Fino al 1° maggio 2023 la Fondazione Querini Stampalia presenta la grande mostra fotografica Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent’, a cura di Daniel Rouvier e Ariane Carmignac, promossa dalla Fondazione Querini Stampalia e dal Museo Réattu di Arles in Francia, e realizzata grazie al sostegno della Regione del Veneto, con il supporto di Banca Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum, Venice International Foundation e il patrocinio del Comune di Venezia, della Città di Arles e dell’Institut Français d’Italia.
“Il lavoro personale di Graziano Arici è di una ricchezza estetica, intellettuale e tecnica, di una qualità che suscita ammirazione”, afferma Daniel Rouvier co-curatore della mostra e direttore del Museo Réattu di Arles. “Non può essere ridotto a semplice sguardo documentario sul mondo, testimonianza della sua evoluzione, delle sue ricchezze e delle sue bizzarrie. Questo filo conduttore esiste, ma il fotografo lo trascende, rendendo ogni sua immagine un’opera fotografica a pieno titolo, sia plasticamente che emotivamente”.
La mostra, il cui sottotitolo ‘Now is the Winter of our Discontent’ (L’Inverno del nostro Scontento) rimanda alla frase iniziale del monologo del Riccardo III di Shakespeare, Atto I, scena 1), intende presentare un archivio del mondo (Albania, Germania, Inghilterra, Bosnia- Erzegovina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Georgia, Italia, Kazakistan, Russia, Slovacchia, Svizzera), uno ‘stato delle cose’. Nel 2017 Graziano Arici ha donato il suo Archivio (oltre un milione e mezzo di immagini, costituito in gran parte dal suo lavoro ma anche da migliaia di fotografie, di stampe e decine di migliaia di negativi di ritratti e di immagini della cultura internazionale a Venezia precedenti l’inizio del suo lavoro) alla Fondazione Querini Stampalia. Questa donazione ha spinto altri fotografi a vedere la Fondazione come un punto di conservazione e valorizzazione del loro lavoro.
Fin dall’inizio della sua carriera, nel 1979, parallelamente ai reportage realizzati per numerose agenzie fotografiche ed enti veneziani, Graziano Arici ha portato avanti una produzione personale, che oggi viene presentata per la prima volta in Italia, alla Fondazione Querini Stampalia, dopo il grande successo di Arles, con l’esposizione al Museo Réattu, nel 2021. Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent’ propone una selezione di oltre 400 fotografie di 9 serie, realizzate tra il 1979 e il 2020. Il video documentario Recycling Graziano. Une lecture possible des images de Graziano Arici prodotto nel 2015 da Sébastien Spicher, giovane videomaker, introdurrà il visitatore alla mostra. Seguendo le orme del fotografo americano Walker Evans (1903-1975), che prediligeva una fotografia istantanea, fatta di soggetti ‘poveri’, Arici riprende questa fotografia storica e a essa applica le tecnologie in uso nel XXI secolo (cellulare, scanner, reflex digitale), in particolare nelle sue serie in bianco e nero. In questo modo dà vita a opere che, aldilà della rappresentazione, per il loro rigore compositivo, per lo studio sulla luce e per i contrasti lo fanno considerare l’erede naturale del fotografo americano. L’artista rivolge uno sguardo talvolta ironico (serie Caarnival), spesso aspro e persino turbato, sullo stato del mondo (The State of Things, Lost Objects, Heart of Darkness), senza alcun compiacimento (Le Grand Tour), plastico (Angels, Polaroids, The Winter of our Discontent). Ripercorre il passato, il suo stesso passato (Als das Kind Kind war), ma anche la sua produzione, attingendo alle proprie immagini, in alcuni casi scattate più di qualche decina di anni fa, per conferire loro un senso nuovo all’interno di una serie. Graziano Arici opera il ‘ripescaggio’, portando avanti un lavoro di raccolta di immagini (lastre fotografiche in vetro, vecchi negativi, immagini trasmesse alla televisione) che fa sue.
