preparatori, le pitture murali e le sinopie a vista; la sala dei Papi viene invece allestita in maniera definitiva con le foto storiche, le tracce materiali di uno straordinario intervento di strappo, alcune sinopie attualmente non esposte e tutto ciò che permette di raccontare la tecnica esecutiva delle pitture di Pisanello, la loro scoperta, la citata mostra del 1972 e gli interventi di restauro dagli anni Sessanta a oggi.
In mostra ci sono circa 30 opere tra cui prestiti internazionali quali i capolavori del Pisanello la Madonna col Bambino e i santi Antonio e Giorgio della National Gallery di Londra, per la prima volta in Italia dalla sua “partenza” nel 1862, e i disegni del Museo del Louvre di Parigi; ma anche l’Adorazione dei magi di Stefano da Verona dalla Pinacoteca di Brera di Milano e, non da ultimo, la preziosa Madonna della Quaglia, tavola giovanile di Pisanello, considerata tra le opere simbolo del Museo di Castelvecchio di Verona, disponibile anche in virtù di un accordo di valorizzazione in essere tra i due Musei sui rapporti artistici tra Verona e Mantova.
Un apparato multimediale interattivo completa l’allestimento: attraverso monitor touch screen è possibile visionare tutti i dettagli del ciclo cavalleresco a un ingrandimento mai visto fin ad ora, e navigare in un’accurata ricostruzione tridimensionale (realizzata dal 3d designer Matteo Morelli) della Sala del Pisanello quando ancora si chiamava “Sala dei Principi”, ovvero a una soglia storica precedente agli interventi che hanno portato alla scoperta del ciclo. Infine, nelle sale dell’Appartamento di Santa Croce al pian terreno, adeguatamente schermate dalla luce esterna, sono presentate opere che, dal 1400 circa alla metà del XV secolo, mostrano e sintetizzano il panorama della cultura artistica coeva a Mantova, attraverso le statue dei Dalle Masegne già a decoro della cattedrale; attraverso le opere di Stefano da Verona, altro protagonista dell’età di Pisanello; attraverso i codici miniati che raccontano l’evoluzione del gusto della famiglia Gonzaga, evoluzione resa esemplare dal messale di Barbara di Brandeburgo, iniziato da Belbello da Pavia e concluso da Girolamo da Cremona, in chiave oramai pienamente rinascimentale. In questa sala trovano ospitalità anche le opere di Pisanello non strettamente legate al ciclo arturiano.
Tra i contributi a sostegno della mostra, per continuità e impegno, si segnala quello di Fondazione Banca Agricola Mantovana che offre da molti anni il proprio sostegno alle iniziative promosse da Palazzo Ducale, concorrendo alla valorizzazione del patrimonio artistico nazionale e alla diffusione dell’arte e della cultura nella comunità mantovana. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Electa. Orari di visita: da martedì a domenica dalle 8:15 alle 19:15 (ultimo ingresso ore 18:20). Giorno di chiusura settimanale lunedì. Chiusura biglietteria ore 18:20. Biglietteria: mostra+visita alla Corte Vecchia 9 euro (2 il ridotto per giovani dai 18 ai 25 anni). Biglietto mostra+Castello e Corte Vecchia 15 euro, 2 euro il ridotto. Ingresso gratis alla mostra per possessori di Abbonamento Musei Lombardia / Valle d’Aosta e Abbonamento Musei, Treccani Card e Mantova e Sabbioneta card. Per informazioni consultare il sito di Palazzo Ducale.
Titolo mostra | Pisanello. Il tumulto del mondo | Città | Mantova | Sede | Palazzo Ducale | Date | Dal 07/10/2022 al 08/01/2023 | Artisti | Pisanello | Curatori | Stefano L'Occaso |