Dal 22 novembre 2019 al 3 maggio 2020, il Musée de la Boverie di Liegi (Belgio) ospita un’importante mostra di scultura iperrealista: si tratta di Ceci n’est pas un corps e raduna diverse opere di molti dei grandi maestri dell’iperrealismo. La rassegna riprende il titolo di un celebre dipinto di René Magritte che indaga il rapporto sulla realtà, così come vuole fare l’esposizione belga. In mostra circa quaranta opere di grandi artisti internazionali (alcuni nomi: Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, John DeAndrea, Duane Hanson, Sam Jinks, Paul McCarthy, Ron Mueck, George Segal, Xavier Veilhan) per tracciare un percorso sulla raffigurazione del corpo umano nella scultura iperrealista dagli anni Settanta a oggi. La selezione intende affrontare le questioni chiave nell’approccio alla rappresentazione dell’iperrealismo in modo da sottolineare il modo in cui la nostra visione del corpo si è evoluta nel corso del tempo. In più, la mostra vuole anche presentare tutte le possibilità percorse dalla scultura iperrealista.
Le diverse origini degli artisti presenti in mostra (dagli USA all’Australia, dall’Italia al Regno Unito, dalla Francia alla Spagna) evidenziano il carattere internazionale del movimento iperrealista, le cui origini sono da ritrovare negli anni Sessanta (l’iperrealismo nacque come reazione all’estetica dell’arte astratta), ma che continua a essere pienamente operativo anche al giorno d’oggi.
Il percorso è diviso in sei sezioni: Repliche umane, che parla degli albori del movimento approfondendo le figure di Duane Hanson e John DeAndrea che, con le loro sculture, cercavano di creare opere che fossero più veritiere possibili); Monocromi, che, a partire dalle ricerche di George Segal che creava sculture non dipinte concentrandosi unicamente sulle forme, esplora il lavoro di artisti come Xavier Veilhan e Thom Puckey che utilizzano gli stessi effetti per parlarci della loro concezione di “essere umano”; Parti di corpo, dove si esplora la tendenza (nata a partire dagli anni Ottanta con artisti come Carole A. Feuerman e poi proseguita da Maurizio Cattelan, Jamie Salmon e altri) a realizzare sculture che raffigurano soltanto parti di corpo e non la figura intera come agli inizi dell’iperrealismo; Gioco di taglie, dove si espongono opere che snaturano le normali proporzioni del corpo umano, come quelle di Ron Mueck che è un maestro del genere; Realtà difformi dove il pubblico incontra opere che manipolano il corpo umano per creare strani esseri che sono però realistici, come nelle opere di Evan Penny o di Berlinde de Bruyckere; Frontiere in movimento, dedicata agli ultimi raggiungimenti della scultura iperrealista in dialogo con i temi della contemporaneità.
La mostra, prodotta da agenzia Tempora, è aperta dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 18, il fine settimana dalle 10 alle 18. Chiusura il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio. Biglietti: 15 euro intero, 13 euro over 65 e gruppi di almeno 20 persone, 8 euro bambini e studenti (da 6 a 25 anni), scolaresche 6 euro, gratis per bambini sotto i sei anni. Possibili anche biglietti cumulativi per mostra e museo. Per info visitare il sito della mostra.
Foto: Sam Jinks, Untitled, kneeling woman (2015)
Titolo mostra | Ceci n'est pas un corps | Città | Liegi | Sede | Musée de la Boverie | Date | Dal 22/11/2019 al 03/05/2020 | Artisti | Maurizio Cattelan, Duane Hanson, Paul McCarthy, Berlinde de Bruyckere, John DeAndrea, Sam Jinks, Ron Mueck, George Segal, Xavier Veilhan | Temi | Scultura |
Questi corpi... non sono corpi, ma statue. In Belgio una grande mostra di scultura iperrealista |