Fino al 24 marzo 2019 Palazzo Fortuny di Venezia ospita la mostra Futuruins. Oltre 250 opere di cui ottanta dal Museo Statale Hermitage, dall’antichità all’arte contemporanea, per riflettere sul senso e sui significati delle rovine, sulla costruzione del futuro, attraverso la consapevolezza dell’imprescindibile legame con il passato.
Curata da Daniela Ferretti e Dimitri Ozerkov con Dario Dalla Lana e nata dalla collaborazione tra la Città di Venezia, la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Statale Hermitage di San Pietroburgo, la mostra riflette sul tema della rovina: allegoria dell’inesorabile scorrere del tempo, sempre incerta e mutevole. L’estetica delle rovine è elemento cruciale nella storia della civiltà occidentale. La rovina simboleggia la presenza del passato ma contemporaneamente contiene in sé la potenzialità del frammento: un lacerto che ci arriva dall’antichità, ricoperto dalla patina del tempo, per i suoi risvolti culturali e simbolici diventa anche valida “pietra di fondazione” per costruire il futuro. Essa viene dal passato, conferisce ricchezza di senso al presente, dona consapevolezza ai progetti futuri. La rovina ci ricorda anche la forza simbolica della pietra, insita nella sua durezza e peso, tanto più in contrapposizione alla fragilità e alla debolezza del corpo umano.
Le oltre 250 opere provenienti dai Musei Civici veneziani e dal Museo Statale Hermitage, oltre che da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali, illustrano i molteplici significati assunti dalle rovine attraverso i secoli: dai resti architettonici e scultorei delle civiltà greco–romana, egizia, assiro-babilonese e siriana, all’arte contemporanea che guarda alle rovine fisiche e morali della società attuale. Rovine delle sue architetture, di città e periferie, ma anche di uomini e idee, frutto del tempo, dell’incuria, della degenerazione, di tragedie naturali o politiche come guerre e terrorismo.
Presente anche una serie di lavori appositamente ideati per Futuruins che offrono nuovi stimoli alla riflessione sul presente: le opere di Franco Guerzoni, Christian Fogarolli, Giuseppe Amato, Renato Leotta e Renata De Bonis. Quest’ultima, con Sounds after Caspar David Friedrich. The Dreamer, ha voluto captare i suoni odierni del luogo immortalato dal grande artista tedesco nel celeberrimo dipinto de Il sognatore, uno dei capolavori giunti dall’Hermitage per questa mostra e vera icona del gusto ottocentesco per le rovine. Tra i due poli temporali della mostra, ci sono capolavori trasversali – dipinti, sculture, arti applicate, opere grafiche – a suggerire i grandi temi trattati. Numerosi sono stati selezionati nelle raccolte veneziane – dalle meduse di Arturo Martini e Franz von Stuck ai ruderi notturni e infuocati di Ippolito Caffi e alle ceramiche urbinati con i temi della genesi e della morte – altri provengono da musei e collezioni private e più di ottanta sono le opere prestate dal Museo Statale Hermitage, con lavori, tra i quali quelli di Albrecht Dürer, Monsù Desiderio, Giovanni Paolo Pannini, Jacopo e Francesco Bassano, Parmigianino, Veronese, Jacob van Oost il Vecchio, Arturo Nathan, Alessandro Algardi.
Le rovine possono essere un’eredità gravosa, un monito paralizzante, un memento mori che ci ricorda che tutto è vanità; oppure, al contrario, la loro presenza può essere uno stimolo a riscoprirne il messaggio, rinnovando la loro capacità di generare senso.
Per info: www.fortuny.visitmuve.it
Orari: Dalle 10 alle 18. Chiuso il martedì.
Biglietti: Intero 10 euro, ridotto 8 euro. Gratuito per bambini fino ai 5 anni.
Immagine: Caspar David Friedrich, Il Sognatore (Rovine del Monastero di Oybin), (1835 circa; olio su tela, 27 × 21 cm; San Pietroburgo, Museo Statale Hermitage)
Titolo mostra | Futuruins | Città | Venezia | Sede | Palazzo Fortuny | Date | Dal 19/12/2018 al 24/03/2019 | Artisti | Albrecht D, Veronese, Mons, Giovanni Paolo Pannini, Jacopo e Francesco Bassano, Parmigianino, Jacob van Oost il Vecchio, Arturo Nathan, Alessandro Algardi | Curatori | Daniela Ferretti, Dimitri Ozerkov | Temi | Ottocento |
Futuruins, la mostra a Palazzo Fortuny che riflette sul senso delle rovine |