Andrea Appiani, il pittore di Napoleone in Italia in mostra al Musée de Malmaison


Dal 16 marzo al 28 luglio 2025, il Musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau ospita la prima retrospettiva francese dedicata ad Andrea Appiani. L’esposizione esplora il talento del più importante pittore neoclassico dell’Italia settentrionale e il suo legame con Napoleone.

Dal 16 marzo al 28 luglio 2025, il Musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau ospitata nel castello di Bois-Préau presenta la prima retrospettiva francese dedicata ad Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817), il più noto pittore neoclassico dell’Italia settentrionale, dal titolo Appiani (1754-1817) Il pittore di Napoleone in Italia. L’esposizione, prodotta dal GrandPalaisRmn e curata da tre storici dell’arte italiani, ovvero Francesco LeoneFernando Mazzocca Simone Ferraro, riunisce un centinaio di opere tra dipinti, disegni, incisioni e medaglie provenienti da collezioni pubbliche e private europee. L’obiettivo è restituire al pubblico la complessità dell’opera di Appiani, artista dalla sensibilità ritrattistica raffinata e freschista virtuoso, il cui lavoro decorativo su larga scala ha subito gravi perdite durante i bombardamenti del 1943 su Milano.

L’incontro tra Appiani e Napoleone avvenne nel maggio del 1796, quando il generale entrò a Milano dopo la vittoria al Ponte di Lodi. In quel momento, il pittore aveva già acquisito notorietà per le decorazioni di teatri, palazzi e chiese, nonché per i suoi ritratti. Il rigore stilistico degli esordi si era progressivamente ammorbidito, e la sua pittura coniugava precisione del tratto, solidità compositiva e morbidezza cromatica. L’intesa con Bonaparte segnò una svolta cruciale nella sua carriera: tre anni più tardi, con il ritorno dei francesi nella Penisola durante la Seconda campagna d’Italia, l’artista ricevette l’incarico di selezionare le opere da prelevare da chiese e conventi per arricchire i musei del nord Italia, un’operazione che rientrava nella più ampia politica napoleonica di spoliazione del patrimonio artistico.

La carriera di Appiani si consolidò con la nascita della Repubblica e poi del Regno d’Italia, di cui divenne l’iconografo ufficiale. La sua produzione si divise tra grandiosi cicli decorativi e ritratti ufficiali, ottenendo un gran numero di commissioni sia pubbliche che private. L’esposizione segue un percorso cronologico e tematico suddiviso in cinque sezioni: La carriera pre-napoleonica, i Fasti di Napoleone, Ritratti pubblici e privati, Decorazioni ad affresco e Fortuna artistica di Appiani. Nel suggestivo scenario del castello di Bois-Préau, la mostra evidenzia la versatilità dell’artista, capace di esprimersi con una pittura monumentale, sensibile o intimista a seconda del contesto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Palazzo Reale di Milano, che da settembre 2025 a gennaio 2026 ospiterà una variante della mostra intitolata Appiani. Lo splendore di Milano dall’età di Parini a Napoleone. Un’occasione per riscoprire il talento di un maestro che seppe interpretare il suo tempo con un linguaggio pittorico raffinato ed elegante, lasciando un’impronta indelebile nell’arte neoclassica.