“L’opera di Graziano Arici richiede tempo, richiede che si entri nel suo mondo, e talvolta che ci si soffermi su quello che potrebbe sembrare un dettaglio, ma che, a ben guardare, diventa un motivo pieno di significato. Qui stiamo parlando delle mani!”, sottolinea Daniel Rouvier nel saggio in catalogo. “Consciamente o inconsciamente, la mano scandisce le immagini, senza però essere un soggetto a sé stante, trattato come tale, ma rivestendo talvolta un’importanza primordiale, sia nella composizione sia come elemento del discorso. Questo motivo sembra così creare un collegamento tra le serie, estremamente discreto ma che dà origine a un possibile campo di esplorazione visiva”.
Il fotografo privilegia il formato quadrato fin dalle sue ricerche con le polaroid degli anni Ottanta e dei suoi lavori in medio formato. A guidarlo è anche un approccio sistematico fin dal 2012, che consiste nello sperimentare quasi in contemporanea sui social media i suoi lavori fotografici, senza ritaglio automatico. Gli scatti, sia da cellulare che con reflex digitale, sono quindi realizzati direttamente in questo formato. Ma il progetto espositivo amplia i contenuti della mostra di Arles e rende omaggio anche alla città lagunare attraverso i lavori precedenti di questo suo grande fotografo contemporaneo. Presenta le immagini di Graziano Arici su Venezia e i personaggi che l’hanno resa celebre dal 1971 ad oggi attraverso tre video che raccolgono e mostrano al pubblico, in luoghi diversi del Palazzo, una cospicua selezione proveniente dall’Archivio del fotografo conservato presso la Fondazione Querini Stampalia: Veneland, Graziano Arici (2010), una giornata normale a Venezia, dall’alba al tramonto, nell’ottobre del 2010; Loop, Graziano Arici (2022), una breve visione di 40 anni di fotografia e Vedova, Graziano Arici (1985; 2009), in cui il fotografo riprende, nel 1985, Emilio Vedova nel suo studio durante la creazione di un quadro. E’ l’unica testimonianza dell’artista mentre dipinge. Nel 2009 Arici produce il video che è qui presentato. Dopo decenni di lavoro per famose agenzie di stampa, Graziano Arici con questo progetto espositivo emerge come un grande fotografo.
“La Fondazione ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione delle proprie collezioni attraverso approcci differenti per i visitatori, dando vita a nuovi progetti di accessibilità per migliorare l’esperienza conoscitiva. La mostra e le attività ad essa collegate rientrano in questo percorso e mirano a incrementare l’accessibilità alle opere attraverso l’utilizzo di metodi partecipativi e inclusivi, che catturino l’attenzione del pubblico e garantiscano l’accesso alle informazioni”, sottolinea Marigusta Lazzari, direttrice della Querini Stampalia. “Questo progetto espositivo dà modo di sottolineare ancora una volta il ruolo della Fondazione come archivio vivo della città, in quest’occasione attraverso lo strumento della fotografia, quella d’artista e quella documentale, mezzo di analisi delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche di un territorio, pretesto per un’ulteriore riflessione sul bene culturale quale veicolo di crescita dei cittadini”.
Nel corso della mostra, la Fondazione Querini Stampalia organizza tra gennaio e aprile 2023 un programma di incontri e approfondimenti con autori, esperti e addetti ai lavori a cura di Lorenza Bravetta, al fine di riflettere sul valore dell’immagine nella cultura contemporanea e sul ruolo degli archivi fotografici, a partire dai temi della ricerca dell’autore e una serie di visite guidate gratuite comprese nel biglietto di ingresso alla Fondazione.
Per info: www.querinistampalia.org
Orari: Da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì.
Immagine: Allestimento mostra Graziano Arici. Oltre Venezia. ‘Now is the Winter of our Discontent’ © Graziano Arici Foto di Michele Sereni.
Titolo mostra | Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent | Città | Venezia | Sede | Fondazione Querini Stampalia | Date | Dal 17/12/2022 al 01/05/2023 | Artisti | Graziano Arici | Curatori | Daniel Rouvier, Ariane Carmignac | Temi | Venezia, Fotografia |
Alla Fondazione Querini Stampalia la prima grande mostra in Italia dedicata al fotografo Graziano Arici |