Dal 21 giugno al 3 novembre 2024 l’Isola Bisentina, nel lago di Bolsena, accoglie per il terzo anno il pubblico con un nuovo percorso di visita. Dopo un importante restauro non invasivo, voluto dalla famiglia Rovati, proprietaria dell’isola dal 2017, e in accordo con la Soprintendenza, la grande chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo è dunque di nuovo accessibile. Originariamente costruita e dedicata a San Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il Vecchio, che volle per la propria famiglia un mausoleo sull’isola, fu il cardinale Alessandro Farnese il Giovane a costruire sopra questo preesistente edificio l’imponente monumento oggi visibile: la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, la cui edificazione ebbe inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e terminò all’epoca di Odoardo Farnese tra il 1602-1603. Fu lo stesso Odoardo a commissionare ad Annibale Carracci le tele degli altari, nel tempo saccheggiate. La sola lapide esistente è quella di Ranuccio, anch’essa restaurata per restituirne la giusta lettura. Nella chiesa sono stati sepolti anche altri membri della famiglia, tra cui il giovane cardinale Ranuccio Farnese, fratello di Alessandro, Pierluigi Farnese e Gerolama Orsini. Di Giulia Farnese non vi è certezza: la nobildonna, nel testamento ancora oggi conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, espresse la volontà di essere sepolta sull’isola.
All’interno della chiesa è stata allestita la mostra La dama dell’Unicorno. Giulia Farnese e l’isola Bisentina con immagini di Manfredi Gioacchini. L’esposizione, nell’anno in cui ricorre il cinquecentenario della morte di Giulia Farnese, intende raccontare la vita di Giulia Farnese attraverso le immagini dei luoghi da lei frequentati e documenti storici. Le immagini illustrano, da Capodimonte a Roma, i luoghi che furono teatro della vita e delle vicende della giovanissima sposa di Orsino Orsini, amante di Rodrigo Borgia e sorella del futuro papa, Paolo III.
“Questa mostra è il risultato di una ricerca cominciata per trovare Giulia, ma che poi si è trasformata in una vera e propria caccia all’unicorno, come se questo animale mitologico fosse stato da lei scelto per raccontare se stessa, in un momento in cui la sua bellezza divenne troppo scomoda per continuare ad essere celebrata dai grandi pittori del tempo”, racconta Sofia Elena Rovati, direttrice del Progetto dell’Isola Bisentina e curatrice della mostra. “Dopo aver favorito grazie alla sua relazione con il Papa l’ascesa al potere di suo fratello Alessandro, Giulia Farnese subisce una damnatio memoriae per la quale la donna più bella del Rinascimento, che durante i suoi anni da Sponsa Christi come favorita del papa conobbe e forse posò per molti tra i pittori che passarono per la corte di Alessandro VI, oggi non ha un volto. Da qui il desiderio di volerla conoscere e raccontare la sua storia attraverso i luoghi a lei più familiari e che ancora oggi abbiamo la grande fortuna di ammirare. Da Carbognano a Vasanello, da Castel Sant’Angelo a Palazzo Farnese, fino a Ischia di Castro e alla stessa Isola Bisentina, dove Giulia desiderava essere sepolta, l’unicorno – emblema farnesiano – si anima e prende vita, accompagnandoci in un viaggio alla scoperta della sua dama. A volte lo si vede ritratto dormire in grembo a una giovane donna, come nell’affresco del Domenichino a Palazzo Farnese a Roma; altre in atteggiamenti decisamente più audaci come nel ciclo di affreschi nel Castello di Carbognano; a seconda del luogo in cui ci troviamo l’unicorno ci racconta una diversa versione della vita di Giulia, rendendola un personaggio complesso, intrigante ma contemporaneo. Oserei dire, una femminista ante litteram”.
Quest’anno il percorso di visita include anche la cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina disegnata da Antonio da Sangallo il Giovane e collocata su uno sperone di roccia alto 22 metri e la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario, che custodisce un crocifisso attribuito a Benozzo Gozzoli. Per la prima volta è possibile ammirare anche la pietra di fondazione della chiesa, all’interno dello stesso edificio.
Tra i boschi dell’isola è possibile poi ammirare l’opera site-specific di Federico Gori, Il Vello d’Oro: una cupola di resina ricoperta di foglia d’oro integrata al leccio più antico, per isolarlo dall’umidità. L’opera ha dato inizio a un progetto di commissione ad artisti contemporanei in dialogo con i monumenti antichi presenti sull’isola.
Come esperienza storico-didattica rivolta a tutte le età, Isola Bisentina invita i visitatori, come in una caccia al tesoro, alla ricerca dell’effigie dell’unicorno sulle facciate degli antichi palazzi dei borghi farnesiani della Tuscia. Sull’isola i visitatori troveranno un QR code che li dirigerà verso il primo dei paesi limitrofi al lago, in cui scoprire il palazzo farnesiano che reca l’altorilievo del mitologico animale. A destinazione raggiunta, un secondo QR code porterà alla destinazione successiva, in una sequenza che rende testimoni delle diverse rappresentazioni della creatura prediletta da Giulia Farnese.
Per info: www.isolabisentina.org
Immagine: Domenichino, La fanciulla e l’unicorno (1620 circa; affresco; Roma, Palazzo Farnese)
Titolo mostra | La dama dell'Unicorno. Giulia Farnese e l'isola Bisentina | Città | Isola Bisentina | Date | Dal 21/06/2024 al 03/11/2024 | Temi | Fotografia, Cinquecento |
Sull'Isola Bisentina una mostra dedicata a Giulia Farnese, nel cinquecentenario della sua morte |