Andrea Appiani, Il generale Bonaparte e il genio della vittoria che incide le sue imprese alla battaglia del ponte di Lodi (1796; olio su tela, 96,5 x 71,1 cm; Collezione privata) © Collezione privata
Andrea Appiani, Il generale Bonaparte e il genio della vittoria che incide le sue imprese alla battaglia del ponte di Lodi (1796; olio su tela, 96,5 x 71,1 cm; Collezione privata) © Collezione privata
Andrea Appiani, Ritratto di Augusta Amelia di Baviera in abito bianco e corona di perle (1806 - 1808; olio su tela, 218 x 142 cm; Rueil-Malmaison, Musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) © GrandPalaisRmn (musée des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ritratto di Augusta Amelia di Baviera in abito bianco e corona di perle (1806 - 1808; olio su tela, 218 x 142 cm; Rueil-Malmaison, Musée national des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) © GrandPalaisRmn (musée des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ritratto del generale Berthier (1805; olio su tela, 75 x 60 cm; Fontainebleau, Castello di Fontainebleau) © GrandPalaisRmn (Château de Fontainebleau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ritratto del generale Berthier (1805; olio su tela, 75 x 60 cm; Fontainebleau, Castello di Fontainebleau) © GrandPalaisRmn (Château de Fontainebleau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ritratto di Giuseppina come regina d'Italia (1807; olio su tela, 98,5 x 74,5 cm; Rueil-Malmaison, Châteaux de Malmaison et Bois-Préau) © GrandPalaisRmn (musée des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ritratto di Giuseppina come regina d’Italia (1807; olio su tela, 98,5 x 74,5 cm; Rueil-Malmaison, Châteaux de Malmaison et Bois-Préau) © GrandPalaisRmn (musée des châteaux de Malmaison et de Bois-Préau) / Gérard Blot
Andrea Appiani, Ratto d'Europa (1782-1785; tempera su tela, 199,5 x 140,3 cm; Roma, Galerie W. Apolloni) © Galerie W. Apolloni
Andrea Appiani, Ratto d’Europa (1782-1785; tempera su tela, 199,5 x 140,3 cm; Roma, Galerie W. Apolloni) © Galerie W. Apolloni

La mostra

Andrea Appiani è considerato il più importante pittore su cavalletto dell’Italia settentrionale e uno dei migliori frescanti europei del suo tempo. La mostra vuole invitare il pubblico ad apprezzare un neoclassicismo italiano che trae spunto tanto dalla pittura rinascimentale e seicentesca quanto dall’antichità greco-romana. Appiani fu anche un testimone impegnato dell’ascesa politica di Napoleone Bonaparte. Accogliendo la causa del generale in capo fin dal suo arrivo a Milano nel maggio del 1796, il pittore fu, nella capitale della Repubblica Cisalpina e poi del Regno d’Italia, il più importante interlocutore artistico della nuova autorità.

Formatosi tra l’altro all’Accademia Ambrosiana e poi a quella di Brera, Appiani iniziò la sua carriera con i dipinti a olio per la chiesa parrocchiale di Caglio e poi con l’affresco del soffitto di un palazzo privato. Dipinse figure per le scenografie del Teatro alla Scala di Milano e di Firenze e poi per tele decorative nel Palazzo Arciducale (poi Reale) di Milano, allora sotto il dominio austriaco. Gli anni Ottanta del Settecento videro la sua carriera decollare con commissioni ambiziose per esponenti della nobiltà milanese – come la Storia d’Europa per il conte Castelbarco – e per chiese. Nel 1791, un’importante commissione per il santuario milanese di Santa Maria dei Miracoli lo spinse a partire per un lungo soggiorno di perfezionamento e scoperta a Roma, lui che solo raramente si era allontanato da Milano. 

La vasta impresa del futuro Palazzo Reale aveva lo scopo di ornare il perimetro del piano intermedio della sala da ballo dell’edificio che era allora sede ufficiale del potere. Questo ciclo presentava una selezione di episodi, principalmente militari, ma anche politici, dalla prima campagna italiana del 1796 all’attacco di rue Saint Nicaise del 24 dicembre 1800, per poi estendersi alla vittoria di Friedland del 14 giugno 1807. Le pitture comparvero durante i bombardamenti che colpirono Milano nell’agosto del 1943. La serie comprendeva 35 tempere su tela in grisaglia bianca e grigia, che simulavano bassorilievi. Ogni tela misurava dai 2,5 ai 3 metri di lunghezza, formando un fregio complessivo di quasi cento metri. Ispirata all’ode A Bonaparte Liberatore di Ugo Foscolo, la parte più importante del ciclo celebrava il fondatore della Repubblica. Fu svelato il 26 giugno 1803, in occasione della festa nazionale. Per divulgare le invenzioni di Appiani, Napoleone, dopo essere diventato imperatore, ordinò che dai dipinti venissero tratte 35 incisioni. L’operazione, realizzata mediante l’uso dell’acquaforte da parte di alcuni rinomati incisori, fu supervisionata da Giuseppe Longhi, professore di incisione all’Accademia di Brera. L’energia ardente, il senso della teatralità e della sintesi, i ritmi selvaggi, la solennità delle scene ufficiali smentiscono l’identificazione esclusiva di Appiani con il “pittore delle grazie”. Una sezione della mostra è dedicata a questa impresa.

