Livorno, 13 giovani artisti danno vita a mostra sulle utopie cinematografiche


Dal 2 al 31 agosto, la Biblioteca dei Bottini dell’Olio di Livorno ospita la mostra “Cinematopie: presagi, inquietudini, aneliti”, rassegna che raduna opere di diversi giovani artisti per riflettere sui concetti di utopie e distopie delineati anche dal mondo del cinema.

Dal 2 al 31 agosto, la Biblioteca dei Bottini dell’Olio di Livorno ospita la mostra Cinematopie: presagi, inquietudini, aneliti, rassegna che, in occasione del frequentatissimo festival Effetto Venezia, con la curatela di Jacopo Suggi raduna opere di diversi giovani artisti per riflettere sui concetti di utopie e distopie delineati anche dal mondo del cinema.

L’esposizione collettiva indaga attraverso il lavoro di tredici artisti emergenti l’immaginario cinematografico di scenari futuri sia nella loro valenza negativa che positiva, in un percorso di pittura, scultura, grafica, performance e nuove tecnologie. Inoltre il percorso è arricchito da una selezione di libri antichi e moderni e di film inerenti al tema, provenienti dai fondi della Biblioteca Labronica di Livorno.

Ponendo l’uomo al centro della riflessione, gli artisti aprono finestre su universi futuribili, da realtà dove il corpo diviene luogo di battaglia, in continuo cambiamento, a mondi in cui l’individuo ricontratta il proprio rapporto con la natura, la tecnologia, la scienza e la collettività, dando vita a nuovi modelli urbanistici, politici e societari.

Il concetto di utopia si afferma nel Rinascimento e si tratta di un neologismo coniato dal letterato e umanista Tommaso Moro, che se ne servì per descrivere l’organizzazione di una società ideale localizzata su un’isola immaginaria. L’utopia diventa elucubrazione nel contesto del rifiorire del pensiero politico, ma anche un genere filosofico-letterario autonomo. Di contro, il concetto di distopia si attesta come un fenomeno tipicamente letterario che si diffonde soprattutto nel XX secolo a partire dal romanzo Il mondo nuovo di Aldous Huxley, che delinea immaginari futuri, dove istanze del presente sono sublimate nei loro aspetti negativi, designando società e mondi controllati da espressioni sociali o politiche opprimenti, contingenze ambientali o tecnologiche inquietanti e ingiuste.

Ideali utopici hanno permeato fortemente anche l’azione e l’operato di artisti visivi e cinematografici attivi nei movimenti di avanguardia e post-avanguardia del Novecento, perdendo gran parte della loro energia sul finire del secolo, per scomparire in quello successivo. Le narrazioni e teorizzazioni distopiche invece godono ancora di grande fortuna nella letteratura fantascientifica e nel cinema.

Prendono parte all’esposizione: Federica Balestri (1986), Jacopo Dimastrogiovanni (1981), Asya Dell’Omodarme (1997), Lorenzo Dominici (1997), Francesco Ferrara (1998), Stefano Lenzi (1997), Costanza Lettieri (1994), Sheyla Micheletti (1992), Paulo Mucca (1985), Matteo Pannocchia (1990), Giovanni Ricci (1990), Eleonora Rotolo (1992), Betty Salluce (1992).

Immagine: Betty Salluce, Isola di Cemento (2020; tecnica mista su banner)

Livorno, 13 giovani artisti danno vita a mostra sulle utopie cinematografiche
Livorno, 13 giovani artisti danno vita a mostra sulle utopie cinematografiche


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