A Lucca il Made in Italy che conquistò l’America: la mostra sulla rinascita creativa del dopoguerra


La Fondazione Ragghianti presenta “Made in Italy. Destinazione America 1945–1954”, un viaggio nella produzione artistica e industriale italiana del dopoguerra, tra design, moda e artigianato. Dal 5 aprile al 29 giugno 2025, nelle sale del Complesso di San Micheletto a Lucca.

Un decennio cruciale, una rinascita culturale e produttiva, una storia tutta italiana che ha attraversato l’oceano. Dal 5 aprile al 29 giugno 2025, la Fondazione Ragghianti di Lucca ospita nel Complesso monumentale di San Micheletto la mostra Made in Italy. Destinazione America 1945–1954, un progetto espositivo che racconta, con rigore e passione, il ruolo fondamentale della creatività italiana nella ricostruzione e nel rilancio del Paese nel secondo dopoguerra.

Curata da Paola Cordera e Davide Turrini, e realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la mostra si inserisce nel solco di Italy at Work, la celebre esposizione itinerante organizzata negli Stati Uniti tra il 1950 e il 1953 per promuovere la qualità del design e dell’artigianato italiani. A oltre settant’anni di distanza, Lucca diventa oggi il punto di partenza di un nuovo viaggio nella bellezza e nell’ingegno, con il patrocinio di istituzioni italiane e americane, dalla Regione Toscana al Ministero degli Affari Esteri, dal Consolato USA a Firenze all’American Chamber of Commerce in Italy.

Lungo il percorso espositivo, i visitatori potranno ammirare vetri Venini, ceramiche di Gio Ponti e Lucio Fontana, calzature di Salvatore Ferragamo, opere pittoriche e scultoree, disegni di allestimenti, oggetti di design, moda e grafica. Una narrazione interdisciplinare che ricostruisce, attraverso documenti e materiali d’epoca, la fioritura del “made in Italy” come marchio riconosciuto e ammirato nel mondo.

Lambretta Innocenti modello LC 125 (1953; 110 x 70 x180 cm; Firenze, Collezione Colletti, Firenze). Foto: Filippo Bardazzi, Firenze
Lambretta Innocenti modello LC 125 (1953; 110 x 70 x180 cm; Firenze, Collezione Colletti, Firenze). Foto: Filippo Bardazzi, Firenze
Radiana Sangiorgi (ISAF), Tre caravelle (1946; vaso smaltato in rilievo, foggiato al tornio, terracotta smaltata con decoro a rilievo, 38 x 36 cm; Faenza, M.I.S.A. Museo Istituto Statale d'Arte, inv. S. 137)
Radiana Sangiorgi (ISAF), Tre caravelle (1946; vaso smaltato in rilievo, foggiato al tornio, terracotta smaltata con decoro a rilievo, 38 x 36 cm; Faenza, M.I.S.A. Museo Istituto Statale d’Arte, inv. S. 137)
Salvatore Ferragamo, Iride (1930-1936; décolleté in merletto ad ago di Tavarnelle e capretto, 22 x 8,5 cm; Firenze, Museo Ferragamo, Firenze, inv. N_SC0000084)
Salvatore Ferragamo, Iride (1930-1936; décolleté in merletto ad ago di Tavarnelle e capretto, 22 x 8,5 cm; Firenze, Museo Ferragamo, Firenze, inv. N_SC0000084)
Carlo Mollino, Tavolo Arabesco (1950; compensato di acero, vetro e ottone; Weil am Rhein, Vitra Design Museum)
Carlo Mollino, Tavolo Arabesco (1950; compensato di acero, vetro e ottone; Weil am Rhein, Vitra Design Museum)

