Dal 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023 il Forte di Bard ospita la mostra dedicata al Déco in Italia, dal titolo Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità. Allestita nelle sale delle Cannoniere e delle Cantine e curata da Francesco Parisi, la grande esposizione presenta duecentotrenta opere, tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni, attraverso cui si intende raccontare l’evoluzione del Déco in Italia. Nato dall’abbreviazione del titolo della celebre esposizione parigina del 1925, Exposition International des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, il termine ha avuto una sua precisa fortuna semplificativa e storica nel 1966, con la mostra, allestita sempre a Parigi dal titolo Les années ’25: Art Déco, Bauhaus, Stijl, Esprit Nouveau.
Oltre a ricostruire proprio la sezione italiana presente a quell’evento epocale, la mostra intende restituire una sorta di fotografia delle arti decorative di quel tempo ma anche della pittura, scultura e grafica, scegliendo per il percorso espositivo quelle opere che rispondevano sia a una esigenza di sintesi formale, soprattutto nell’ambito novecentista, che si rifaceva alla tradizione culturale italiana e al linguaggio classico rinascimentale, sia ad un’attitudine più gioconda e apparentemente più disimpegnata.
Saranno quindi esposte non solo le ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, ma anche opere di pittura e scultura caratterizzate da quel gusto sintetico e lineare dell’arte italiana di quegli anni. Tra le molte opere esposte, spiccano il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone del Padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, le ceramiche di Francesco Nonni e i dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi.
Ampio spazio sarà dato poi a quel sottile legame che legò il secondo Futurismo al Déco. La ricostruzione dell’esposizione del 1925 permette di presentare molte di quelle opere, tra cui gli studi preparatori per il grande arazzo del Genio Futurista di Giacomo Balla (che ornava la scalinata del Grand Palais) ed altri arazzi e mobili progettati da Fortunato Depero, nonché alcune scenografie di Enrico Prampolini. Contigui al futurismo, le visionarie opere di Sexto Canegallo e Cornelio Geranzani testimoniano invece alcune aperture al certo decorativismo internazionale.
Molti i ritratti femminili su cui spicca uno dei dipinti più rappresentativi di Giulio Aristide Sartorio, in cui l’artista ha ritratto la compagna, l’attrice Marga Sevilla, assieme ai suoi bambini. Più corrispondenti al Déco francese invece le opere di Mario Reviglione tra cui Zingaresca e il Ritratto della signora Cavagnari Gori vicino al celebre ritratto della scrittrice Amalia Guglielminetti.
Questa mostra amplia inoltre gli estremi cronologici finora utilizzati, 1919-1939, includendo gli anni antecedenti il primo conflitto mondiale e presentando nel percorso espositivo alcune ricostruzioni storiche di occasioni rilevanti come il Padiglione Italiano alla mostra parigina del 1925, le Biennali di Arti Decorative di Monza, nonché alcuni focus su due personalità influenti degli anni Venti come la gallerista e couturier Maria Monaci Gallenga e Riccardo Gualino.
La mostra segue un percorso scandito in sezioni tematiche, ma anche ripartito per tecniche. Accanto alla Sezione dedicata a Monza 1923-1930 e a Parigi vi sono infatti sezioni dedicate alla pittura, alla scultura, alle arti decorative, alla grafica editoriale e al manifesto. Ogni sezione della mostra è sviluppata considerando un dialogo attivo tra le diverse manifestazioni artistiche: obiettivo è infatti porre in risalto il fil rouge del gusto déco italiano, rilevando le necessarie intersezioni di stili e temi guida, quali la danza, la maschera e la spinta sintetica nella ricerca formale di animali esotici; nelle arti decorative l’attenzione al mondo naturale e alle asimmetrie giapponesi andarono sempre più attenuandosi, a favore di un atteggiamento certamente più leggero e sensuale, nel quale è possibile riconoscere evocazioni da stili diversi, dal neoclassicismo al rococò, alle cornucopie rinascimentali e, ancora una volta, alle iconografie delle maschere.
Accompagna la mostra un catalogo, edito da Silvana Editoriale, a cura di Francesco Parisi, che presenta saggi del curatore e di Roberto Dulio (architettura), Stefano Andrea Poli (Arti decorative), Manuel Carrera (il ritratto Déco), Alessandro Botta (l’illustrazione) e Mario Finazzi (Futurismo e Déco).
Per info: www.fortedibard.it
Orari: Da martedì a venerdì dalle 10 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì.
Dal 26 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, aperto tutti i giorni con prolungamento orario serale fino alle ore 20, con chiusura biglietteria alle ore 19. Fa eccezione sabato 31 dicembre: chiusura ore 19. Domenica 1° gennaio dalle 14 alle 20.
Biglietti: Intero 12 euro, ridotto 10 euro. Gratuito per possessori Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta e Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta, Membership Card Forte di Bard, e per minori di 25 anni.
Immagine: Umberto Bottazzi, Circe, dettaglio (1931; collezione privata, Roma) Foto Arte Fotografica
Titolo mostra | Il Déco in Italia, l'eleganza della modernità | Città | Bard | Sede | Forte di Bard | Date | Dal 02/12/2022 al 10/04/2023 | Artisti | Galileo Chini, Enrico Prampolini, Gio Ponti, Fortunato Depero, Umberto Brunelleschi, Adolfo Wildt, Giulio Aristide Sartorio, Vittorio Zecchin | Curatori | Francesco Parisi | Temi | Manifesti, Arti decorative |
Al Forte di Bard una grande mostra dedicata al Déco in Italia, con oltre duecento opere |