Una complessa e monumentale installazione site-specific dà vita alla mostra di Gianluigi Colin (Pordenone, 1956) nella galleria Volumnia a Piacenza. Da molti anni l’artista lavora sul dialogo tra immagini e parole. Fulcro del suo lavoro è in particolare il sistema dei media, la dimensione del tempo e il valore della Memoria. Curata da Achille Bonito Oliva, la mostra Quel che resta del presente, visitabile dal 23 settembre al 19 novembre 2022, rappresenta per Gianluigi Colin una nuova e impegnativa sfida: lo spazio imponente della cinquecentesca Chiesa di Sant’Agostino, coraggiosamente fatto rinascere da Enrica De Micheli, ha spinto Colin a confrontarsi con gli spazi. La mostra è stata resa possibile anche grazie al coordinamento di Luigi De Ambrogi, il progetto allestitivo dello studio Baldessari e Baldessari e uno speciale progetto delle luci di Davide Groppi. L’esposizione rientra nel programma di XNL APERTO, progetto dedicato alle arti contemporanee nato dalla sinergia tra istituzioni pubbliche e soggetti privati del territorio piacentino.
Colin ha dato vita a una mostra pensata ad hoc per gli spazi della chiesa, in cui presenta due nuovi cicli di lavori molto diversi sul piano della rappresentazione, ma uniti dall’utilizzo degli stessi materiali e dallo stesso linguaggio dell’astrazione. Complessivamente si tratta di sessanta tele, alcune anche di grandi dimensioni, oltre a una monumentale installazione nella navata centrale della chiesa. Da una parte Gianluigi Colin ha deciso di collocare le sue opere astratte (che ha chiamato Impronte, caratterizzate dal fatto di essere materiali di pulizia delle rotative di stampa di quotidiani o di libri) esattamente là dove prima c’erano le cinquecentesche pale d’altare. È lo stesso artista a sottolineare la natura del suo intervento artistico: “In questi object trouvé ho trovato la simbolica rimozione di infinite storie, metafora della dimenticanza che avvolge il nostro presente. È la traccia di un tempo dissolto, testimonianza di tante esistenze celate. Tele prelevate nel cuore del mondo della comunicazione sulle quali sono intervenuto assemblando frammenti discontinui in una ricostruzione arbitraria: Impronte rimosse di tante vite, dissoluzioni di infiniti racconti. Da queste considerazioni é nato il titolo della mostra: Quel che resta del presente”. “Ho sempre pensato che in un luogo carico di memoria come quello che mi ospita”, ha aggiunto, “un artista abbia soprattutto un dovere: dialogare con la storia preesistente, senza necessariamente annullare la propria identità . Per questa ragione ho pensato a un progetto, il più rispettoso possibile, collocando nelle navate laterali dieci grandi opere inserendole esattamente nelle cornici barocche, proprio dove prima erano collocate le antiche pale. Nelle navate laterali ho collocato poi altre cinquanta opere nelle nicchie, mentre nella navata centrale ho realizzato una installazione in cui grandi drappi si calano dall’alto e avvolgono lo spazio come avviene tradizionalmente nel corso di speciali eventi liturgici. Se i musei rappresentano le cattedrali laiche della contemporaneità , qui ho voluto evocare (e in qualche modo celebrare) la dimensione anche estetica della pratica del culto, con i suoi riti e cerimonie. E al tempo stesso, come sosteneva Hegel, ricordare che la lettura del quotidiano resta “la preghiera laica del nostro tempo”.
Il suo lavoro vuole essere una riflessione sulla tradizione del rapporto tra storia, arte e chiesa. Tutte le statue sono state decapitate. La chiesa, infatti, è stata oggetto di dissacrazione da parte dell’esercito napoleonico: Colin ha voluto ricordare questo evento storico ricostruendo simboliche teste, ma bendate, invitando in questo modo a riflettere sulla cultura iconoclasta e sulla pratica della cancel culture.
La mostra è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo.
Orari: Da martedì a sabato dalle 15 alle 18 e su appuntamento.
Per info: info@volumnia.space
Foto di Fausto Mazza
Titolo mostra | Quel che resta del presente | Città | Piacenza | Sede | galleria Volumnia | Date | Dal 23/09/2022 al 19/11/2022 | Artisti | Gianluigi Colin | Curatori | Achille Bonito Oliva | Temi | Arte contemporanea, Piacenza |
Piacenza, la monumentale installazione site-specific di Gianluigi Colin nella chiesa di Sant’Agostino |