Giovanni Segantini. All’ovile. Genesi di un capolavoro. È il titolo della mostra curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo ragionato di Giovanni Segantini, e prodotta in collaborazione con le Gallerie Maspes di Milano, che presenta una delle opere divisioniste più importanti del maestro trentino, realizzata nel 1892, e intitolata All’ovile.
All’ovile fa parte di un ciclo di tre dipinti dedicati agli effetti della luce di lanterna in un ambiente chiuso e buio che ripropongono, con un linguaggio moderno e sperimentale, la tradizione luminista seicentesca, da Caravaggio ai fiamminghi e alle acqueforti di Rembrandt, che Segantini ben conosceva. La prima, la più monumentale, Le due madri. Studio di lanterna del 1889, si trova alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano; la seconda, All’arcolaio, del 1891, è conservata dal 1898 in Australia alla National Gallery di Adelaide. In All’ovile, proprio per la dimensione più intimista di questo quadro. l’effetto magico della luce che avvolge la scena è particolarmente percettibile.
Per quanto riguarda la tecnica divisionista, qui Segantini va oltre la resa suggestiva della luce utilizzando trattini di colori puri giustapposti. L’utilizzo di oro in polvere e in particelle incorporate all’impasto fresco gli consente di accentuare le vibrazioni della luce. Come sempre colpisce la sua capacità di suggerire l’essenza delle cose, la loro fisicità: dal vello delle pecore al tessuto del vestito della donna, al suo volto e al legno della mangiatoia e della culla. Che il motivo della luce di lanterna in un interno con le sue valenze simboliche abbia affascinato e ispirato Segantini, lo dimostrano altre opere presenti nel percorso espositivo, come i disegni I miei modelli (1890) e All’arcolaio (1891-93). A questi si affiancano due capolavori della collezione Otto Fischbacher Giovanni Segantini Stiftung, in deposito al museo engadinese: un dipinto e un disegno intitolati entrambi Ritorno all’ovile.
Se la luce della lanterna all’interno della stalla è simbolo di calore, sicurezza e tregua, anche se solo temporanea, dalle fatiche della vita del pastore, Ritorno all’ovile del 1888 raffigura invece un esterno dominato dalla luce fredda e ostile di un crepuscolo autunnale. L’atmosfera di mestizia e rassegnazione, accentuata dalla figura curva della pastora stanca di ritorno dal lavoro, è mitigata dall’ingresso della stalla fortemente illuminato, promessa di ricovero e riposo. Nel disegno più tardo, Ritorno all’ovile del 1891-92, lo stesso motivo è rappresentato in una forma simbolicamente accentuata.
Completa la rassegna una sezione che presenta i risultati delle indagini diagnostiche non invasive, realizzate da Davide Bussolari e Stefano Volpin, che consentono di andare oltre gli aspetti percettibili ad occhio nudo, ed “entrare” nel lento percorso creativo dell’artista e di scoprire l’esistenza di un ripensamento poi cancellato.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue (italiano/inglese) Gallerie Maspes edizioni.
Informazioni: Tel. +41 81 833 44 54; info@segantini-museum.ch / info@kubus-sils.ch Sito internet: www.segantini-museum.ch
Immagine: Giovanni Segantini, All’ovile (1892). Su concessione di Gallerie Maspes.
Titolo mostra | Giovanni Segantini. All'ovile. Genesi di un capolavoro | Città | St. Moritz | Sede | Museo Segantini | Date | Dal 20/05/2022 al 20/10/2022 | Artisti | Giovanni Segantini | Curatori | Annie-Paule Quinsac |
A Sankt Moritz una mostra sulla genesi di un capolavoro di Segantini: “All'ovile” |