Dal 25 settembre fino a metà novembre 2024, la Fondazione Galleria Milano di Milano presenta la retrospettiva antologica intitolata Sandro Somarè. L’esposizione è dedicata all’artista Sandro Somarè (Milano, 1929 – Lucca, 2012), curata da Nicola Pellegrini, Ornella Mignone, Bianca Trevisan ed è realizzata in occasione della presentazione del catalogo generale e dell’apertura dell’Archivio Sandro Somarè. Il catalogo, a cura di Ornella Mignone e Bianca Trevisan con Rosella Ghezzi e Toni Merola, è frutto di un lavoro iniziato nel 2017 voluto da Patrizia Ascari Somarè e Carla Pellegrini Rocca e reso possibile grazie alle eredi dell’artista Patrizia Ascari Somarè, Elena Somarè e Maria Somarè.
La mostra presenta l’opera di Sandro Somarè dagli esordi negli anni Cinquanta fino alla morte sopraggiunta nel 2012. L’artista è stato una delle figure chiave della Galleria Milano: suo padre Enrico Somarè ha fondato la prima Galleria Milano nel 1928, poi chiusa per la guerra nel 1938. Sandro e il fratello Guido Somarè la riaprirono nel 1964 insieme ai pittori Aldo Bergolli, Gianni Dova e Mario Rossello, per chiamare l’anno successivo Carla Pellegrini Rocca alla direzione. Alla Galleria Milano Somarè avrà cinque mostre personali, oltre a partecipare ad alcune collettive. Il dialogo con Carla Pellegrini, amica di una vita, rimarrà serrato e fecondo, fino alla scomparsa dell’artista nel 2012. La mostra vuole dare conto di tutte le fasi della poetica artistica di Sandro Somarè: dall’iniziale interesse per la pittura di paesaggio, alla scomposizione formale, attraverso lo studio della luce e anche gli edifici che vengono indagati sia negli interni che negli esterni. Nella fase finale della sua carriera si dedicherà alla rappresentazione della città e della periferia, oltre che alla serie pittorica astratta Hölderlin, in memoria del celebre poeta tedesco.
L’interesse di Somarè per il paesaggio è riconducibile agli inizi della sua carriera: dal 1965 infatti reinterpreta questo tema in chiave astratta e geometrica, ma anche morbida e fluida al tempo stesso, come nell’opera in mostra Qualcosa in più del 1959. Dalla metà degli anni Ottanta, con Un luogo e un mito del 1988 e Ingresso del 1992, l’artista utilizza l’architettura come simbolo di solitudine esistenziale e onirismo, parte della sua poetica sin dalla metà degli anni Sessanta. L’attrazione verso la luce porta Somarè a sintetizzare il suo linguaggio, come si nota nelle opere Morte nel cubo / Autoritratto in un tempo e in uno spazio particolari del 1965, oppure Fuori si muore del 1966 e Attesa del 1966, ma anche Muri, deserto, immagine, ombra di un ritorno un trittico del 1967, dove le campiture di colore sono omogenee con una palette ridotta ai colori del grigio, sabbia, azzurro. Gli organismi diventano figura umana, nella solitudine di un paesaggio desolato. Con le opere Porta Nuova del 1969 e Piazza Conciliazione del 1970, Somarè rende omaggio alla città di Milano, parte fondamentale per la sua vita e formazione. Quasi metafisiche anche altre due opere dello stesso periodo: Impossible de changer d’endroit del 1972 e Senza titolo del 1973.
La collocazione dell’Archivio Sandro Somarè presso gli spazi della neonata Fondazione Galleria Milano rappresenta il primo tassello del progetto della Fondazione di valorizzazione degli archivi d’arte contemporanea Archivi Riuniti.
Titolo mostra | Sandro Somarè | Città | Milano | Sede | Fondazione Galleria Milano | Date | Dal 25/09/2024 al 30/11/-0001 | Artisti | Sandro Somar | Curatori | Nicola Pellegrini, Ornella Mignone, Bianca Trevisan | Temi | Milano, Arte contemporanea, Fondazione Galleria Milano |