Nel percorso espositivo anche una sezione sui ritratti. Nel 1781 Appiani ricevette l’incarico di realizzare un ritratto postumo della prima moglie del conte Pietro Verri, illustre cofondatore della Società dei Pugni, un circolo colto permeato dallo spirito illuminista. Da quel momento in poi iniziò la sua carriera di ritrattista negli ambienti aristocratici e nella borghesia “illuminata”. Contemporaneamente realizzò numerosi ritratti del suo entourage. Nominato nel 1805 primo pittore di Napoleone, re d’Italia, Appiani si distinse anche nel rappresentare i più importanti personaggi politici italiani. Appiani introduce diverse inflessioni nella pratica del ritratto in Italia: gli sfondi monocromi che mettono in risalto le effigi, la morbidezza delle linee e dei colori che addolciscono i contorni, le delicate sfumature che risaltano dal rigore neoclassico. Sorprendono gli accenti di modernità, come il carattere non finito e l’uso sporadico delle dita per stendere la materia (ritratto di Canova).

L’influenza di Appiani risentì del fatto che la parte più notevole delle sue opere era... immobile, collocata nei palazzi milanesi e, per giunta, andata in parte distrutta durante la seconda guerra mondiale. Fu coniugando l’eredità del passato con l’arte del presente che Appiani moltiplicò le decorazioni delle pareti e soprattutto dei soffitti e delle volte dei palazzi privati aristocratici o ufficiali, in composizioni di soggetto mitologico. Giuseppe Parini, poeta neoclassico e professore di letteratura all’Accademia di Brera – dove insegnò anche Appiani – fu  sostenitore dei programmi iconografici più elaborati. Questa parte cruciale del lavoro di Appiani può essere resa nota solo attraverso disegni preparatori e, più eccezionalmente, cartoni in scala, in vista del loro trasferimento sulla parete per la pittura. I pochi esempi esposti, tratti dall’importante corpus grafico oggi rimasto (oltre 900 pezzi), permettono di “entrare” nello studio dell’artista.

Un ictus, nel 1813, segnò bruscamente la fine della carriera di Appiani, mentre l’artista lavorava alle decorazioni della Sala della Lanterna e dello studiolo di Palazzo Reale. In quest’ultimo caso, le pareti e le porte erano ornate da dipinti su tela. La malattia gli impedì di realizzare un grande progetto: un’Apoteosi di Napoleone per il soffitto della Sala delle Cariatidi. La fortuna artistica di Appiani è stata altalenante a seconda delle epoche: riconosciuto come il principale pittore neoclassico italiano, il suo nome è stato ed è ancora associato - almeno in Italia - a quello del grande scultore Canova, suo contemporaneo. D’altro canto, l’impegno napoleonico e la profonda evoluzione del gusto e dell’arte nel XIX secolo giocarono a suo sfavore. Oltre alla cerchia degli intenditori presso i quali la sua stima era mantenuta, è soprattutto con il rinnovato interesse per il neoclassicismo a partire dagli anni Ottanta che il suo valore è stato nuovamente riconosciuto.

