Dal 25 giugno al 9 ottobre 2022 la Torre del Castello dei Vescovi di Luni a Castelnuovo Magra accoglie nei suoi cinque piani la mostra Gianni Berengo Gardin. Il colore distrae. Un mondo in bianco e nero, a cura di Elisabetta Sacconi, in collaborazione con Susanna Berengo Gardin.
Appositamente pensata per le sale della Torre, la rassegna si concentra sugli scatti dei reportage che il celebre fotografo Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930) ha compiuto all’estero. Ogni piano è dedicato a una diversa tappa in un luogo geografico preciso e il visitatore compie attraverso le fotografie esposte un viaggio nelle diverse parti del mondo. Si parte da Parigi (1953-1954) per arrivare prima a New York (1969), poi in Spagna (1970-1973), in Gran Bretagna (1976-1977) e infine in India (1976-1977). Un percorso espositivo in ordine cronologico che propone i servizi che Berengo Gardin ha realizzato sia per importanti committenze, come quella del Touring Club, sia spinto dalla voglia di conoscere. La sua innata capacità di “testimoniare qualcosa” e il suo essere essenzialmente narratore incontrano la curiosità di vedere il mondo.
"La fotografia non è arte, la fotografia è documento", secondo il famoso fotografo, e per questo ogni immagine costituisce uno spaccato di vita e di costume di un’intera società; è racconto e memoria di un passato che ha superato il tempo ed è giunto fino a noi. L’obiettivo della macchina fotografica è lo strumento per cogliere storie e sottolinearne gli aspetti sociali, comprendendone il modo di vivere. Il grandangolo allarga lo sguardo a paesaggi, città, strade, che sono scenari sempre contaminati dalla presenza umana, raccontata nella sua quotidianità. Gianni Berengo Gardin è talmente calato nella realtà da non essere mai neanche sfiorato dall’avventura fine a sé stessa o dalla costruzione forzata di qualcosa che non c’è.
Quello che rappresenta nei suoi scatti è un mondo in bianco e nero, perché è profondamente convinto che il colore distragga dal contenuto, che porti a guardare il particolare e non l’interezza, come sottolinea lo stesso titolo della mostra.
Sostenitore che le “buone” fotografie non necessitino di didascalie o titoli, che bastino un luogo e una data, Berengo Gardin ha di ognuna di esse una memoria nitida e precisa. Ricorda se l’abbia realizzata con un solo scatto fortunato o con paziente attesa, ricorda il momento decisivo e quello successivo, delineandone i contorni. Il percorso espositivo è infatti accompagnato dal personale racconto del fotografo, da brevi testi che il visitatore è invitato a prendere con sé. All’ultimo piano è proiettata invece un’intervista al fotografo, a cura di Maurizio Garofalo, dove emerge anche il suo lato più intim, con autoritratti e momenti famigliari che raramente sceglie di esporre.
In un mondo digitale Gianni Berengo Gardin resta ancora unicamente legato all’uso della macchina analogica e della pellicola, tanto che dal 2001 autentica ogni sua stampa fotografica con un timbro che lascia poco spazio all’immaginazione: “Vera fotografia, non corretta, modificata o inventata al computer”.
(1953-1954) Parigi. Il lungo soggiorno a Parigi segna un passaggio, da fotoamatore a professionista. È giovane ed è qui che lavorano i grandi fotografi, vivono i grandi personaggi della cultura, ma soprattutto è qui che realizza i suoi primi reportage, osservando ogni angolo della città e tutta la sua variegata umanità: i baci, ad esempio, diventano un motivo conduttore di molti scatti, colpito dal fatto che a quei tempi in Italia fossero invece proibiti in pubblico.
(1969) New York. Gli Stati Uniti li conosceva ancora prima di andarci, attraverso la lettura di Steinbeck, Hemingway, Dos Passos. New York è colta nella sua normalità, come il bambino con la maschera di carnevale e i ragazzi spettinati dal vento, ma anche nella sua complessità, negli anni che hanno segnato non solo la storia americana, ma quella mondiale.
(1970-1973) Spagna. Dai reportage in Spagna nasce il primo volume della collana del Touring Club Attraverso l’Europa, con i testi dello scrittore Giovanni Arpino. Villaggi bianchi e campagne assolate che iniziavano già allora a mutare, paesaggi che sembrano quasi metafisici intercalati da vite ritratte nella loro quotidianità e le fiestas, che rappresentano secoli di storia religiosa e sociale: tra queste la fotografia della processione della Settimana Santa a Siviglia voluta da Cartier-Bresson per la sua collezione privata. E a fianco di quelle note anche una inedita, la fotografia dei lavoratori in pausa che Gianni Berengo Gardin ha deciso di stampare per la prima volta proprio per questa mostra.
(1976-1977) Gran Bretagna. Dell’Inghilterra Berengo Gardin è appassionato di tutto, “le pipe, il tabacco, le scarpe, i vestiti, le auto”. Ed ecco la famosissima Morris, affacciata in realtà con molte altre sul mare in una giornata di vento, ma immortalata perché l’unica con a bordo due personaggi al riparo da freddo. Ma iconica è anche la fotografia dell’evento della Royal Ascot che mostra il rigido codice di abbigliamento dei partecipanti, con piume, cappelli e tight.
(1976-1977) India. Il reportage in India nasce da un progetto personale di Gianni Berengo Gardin. Ammiratore di Gandhi che invitava gli occidentali a non fermarsi all’idea dell’India delle grandi città, ha visitato villaggi, paesini, campagne, vivendo con i contadini e con le loro famiglie, riuscendo a trovare la vera essenza del loro mondo. Qui la presenza umana si fonde con il paesaggio, allargando il punto di vista, ma restando sempre centrale nel racconto.
Orari: Giugno, settembre, ottobre (sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Luglio e agosto (martedì, mercoledì e giovedì dalle 17 alle 20.30; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20.30)
Biglietti: Intero 7 euro, ridotto 5 euro.
Titolo mostra | Gianni Berengo Gardin. Il colore distrae. Un mondo in bianco e nero | Città | Castelnuovo Magra | Sede | Torre del Castello dei Vescovi di Luni | Date | Dal 25/06/2022 al 09/10/2022 | Artisti | Gianni Berengo Gardin | Curatori | Elisabetta Sacconi | Temi | Fotografia |
A Castelnuovo Magra in mostra gli scatti di Gianni Berengo Gardin. Anche un inedito |