Dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023, il Museo Casa di Giorgione di Castelfranco Veneto dedica una mostra a una singolare opera di Antonio Canova: l’Autoritratto di Giorgione, frutto di una beffa che il grande scultore (che fu anche pittore) concepì assieme al suo mecenate Abbondio Rezzonico, senatore romano. Intitolata La beffa. Canova e Giorgione. Storia di un autoritratto e curata da Matteo Melchiorre, la mostra vuole essere un significativo punto di incontro tra il percorso di ricerca e studio proprio del Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto e le celebrazioni che, nel 2022, vedono impegnato il Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno nella ricorrenza dei 200 anni dalla morte dello scultore. Obiettivo, svelare il dialogo sui generis, poco noto ma tutt’altro che poco significativo, intrattenuto da Antonio Canova con un artista, Giorgione, del quale anch’egli avvertì l’irresistibile, benché sfuggente, fascinazione.
La vicenda dell’Autoritratto-beffa è stata ricostruita per la prima volta da Fernando Mazzocca nel 2018 e portata all’attenzione del pubblico di appassionati e studiosi dalla galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art, che ha portato l’Autoritratto di Giorgione in mostra alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze di quest’anno. La scoperta ha arricchito in maniera molto significativa il catalogo delle pitture di Canova: dipinto a olio su tavola, ancora nella cornice originale intagliata e dorata di fattura romana che fu fatta eseguire da Abbondio Rezzonico (nipote di papa Clemente XIII, aveva commissionato a Canova il monumento funerario dello zio per la Basilica di San Pietro, un’impresa grandiosa che contribuì alla decisiva consacrazione del suo autore), fu eseguito nel 1792 per ordire una beffa contro i più importanti artisti presenti a Roma alla fine del Settecento. Il principe Rezzonico aveva infatti dato un banchetto nella sua residenza, invitando personalità come Angelica Kauffman, Gavin Hamilton, Antonio Cavallucci, Giuseppe Cades, Giovanni Volpato, ed altri ancora, e nel corso della cena presentò il dipinto realizzato da Canova, spacciandolo come un autentico autoritratto di Giorgione.
Per l’abilità con cui era stato eseguito il dipinto riscosse i favori di tutti i presenti, che lo considerarono autentico all’unanimità. Canova, per essere credibile, aveva dipinto il presunto autoritratto su un’antica tavola cinquecentesca dove era già dipinta una Sacra famiglia, la cui immagine è affiorata grazie ad una riflettografia ai raggi infrarossi, e aveva riprodotto le fattezze del grande pittore rinascimentale di Castelfranco Veneto basandosi su un’incisione col suo ritratto inserita ne Le meraviglie dell’arte di Carlo Ridolfi, pubblicate a Venezia nel 1648. A quell’epoca, Canova aveva già realizzato dei dipinti ispirandosi alla pittura del Rinascimento veneziano, come una Venere con specchio, già anch’essa scambiata per antica.
I passaggi di questa vicenda sono narrati nelle più autorevoli fonti su Canova ed in particolare nella prima monografia a lui dedicata da Faustino Tadini (risalente al 1795) e nelle due biografie di Melchiorre Missirini, che era stato segretario dell’ arista, e dello scultore Antonio D’Este, che era stato responsabile del suo studio romano. L’esame di queste attendibili testimonianze ha consentito a Fernando Mazzocca di confermare questa importante scoperta e di ricostruire, in una recente pubblicazione di Antonacci Lapiccirella Fine Art, tutti i suoi risvolti di questa storia.
Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito del Museo Casa di Giorgione.
Titolo mostra | La beffa. Canova e Giorgione. Storia di un autoritratto | Città | Castelfranco Veneto | Sede | Museo Casa Giorgione | Date | Dal 02/12/2022 al 10/04/2023 | Artisti | Antonio Canova | Curatori | Matteo Melchiorre | Temi | Settecento, Antonio Canova, Arte antica |