“La mostra Made in Italy. Destinazione America 1945-1954”, spiegano i curatori Cordera e Turrini, “si inserisce nel solco delle ricerche condotte negli ultimi anni dal Politecnico di Milano con il progetto La voce degli oggetti. Il Design italiano dal museo alla casa (2021-2023) e dall’Università degli Studi di Firenze, proponendosi di ricostruire il contesto che ha reso possibili queste esposizioni e di restituire a un pubblico ampio la complessità delle reti istituzionali, personali e professionali che, nel dopoguerra, hanno visto interagire politici, critici, artisti, designer, architetti, artigiani e imprenditori, oltre a numerose manifatture, alcune delle quali attive ancor oggi. Ideare una mostra di questo tipo nel 2025 – a oltre settant’anni dalla liquidazione di Italy at Work da parte del Ministero del Commercio Estero – rappresenta un’opportunità per rievocare un periodo cruciale nella promozione dell’Italia a livello internazionale; rileggere, in chiave attuale, il racconto del Made in Italy e del suo successo significa restituire voce agli oggetti esposti all’epoca, oggi custoditi in musei e collezioni private. Attraverso dipinti, sculture e grafiche; opere d’arte applicata e di design; disegni progettuali di prodotti e allestimenti; documenti d’archivio e materiali promozionali il percorso espositivo offre uno spaccato sulla produzione italiana del dopoguerra, evidenziandone sia gli elementi di continuità con la tradizione sia la capacità di innovazione. Inoltre sono messe in luce le connessioni tra design, artigianato e industria, valorizzando un patrimonio ancor oggi diffuso sul territorio italiano. Il progetto curatoriale si propone di presentare il lavoro delle manifatture coinvolte nelle esposizioni americane attraverso esemplari analoghi o, in molti casi, identici a quelli selezionati per le rassegne negli Stati Uniti. Al contempo, ricostruisce il quadro più ampio delle valutazioni operate dal comitato di selezione di Italy at Work, includendo opere contestuali e coeve che potrebbero essere state prese in esame durante i sopralluoghi in Italia, ma che, per varie ragioni, non furono poi scelte o inviate in America. Ne emerge l’immagine di una Nuova Italia che, pur affondando le proprie radici nel passato, si ripensa alternando la proposta di modelli inediti alla rielaborazione di soluzioni sviluppate addirittura uno o due decenni prima”.

Il percorso espositivo è concepito per restituire la complessità degli eventi originali, rievocandone il contesto culturale, quello organizzativo, le scelte curatoriali e gli allestimenti. La struttura della mostra nelle sale della Fondazione Ragghianti si articola in quattro sezioni: un’attenzione particolare è stata dedicata alla ricostruzione delle modalità che portarono alle prime esposizioni statunitensi, con un focus specifico – nella sezione La casa dell’artigianato italiano. Da Firenze a New York – sull’attività della CADMA e della HDI, istituzioni centrali nella promozione dell’artigianato italiano, di cui Carlo Ludovico Ragghianti fu figura di riferimento. Un ulteriore approfondimento è offerto dalla sezione Viaggio in Italia, che documenta il processo di preparazione di Italy at Work, con particolare attenzione alle manifatture visitate dal comitato di selezione durante i sopralluoghi nel Paese. La sezione Vivere all’italiana esplora invece gli allestimenti d’interni della rassegna americana, rievocandone alcuni degli ambienti più rappresentativi come quelli di Gio Ponti o di Carlo Mollino attraverso disegni progettuali, oggetti e arredi, nonché ricostruzione di assetti che includono anche le immaginifiche opere di Piero Fornasetti. Infine, la sezione Nuove forme e nuove rotte esplora le direzioni intraprese dalla produzione e dalla promozione del design italiano negli Stati Uniti negli anni successivi a Italy at Work, mettendo in evidenza le continuità e le discontinuità di un percorso che ha contribuito a definire l’identità del Made in Italy nel panorama internazionale.

