Mantova, a Palazzo Ducale la prima retrospettiva su Claudio Olivieri dopo la scomparsa


Si tiene al Palazzo Ducale di Mantova la prima retrospettiva in un istituto pubblico di Claudio Olivieri dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 2019: in mostra opere che ne ricostruiscono la carriera.

Dall’8 ottobre al 21 novembre 2021, il Palazzo Ducale di Mantova ospita la retrospettiva di Claudio Olivieri (Roma, 1934 - Milano, 2019) intitolata Infinito visibile. Si tratta della prima mostra istituzionale allestita dopo la scomparsa di Claudio Olivieri: comprende una trentina di opere, tra olii su tela e tecniche miste su carta, tutte di proprietà dell’Archivio Claudio Olivieri, e assume un significato particolare in quanto Mantova fu la città dove l’artista trascorse la sua infanzia.

L’esposizione si articola attraverso tre sale, che seguono lo svolgersi del percorso creativo di Olivieri, cominciando dal Senza Titolo del 1967 fino a Vaneggiare del 2014. La distribuzione delle opere nello spazio non segue, tuttavia, un ordine esclusivamente cronologico, ma procede anche per richiami ed assonanze, in linea con il pensiero dell’artista, che riconosceva nel colore e nella luce gli assi portanti del proprio percorso. Claudio Olivieri ha vissuto a Mantova, luogo natale della madre, fino al 1953, anno del suo definitivo trasferimento a Milano, dove per quasi vent’anni è stato titolare della cattedra di Arti Visive e Pittura presso la Nuova Accademia di Belle Arti. Dopo la prima mostra milanese, allestita nel 1960 al Salone Annunciata, l’artista è stato protagonista di numerose esposizioni che hanno fatto conoscere la sua opera a livello internazionale, come le Biennali di Venezia del 1966, 1970, 1986 e 1990, Documenta di Kassel del 1977 e le personali a Montreal (1976), Bonn (1986), Amsterdam (1997) e Los Angeles (2014). A Mantova, è documentato l’intero percorso dell’artista, con dipinti selezionati realizzati dalla fine degli anni Sessanta sino agli anni Duemila e agli esiti più recenti della sua ricerca.

Le opere tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta (in mostra Thule del 1970, tecnica mista su carta intelata) mostrano come l’artista fosse arrivato a una sua personale visione dell’arte Informale che si portava fuori dalla pesantezza della materia e dall’oscuro magma esistenziale tipico di quell’indirizzo artistico, per rivolgersi invece a un segno febbrile ed elettrico che si accorda più alla luce e alla brillantezza del colore che al gesto della mano, che pure, in queste prime opere è ancora presente. Incomincia qui a delinearsi quell’identità tra colore-oggetto e superficie, in una visione in cui l’accordo tra cromie e luminosità sarà sempre più autonomo e svincolato dal soggetto, per assumere una profondità di campo sempre più incontenibile e intensamente poetica, di cui l’opera scelta come immagine della mostra e copertina del catalogo costituisce uno dei massimi esempi (Metempsicosi del 1984).

Dagli anni Settanta spazio e libertà divengono parole d’ordine della pittura di Olivieri e segnano una svolta decisa, tramutando la materia pittorica filamentosa delle opere precedenti in stratificate campiture di colore, steso ora non più col pennello ma a spruzzo, con una tecnica che l’artista andrà via via raffinando e che gli permetterà di ottenere quelle velature, quegli aloni, quelle aperture e sfondamenti pittorici oltre la superficie che connotano la sua opera più matura. Gli anni Settanta e Ottanta vedono anche il prevalere di una tavolozza che pur scurendosi resta splendente per le sovrapposizioni aeree e leggere degli strati pittorici, un effetto tecnicamente acuito mescolando il colore ad olio con trementina e cera vergine e distribuendolo in un pulviscolo di luce e baluginio steso sulla superficie con l’uso magistrale che l’artista fa della pistola a spruzzo.

Nel raggiungere questi risultati, Claudio Olivieri si pone in dialogo con gli sviluppi più aggiornati della ricerca pittorica internazionale di quegli anni, dalla Pittura analitica Italiana fino alle Geplante Malerei tedesca e agli esiti più maturi della Post-Painterly Abstraction americana, fino a trovare degli echi in Estremo Oriente nella pittura del gruppo coreano Dansaekhwa ed in alcune esperienze pittoriche di quello stesso giro d’anni nell’ambito del gruppo giapponese Mono-Ha. La mostra si estende a considerare gli esiti maturi di quella ricerca così rigorosa ed essenziale, che per Olivieri prosegue sulla linea della suggestione che colore e luce continueranno ad esercitare su di lui fino alle ultime opere, dai lavori più decentrati (Memorie d’oltretomba del 1983) a quelli più assiali degli anni Novanta e del Duemila (come Occhio Fatato del 1998 e Infine del 2005) fino a quelli che insistono sui margini che come quinte si aprono sull’infinità dello sfondo più immaterialmente lontano (Scaturigine del 1992).

La personale sarà accompagnata da un catalogo edito da Publi Paolini con testi istituzionali prefazione di Eleonora Olivieri, testi critici di Arianna Baldoni, Matteo Galbiati e Gianluca Ranzi e ricca antologia critica che raccoglierà alcune delle principali voci più che hanno scritto di Claudio Olivieri dagli anni Sessanta a oggi. Il volume, corredato dalle vedute delle sale, sarà presentato al termine della mostra. L’esposizione è aperta al pubblico da martedì a domenica con orario 10.00-18.30. L’opening si terrà venerdì 8 ottobre, dalle 17.00 alle 19.15. Ingresso libero previa presentazione del Green pass ed utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Per informazioni: Archivio Claudio Olivieri (T. +39 339 2201894, archivioclaudioolivieri@gmail.com, www.claudioolivieri.com) e Palazzo Ducale di Mantova (T. +39 0376 352100, pal-mn@beniculturali.it, https://mantovaducale.beniculturali.it/).

L’Archivio Claudio Olivieri nasce a Milano nel 2021 per tutelare e valorizzare il lavoro dell’artista Claudio Olivieri. Il comitato scientifico è composto da Eleonora Olivieri (presidente), Arianna Baldoni (curatore), Matteo Galbiati e Gianluca Ranzi. L’Archivio Claudio Olivieri si occupa, inoltre, della catalogazione e dell’archiviazione delle opere di Claudio Olivieri, nonché del rilascio dei certificati di autenticità.

Immagine: Claudio Olivieri, Vaneggiare (2014; olio su tela, 100 x 130 cm)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraClaudio Olivieri. Infinito visibile
CittàMantova
SedePalazzo Ducale di Mantova
DateDal 08/10/2021 al 21/11/2021
ArtistiClaudio Olivieri
TemiArte contemporanea

Mantova, a Palazzo Ducale la prima retrospettiva su Claudio Olivieri dopo la scomparsa
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