Conduce fin sulla montagna del Purgatorio, Il mio Purgatorio. Dante profeta di speranza, la mostra multimediale curata dal saggista e pedagogista Franco Nembrini con le illustrazioni di Gabriele Dell’Otto.
Visitabile fino al 31 maggio negli spazi esclusivi di Castel San Pietro, a Verona, la mostra è un intreccio di parole, video e suoni in un dialogo tra passato, presente e modernità, che continua ad avere per protagoniste le giovani generazioni. Nello spazio espositivo che si sviluppa su una superficie di 500mq, saranno messi in evidenza alcuni ritrovamenti emersi con i recenti scavi archeologici. Il visitatore si trova ad ascendere la montagna del Purgatorio, in un percorso multisensoriale fatto di proiezioni di immagini, video e suoni. I cortometraggi sono realizzati da Mosaiko, con mons. Martino Signoretto, e i suoni della Cappella Musicale della Cattedrale di Verona, diretta da Giovanni Geraci.
Sono 33 le tappe, scandite da altrettante illustrazioni a corredare approfondimenti e riflessioni. Delle tre cantiche della “Divina Commedia”, il Purgatorio è quella che più facilmente possiamo sentire nostra. Rimanda alla domanda drammatica da cui tutto il cammino del Purgatorio muove: si può ricominciare? Il male c’è, ma davvero è l’ultima parola? La stessa domanda la pone Nicodemo a Gesù: “Come può un uomo nascere quando è vecchio?” (Gv 3,4). La risposta è lapidaria: “Dovete rinascere dall’alto” (Gv 3,7). Vale a dire: da soli non è possibile, occorre qualcuno che ci risollevi; serve un gesto di misericordia. A reggere tutta l’architettura del Purgatorio è la parola-chiave misericordia, perché esprime la natura di Dio. Ma ci sono altri termini che aiutano a capire perché la seconda cantica dantesca è quella in cui più facilmente possiamo immedesimarci.
Il Purgatorio è anche la cantica del tempo, del cambiamento possibile, in cui rinascere e ricominciare. Nel presente, poiché il passato non c’è più e il futuro deve ancora arrivare. Il Purgatorio è il luogo della pazienza: di Dio, che dà il tempo di comprendere; e degli uomini, perché imparino a non lasciarsi abbattere da errori, fallimenti, ricadute. Le ultime parole di Virgilio a Dante, il congedo del maestro dal discepolo, sono l’affermazione della conquistata libertà (Purg. XXVII, vv. 139-142): “Non aspettar mio dir più né mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio”. Il Sommo Poeta è libero: non è più schiavo di circostanze o istinti, ma è capace di giudicarli e viverli alla luce del proprio desiderio più vero.
Oltre a Franco Nembrini, autori dei testi sono: Filippo Ungar, Jessica Barcella, Virginia Alfano ed Edoardo Rossi. Parte integrante dell’evento è l’opera El Dante, realizzata dallo scultore Adelfo Galli. È la raffigurazione di un uomo stupito, travolto e commosso dall’incontro con Beatrice, tanto da cambiare la coscienza che ha di se stesso e di tutta la realtà. Lo scultore rappresenta la processione a cui il Sommo Poeta assiste nel paradiso terrestre (canti XXIX e XXX) del “Purgatorio”. Il mitologico grifone guida il carro della Chiesa, su cui è assisa Beatrice, protetta dai quattro evangelisti (l’aquila, l’angelo, il bue e il leone; la scena è allietata dalla danza delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e dal tripudio di un popolo numeroso.
Protagonisti del percorso espositivo sono i giovani di 14 istituti: a vestire i panni di “ciceroni” sono quest’anno 120 ragazzi del triennio delle scuole secondarie di secondo grado, che, grazie all’attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), sono stati formati sui contenuti delle mostre, per poterle presentare ai coetanei e ai visitatori. Dai 10 del 2022, salgono a 14 gli istituti presenti, di Verona e Desenzano del Garda. L’esposizione ha poi un’attenzione particolare alle TIC (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione) legate al mondo della formazione. L’Università Iusve di Verona cura, con un gruppo di studenti, la comunicazione sui social-media dedicati all’evento.
Come guida d’eccezione NAO, il robot umanoide programmato dagli studenti dell’istituto veronese “Alle Stimate” con tutte le articolazioni di un essere umano e sensori che, grazie all’Intelligenza Artificiale, lo rendono capace di dare feedback emotivi e spiegazioni sui contenuti della rassegna. Sabato 20 maggio (dalle 9.30 alle 11.30) e domenica 21 maggio (dalle 15.30 alle 17.30), l’umanoide aiuta i visitatori con disabilità ad attraversare il Purgatorio, superando barriere sia fisiche che intellettuali. Nao ha debuttato lo scorso anno alla rassegna Il mio Inferno di cui Il mio Purgatorio è il seguito. L’umanoide questa volta ha una veste (gli abiti rossi del Sommo Poeta) e missione nuova, per la quale è stato preparato dagli studenti Chiara Giacomelli, Laura Mascalzoni, Shenal Fernando, Mattia Begali, Noemi Magaraggia, Aurora Savoia e Giacomo Santi affiancati da Giovanni Bellorio, professore di Informatica.
La mostra è organizzata da Associazione Rivela con il patrocinio di Regione Veneto, Comune di Verona, Società Dante Alighieri Verona, Ministero dell’Istruzione – Ufficio Scolastico Territoriale di Verona, Agec, Confcommercio, Confindustria Verona, Cdo Veneto e Iusve. L’evento si svolge in collaborazione Edizioni Centocanti e Diocesi di Verona – Vicariato per la Cultura grazie al contributo di Fondazione Cariverona, Fondazione Banca Popolare di Verona, Fondazione Cattolica, Camera di Commercio di Verona, Consorzio Zai, Amia. L’iniziativa è inserita in un “Progetto di Ampliamento dell’Offerta Formativa” della Regione Veneto ed è sostenuta da numerosi enti pubblici nonché da aziende private del territorio.
Alla mostra è dedicata inoltre la speciale etichetta della bottiglia di Lugana Doc Mandolara Le Morette - Azienda Agricola Valerio Zenato con illustrazione di Dell’Otto.
Titolo mostra | Il mio Purgatorio. Dante profeta di speranza | Città | Verona | Sede | Castel San Pietro | Date | Dal 01/04/2023 al 31/05/2023 | Curatori | Franco Nembrini |
Verona, Dante diventa un robot e fa da guida alla mostra |