Anche la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino celebra i settecento anni dalla scomparsa di Dante Alighieri e lo fa con una mostra particolare: intitolata Città di Dio. Città degli uomini. Architetture dantesche e utopie urbane, a cura di Luigi Gallo e Luca Molinari e in programma dal 25 novembre 2021 al 27 marzo 2022, la rassegna è centrata sull’influenza che l’immaginario dantesco ha avuto sulla visione di artisti, architetti e illustratori.
In particolare, la mostra si concentra sul progetto degli architetti razionalisti Pietro Lingeri e Giuseppe Terragni, che alla fine degli anni Trenta, per conto del regime fascista, elaborarono l’immagine del Danteum, un edificio, poi mai realizzato, che avrebbe dovuto dar forma all’immaginario dantesco in una architettura ideale e ricca di simbolismi. Era la prima volta che l’architettura era chiamata a dare forma abitabile al capolavoro di Dante, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale rese impossibile l’impresa.
Il Danteum avrebbe dovuto ospitare un museo e una biblioteca: era stato proposto al governo Mussolini da Rino Valdemeri, allora presidente della Società Dantesca Italiana, nel 1938. Il programma era di terminare i lavori in tempo per l’Esposizione Universale di Roma del 1942: l’idea di Valdemeri era quella di rendere il Danteum un simbolo eloquente dell’Italia fascista (l’avvocato preparò anche uno Statuto nel quale si proponeva di erigere “in questa era, nella quale la volontà ed il genio del Duce stanno realizzando il sogno imperiale di Dante, un tempio al massimo poeta degli italiani”, che avrebbe dovuto “attuare celebrazioni del verbo dantesco, considerato fonte prima della grande creazione di Mussolini”, accogliere una biblioteca “completa di tutto quanto possa servire agli studiosi di Dante”, e “suggerire ed aiutare tutte quelle iniziative che fomentino e attestino il carattere imperiale dell’Italia fascista”). Tuttavia, soltanto i due autori e Benito Mussolini (che diede il suo consenso dopo che il progetto gli fu presentato nel novembre del 1938 a Palazzo Venezia) furono in grado di vedere le tavole tutte assieme. Adesso, per la prima volta, tutto il progetto si aprirà a più occhi.
L’opera di Lingeri e Terragni che in mostra viene illustrata attraverso i materiali originari, conservati all’Archivio Lingeri di Milano e mai esposti nella loro completezza, viene messa in dialogo con la Città ideale, capolavoro iconico del Rinascimento italiano ed opera chiave delle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche. Tra esse, altre opere di architetti italiani contemporanei come Aimaro Isola, Andrea Branzi e Franco Purini, che hanno riletto la “sezione” della Divina Commedia attraverso una serie di disegni originali.
La mostra si propone dunque di dare spazio a una visione composita dell’escatologia dantesca, mettendo a confronto le opere di architetti italiani contemporanei che hanno riletto la “sezione” della Divina Commedia attraverso una serie di disegni originali, in dialogo con le due visioni ideali del Danteum e della Città ideale. L’obiettivo è dunque quello di ricomporre la città di Dio, ovvero la città del pensiero dantesco, e la città degli uomini, anche attraverso una messa in chiaro della relazione visiva e concettuale tra l’immaginario tradizionale dantesco e una sua interpretazione attuale, che viene utilizzata come spunto per una riflessione più ampia volta a guardare al complesso e mutevole confronto tra racconto e immagine, filtrata attraverso visioni potenti e originali che riflettono sulla fragile natura del mondo contemporaneo riletto attraverso gli occhi di Dante.
Per tutte le informazioni sulla mostra è possibile visitare il sito della Galleria Nazionale delle Marche.
Titolo mostra | Città di Dio. Città degli uomini. Architetture dantesche e utopie urbane | Città | Urbino | Sede | Galleria Nazionale delle Marche | Date | Dal 25/11/2021 al 27/03/2022 | Artisti | Giuseppe Terragni, Pietro Lingeri | Curatori | Luigi Gallo, Luca Molinari |
Urbino, in mostra il Danteum, l'edificio che doveva omaggiare Dante nell'Italia fascista |