Il MACTE di Termoli ospita l'ultimo progetto espositivo di Nanda Vigo

Il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli riapre mercoledì 20 maggio 2020 la mostra Nanda Vigo Light Project 2020 e la dedica alla grande artista scomparsa in questi giorni. La rassegna è a cura di Laura Cherubini e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo: si tratta dell’ultimo progetto espositivo realizzato dall’artista in prima persona.

Ripercorrendo alcuni momenti significativi della ricerca di Nanda Vigo dagli anni Settanta a oggi, l’esposizione celebra una delle figure italiane più notevoli della sua generazione, pioniera della sperimentazione tra arte, architettura e design. 

Chiave interpretativa dell’intero percorso espositivo è proprio l’opera Sintagma, in vetro, specchio e neon, con cui nel 1976 vinse il Premio Termoli.
Le opere in mostra sono disposte, da un lato, secondo un disegno espositivo unitario e attento all’architettura del museo, mentre dall’altro dimostrano la relazione tra due gruppi di opere legati, anche dal punto di vista linguistico, dalla luce.
Il primo gruppo è costituito da lavori definiti Trigger of the space (Innescatori di spazio), di cui fa parte anche lo stesso Sintagma, che l’artista ha realizzato a partire dagli anni Settanta a oggi, in una continua ricerca di nuovo spazio e di nuovo tempo. Vere sculture di luce e riflessioni speculari composte da due elementi distinti ma inseparabili. Il secondo gruppo comprende tra le altre l’opera Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni (1993), realizzata in vetro e neon. È un omaggio a due artisti e un architetto, che l’hanno accompagnata nel lavoro e nella vita. 

La mostra fonde le opere in un racconto unitario: lo spazio buio della sala circolare del MACTE, illuminato esclusivamente dalla luce delle opere, immergendo i visitatori nell’universo dell’artista.

Nanda Vigo Light Project è visitabile fino al 13 settembre 2020.
Fino al 30 giugno ingresso gratuito. 

Per maggiori info: www.fondazionemacte.com

Ph.Credit Gino di Paolo

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