La mostra è anche un’occasione per riscoprire l’importanza del dialogo culturale e commerciale tra Italia e Stati Uniti in un’epoca segnata dal Piano Marshall e dalla Guerra Fredda. In quegli anni, enti come la CADMA (Commissione Assistenza Distribuzione Materiali Artigianato), presieduta da Carlo Ludovico Ragghianti, la CNA e la Handicraft Development Inc. promossero attivamente la diffusione dei prodotti italiani oltreoceano, organizzando mostre e vetrine negli spazi più prestigiosi della distribuzione americana, come Macy’s e Kauffmann.

Venini & C., disegno Paolo Venini, Vaso a fasce verticali incolori, azzurre, verdi e rosse (1950 circa; vetro soffiato a mano libera, 23 x 10,5 cm; Murano, Museo del vetro di Murano, inv. Cl.VI n. 0958) © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia
Venini & C., disegno Paolo Venini, Vaso a fasce verticali incolori, azzurre, verdi e rosse (1950 circa; vetro soffiato a mano libera, 23 x 10,5 cm; Murano, Museo del vetro di Murano, inv. Cl.VI n. 0958) © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia
Previtali Delfo, Spring in Italy (1950; carta cromolitografia, 100 x 61,8 cm; Treviso, Museo nazionale Collezione Salce, inv. 20805). Foto: Direzione Regionale Musei del Veneto, Museo collezione Salce, Treviso
Previtali Delfo, Spring in Italy (1950; carta cromolitografia, 100 x 61,8 cm; Treviso, Museo nazionale Collezione Salce, inv. 20805). Foto: Direzione Regionale Musei del Veneto, Museo collezione Salce, Treviso
Oggetti in vetro verde di Empoli
Oggetti in vetro verde di Empoli
Società Ceramica Richard-Ginori, stabilimento di Doccia, Servizio da caffè Clelia con decoro a volatili (1950 circa; porcellana, cm 13 diametro piattino; 5,3 x 7 tazza; 10 x 11 zuccheriera; 9 x 10 lattiera; 16 x 17 caffettiera; Sesto Fiorentino, Museo Ginori, inv. 3401, 3402, 3403, 3407, 3413). Foto: Filippo Bardazzi, Firenze
Società Ceramica Richard-Ginori, stabilimento di Doccia, Servizio da caffè Clelia con decoro a volatili (1950 circa; porcellana, cm 13 diametro piattino; 5,3 x 7 tazza; 10 x 11 zuccheriera; 9 x 10 lattiera; 16 x 17 caffettiera; Sesto Fiorentino, Museo Ginori, inv. 3401, 3402, 3403, 3407, 3413). Foto: Filippo Bardazzi, Firenze
Paolo De Poli, Vaschetta verde con macchie blu (s.d.; smalto su rame; Venezia, Università Iuav, Archivio Progetti, Fondo Paolo de Poli)
Paolo De Poli, Vaschetta verde con macchie blu (s.d.; smalto su rame; Venezia, Università Iuav, Archivio Progetti, Fondo Paolo de Poli)

L’allestimento è firmato da Uliva Velo. A supporto della mostra, un ricco catalogo edito dalla Fondazione Ragghianti raccoglie saggi di Paolo Bolpagni, Paola Cordera, Sandra Costa, Davide Turrini e Alessandra Vaccari, oltre a testi e approfondimenti di studiosi come Antonio Aiello, Ali Filippini, Lucia Mannini e Elisabetta Trincherini. Il comitato scientifico internazionale è composto, tra gli altri, da Raffaele Bedarida, Marianne Lamonaca, Salvador Salort-Pons e Lucia Savi.

Attraverso le opere e i documenti in mostra, Made in Italy. Destinazione America restituisce l’immagine di un’Italia che seppe fare del proprio saper fare una leva di sviluppo e prestigio. Un’Italia che ha saputo unire tradizione e modernità, arte e industria, visione e concretezza. Un’Italia che oggi, come allora, ha ancora molto da raccontare.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraMade in Italy. Destinazione America 1945–1954
CittàLucca
SedeFondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
DateDal 05/04/2025 al 29/06/2025
CuratoriPaola Cordera, Davide Turrini
TemiDesign

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