Cosa significa oggi la parola “compagni”? Se lo chiede una mostra che apre domani


Apre domani la mostra ’Compagni. Declinazioni contemporanee’, a cura di Andrea Zanetti, che intende interrogarsi sul valore della parola ’compagni’ nella società odierna.

Una mostra per indagare quale senso abbia ancora la parola "Compagni" nella società contemporanea. È quella che inaugurerà domani a Carrara, nel nuovissimo Polo delle Arti San Martino, e che sarà aperta al pubblico dal 16 luglio al 20 agosto. S’intitola Compagni! Declinazioni contemporanee ed espone opere di un gruppo di artisti affiatati, appartenenti al gruppo YAB: Emiliano Bagnato, Cristina Balsotti, Carolina Barbieri, Simone Conti, Lorenzo Devoti, Sabina Feroci, Paolo Fiorellini, Lorena Huertas, Stefano Lanzardo, Melissa Mariotti, Roberta Montaruli, Enrica Pizzicori, Aurore Pornin, Francesco Ricci, Francesco Siani, Stefano Siani, Zino (Luigi Franchi).

Il tema, come anticipato, è il termine “compagni” che, scrive il curatore Andrea Zanetti, “non è una parola come tutte le altre”, perché “ha attraversato e segnato” il Novecento “riempiendo di senso intere esistenze” e racchiudendo “enormi speranze, ma altrettanto cocenti delusioni e drammi”. Con diverse opere che spaziano dalla pittura alla scultura alla fotografia, gli artisti (appartenenti a diverse generazioni: il più giovane ha 22 anni, il più vecchio ne ha 60) affronteranno questo delicato argomento interrogandosi sulle “declinazioni contemporanee” del termine compagni. La mostra è organizzata da YAB e CGIL Massa-Carrara, con la collaborazione di Cristian Pardossi. Info su yabonlineblog.wordpress.com. Di seguito il testo del curatore:


Compagni non è una parola come tutte le altre.
Non per chi è nato nel Novecento.
Perché quella parola il Novecento lo ha attraversato e segnato, riempiendo di senso intere esistenze.
Compagni è una parola che ha racchiuso in sé enormi speranze ma altrettanto cocenti delusioni e drammi.
Una parola che per decenni ha rappresentato il confine entro cui si riconosceva la “diversità” di una comunità politica, quando la politica era in ogni cosa della vita.
Comunità di destino, un significato quasi mistico, che probabilmente affonda le sue radici nella sua derivazione latina (cum-panis, persona con cui dividere il pane).
Una parola che ha significato totale abnegazione verso una causa di cui ci si sentiva di far parte; da un oceano all’altro non trovavi compagno che non fosse in grado di illustrarti il suo pensiero tenendo insieme i nuovi progressi del socialismo reale con i problemi organizzativi della festa de l’Unità del suo quartiere!
Compagni poi è stata quella parola capace di farti pensare, al tempo stesso, al fatto che ovunque saresti andato avresti trovato altri che combattevano la stessa battaglia e all’odore delle cucine delle Feste de l’Unità, con quelle salse preparate da mani morbide e paffute mentre l’orchestra faceva le prove per lo spettacolo del dopo cena e qualche volontario sistemava le ultime cose negli stand montati nelle pause dal lavoro.

E oggi?
La parola compagni sembra essere sparita dal lessico politico.
Del resto è sparita da un bel po’ ogni traccia della comunità politica cui quella parola faceva riferimento e ciò che ne è nato per gemmazione si è sempre più allontanato dall’identità e dalla cultura di origine, nel bene e nel male.
Eppure sbaglieremmo a dire che la parola, con il suo significato civile è stata “rottamata”.
Innanzitutto perché sopravvive ancora - e lo farà fino al loro ultimo respiro - in tutti coloro per i quali quella parola è la sintesi di una vita. Ma c’è un secondo motivo importante per cui la parola compagni non è morta: infatti, più esce dal dizionario della politica novecentesca e più il suo spettro semantico si allarga andando ad includere varie forme di solidarietà.
Allora si è compagni di scuola, di lavoro, di vita, di sentimenti, di impegno civico perché si condivide la sorte di una o più collettività, si partecipa alla vita di una comunità, a qualcosa che va oltre la mera dimensione individuale.
Allo stesso modo - e in maniera ancor più potente - si è compagni perché si condivide la stessa speranza, ammassati su un gommone che attraversa di notte il mare agitato, sognando un avvenire migliore per noi e per i nostri figli.
A pensarci bene in molti casi non è la parola compagni ad essere sparita dal lessico; siamo noi che ne abbiamo dimenticato il significato più profondo, smettendo di “dividere il pane” con qualcuno. Eppure la solidarietà può essere un potente antidoto contro la disgregazione e le disuguaglianze; è il miglior cemento per costruire nuovi mondi, che siano aperti e pieni di “reti” non solo digitali, ma fisiche, porose, fatte di scambi umani, di mani che si reggono, di braccia che si sostengono.
Perché “ci si salva e si va avanti solo se si agisce insieme e non solo uno per uno”.
Perché chi ha compagni non muore mai.

Il gruppo di artisti che nel corso degli ultimi anni ha rappresentato in chiave visiva la parola comunità dando vita alla mostra-progetto #community e ha riflettuto sulla necessità di ricostruire un’identità degli spazi urbani per ridefinire le funzioni dei luoghi e delle relazioni che vi si consumano all’interno, oggi si interroga sulle declinazioni contemporanee della parola compagni.
Un percorso in divenire che dalle solitudini delle comunità e dalle loro dinamiche contemporanee passa alla riflessione individuale come strumento necessario a ridefinire un noi.
Un gruppo di artisti, diversi per linguaggi, età e provenienza, ricostruisce uno spaccato contemporaneo delle riflessioni sociali, politiche e di quotidianità che stanno attraversando il nostro periodo.
L’arte contemporanea come strumento per accedere alla poetica del ricordo ma anche all’asprezza delle suggestioni del presente.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraCompagni! Declinazioni contemporanee
CittàCarrara
SedePolo delle Arti San Martino
DateDal 30/11/-0001 al 30/11/-0001
TemiArte contemporanea

Cosa significa oggi la parola “compagni”? Se lo chiede una mostra che apre domani
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