Andrea Appiani, Louis Charles Antoine Desaix che legge un ordine del giorno di Napoleone a due egiziani (1800; olio su tela, 99,2 x 74,7 cm; Versailles, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon) © GrandPalaisRmn (Château de Versailles) / Franck Raux
Andrea Appiani, Louis Charles Antoine Desaix che legge un ordine del giorno di Napoleone a due egiziani (1800; olio su tela, 99,2 x 74,7 cm; Versailles, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon) © GrandPalaisRmn (Château de Versailles) / Franck Raux
Andrea Appiani, Giunone e le Grazie (1803 - 1810 circa; olio su tela, 100 x 142 cm; Brescia, Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia- Fotostudio Rapuzzi
Andrea Appiani, Giunone e le Grazie (1803 - 1810 circa; olio su tela, 100 x 142 cm; Brescia, Fondazione Brescia Musei, Pinacoteca Tosio Martinengo) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia- Fotostudio Rapuzzi
Andrea Appiani, Ritratto di Francesca Ghirardi Lecchi (1803; olio su tela, 97,5 x 72,5 cm; Milano, Fondazione Trivulzio) © Fondazione Trivulzio, Milano
Andrea Appiani, Ritratto di Francesca Ghirardi Lecchi (1803; olio su tela, 97,5 x 72,5 cm; Milano, Fondazione Trivulzio) © Fondazione Trivulzio, Milano
Andrea Appiani, Ritratto di Napoleone come re d'Italia (1805; olio su tela, 99,4 x 74,2 cm; Vienna, Kunsthistorisches museum) © akg-images / Erich Lessing
Andrea Appiani, Ritratto di Napoleone come re d’Italia (1805; olio su tela, 99,4 x 74,2 cm; Vienna, Kunsthistorisches museum) © akg-images / Erich Lessing
Andrea Appiani, Ritratto femminile (1799; matita su carta, 282 x 240 mm; Milano, Museo Poldi Pezzoli) © Milano, Museo Poldi Pezzoli
Andrea Appiani, Ritratto femminile (1799; matita su carta, 282 x 240 mm; Milano, Museo Poldi Pezzoli) © Milano, Museo Poldi Pezzoli
Gaetano Monti, Busto di Appiani (1803-1806 cera su vetro, diametro 14,5 cm; Milano, Galleria d’Arte Moderna) © Comune di Milano – Foto: Marilena Anzani
Gaetano Monti, Busto di Appiani (1803-1806 cera su vetro, diametro 14,5 cm; Milano, Galleria d’Arte Moderna) © Comune di Milano – Foto: Marilena Anzani
Andrea Appiani, Ritratto di Giuseppe Vallardi (1795-1798; olio su tela, 24,8 x 19,4 cm; Venezia, Gallerie dell’Accademia) © G.A.VE - Archivio fotografico – su concessione del Ministero della Cultura
Andrea Appiani, Ritratto di Giuseppe Vallardi (1795-1798; olio su tela, 24,8 x 19,4 cm; Venezia, Gallerie dell’Accademia) © G.A.VE - Archivio fotografico – su concessione del Ministero della Cultura
Andrea Appiani, Étienne Pierre, conte di Méjean (1806; olio su tela, 99,5 x 74 cm; Birmingham, Birmingham museums Trust) © Heritage Images / Heritage Art / akg-images
Andrea Appiani, Étienne Pierre, conte di Méjean (1806; olio su tela, 99,5 x 74 cm; Birmingham, Birmingham museums Trust) © Heritage Images / Heritage Art / akg-images
Andrea Appiani, Zefiro e Flora (1792; matita nera, carboncino e lumeggiature a guazzo bianco su carta preparata beige, 1550 x 1600 mm; Milano, Galleria d’Arte Moderna) © Comune di Milano
Andrea Appiani, Zefiro e Flora (1792; matita nera, carboncino e lumeggiature a guazzo bianco su carta preparata beige, 1550 x 1600 mm; Milano, Galleria d’Arte Moderna) © Comune di Milano

Informazioni pratiche

Apertura - Château de Bois-Préau: tutti i giorni tranne il martedì, 13:00-18:00 Fino alle 21.00 di giovedì

Château de Malmaison: tutti i giorni tranne il martedì, nei giorni feriali 10:00-12:30 / 13:30-17:15 nei fine settimana: 10:00-12:30 / 13:30-17:45

Tariffe -  Mostra temporanea Bois-Préau: intero 8 € / ridotto 6 € / gruppo 6,5 €

Biglietto combinato Malmaison-Bois-Préau : intero 11 € / ridotto 8 € / gruppo 8,5 €

Per informazioni e prenotazioni: reservation.malmaison@culture.gouv.fr.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraAppiani (1754-1817) Il pittore di Napoleone in Italia
CittàRueil-Malmaison
DateDal 16/03/2025 al 28/07/2025
ArtistiAndrea Appiani
CuratoriFernando Mazzocca, Francesco Leone, Simone Ferraro
TemiNeoclassicismo, Andrea Appiani, Arte Moderna, arte neoclassica

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