Castelfranco celebra i 250 anni di Francesco Maria Preti con una mostra sul Settecento in tre sedi


A 250 anni dalla morte, Castelfranco Veneto omaggia Francesco Maria Preti con una mostra che racconta la vivace stagione intellettuale e culturale del Settecento tra arti, scienze e mode dell’epoca. Un percorso espositivo in tre sedi dal 25 gennaio al 6 aprile 2025.

Il 23 dicembre 1774, Castelfranco Veneto perdeva una delle sue figure più illustri: Francesco Maria Preti (Castelfranco Veneto, 19 maggio 1701 – 1774), architetto e intellettuale tra i principali protagonisti della vivace stagione culturale che caratterizzò il Settecento nella città di Giorgione. A 250 anni dalla sua scomparsa, Castelfranco celebra questa straordinaria personalità con una mostra che ne ripercorre l’eredità e racconta la vita culturale e artistica dell’epoca. Dal 25 gennaio al 6 aprile 2025, la mostra intitolata Studiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti sarà allestita in tre sedi: il Museo Casa Giorgione, il Teatro Accademico sezione curata da Danila Dal Pos e Palazzo Soranzo Novello. L’esposizione offrirà un viaggio nell’atmosfera del Settecento, un periodo in cui Castelfranco era un crocevia commerciale e culturale della terraferma veneziana, animato da figure di spicco come Giovanni Rizzetti e Jacopo Riccati.

Francesco Maria Preti è una figura centrale sia per la storia di Castelfranco, che per l’architettura del Settecento. Tra le sue opere più celebri spiccano il progetto del Teatro Accademico, dove applicò la teoria della media armonica proporzionale, il Duomo cittadino e la Villa Pisani a Stra. La sua attività si estendeva alla riflessione teorica e alla partecipazione attiva al fervente cenacolo culturale che caratterizzava Castelfranco nel XVIII secolo. La mostra ripercorrerà il contributo di Preti, esplorando il contesto intellettuale in cui operava e mettendo in luce la sua capacità di coniugare scienza, arte e musica in una visione armonica del sapere.

Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra
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Allestimenti della mostra

Una società di studiosi e libertini

Il titolo della mostra, Studiosi e libertini, richiama l’affascinante dualismo di un’epoca in cui la ricerca scientifica e intellettuale si intrecciava con una vita sociale animata da mode, riti e costumi vivaci. Tra i protagonisti dell’esposizione vi sono anche Giovanni Rizzetti, che per primo applicò la teoria della media armonica proporzionale, e Jacopo Riccati, matematico noto per l’equazione differenziale che porta il suo nome e che diede vita alla cosiddetta scuola riccatiana.

Attraverso una selezione di opere e testimonianze, la mostra offrirà uno spaccato della vita quotidiana del tempo: stampe, dipinti, documenti, argenti, ceramiche, mobili, costumi e strumenti musicali accompagneranno il visitatore in un viaggio tra arti, scienze e tradizioni.

Pittore veneto, Ritratto di architetto (Francesco Maria Preti?) (XVIII secolo; olio su tela, 128,5 x 96,5 cm; Treviso, Musei Civici)
Pittore veneto, Ritratto di architetto (Francesco Maria Preti?) (XVIII secolo; olio su tela, 128,5 x 96,5 cm; Treviso, Musei Civici)
Antonio Canova, Testa della Musa Calliope (1814; gesso, 56 x 26 x 28 cm; Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova)
Antonio Canova, Testa della Musa Calliope (1814; gesso, 56 x 26 x 28 cm; Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova). Foto: Lino Zanesco
Gabriel Bella, Veduta dell’Arsenale (1780-1788 circa; olio su tela, 97,5 x 62,5 cm)
Gabriel Bella, Veduta dell’Arsenale (1780-1788 circa; olio su tela, 97,5 x 62,5 cm)
Francesco Tironi, Il Canal Grande con la Basilica della Salute (1785 circa; olio su tela, 58 x 40 cm)
Francesco Tironi, Il Canal Grande con la Basilica della Salute (1785 circa; olio su tela, 58 x 40 cm)
Antonio Canova, Maddalena penitente (1796; gesso, 90 x 75 x 77 cm; Possagno, Museo Gipsotheca Antonio Canova)
Antonio Canova, Maddalena penitente (1796; gesso, 90 x 75 x 77 cm; Possagno, Museo Gipsotheca Antonio Canova). Foto: Lino Zanesco
Manifattura tedesca, Occhiale (XVIII secolo)
Manifattura tedesca, Occhiale (XVIII secolo)
Francesco Zuccarelli, Paesaggio fluviale con alberi, contadinelli e borgo rustico (1745 circa; olio su tela, 119,5 x 77,5 cm)
Francesco Zuccarelli, Paesaggio fluviale con alberi, contadinelli e borgo rustico (1745 circa; olio su tela, 119,5 x 77,5 cm)
Francesco Zuccarelli, Paesaggio fluviale con alberi, contadinelli e borgo rustico (1745 circa; olio su tela, 119,5 x 77,5 cm)
Francesco Zuccarelli, Paesaggio fluviale con alberi, contadinelli e borgo rustico (1745 circa; olio su tela, 119,5 x 77,5 cm)
Giovanni Battista Cimaroli, Il molo verso la Basilica della Salute (1740 circa; olio su tela, 74 x 57 cm)
Giovanni Battista Cimaroli, Il molo verso la Basilica della Salute (1740 circa; olio su tela, 74 x 57 cm)

Il genio di Francesco Maria Preti

Francesco Maria Preti coniugò arte, scienza e filosofia in una sintesi perfetta. Uno dei suoi contributi più significativi fu la teoria della media proporzionale armonica, un approccio che integrava matematica, architettura e musica. Questa intuizione, sviluppata già nel 1723 durante la progettazione del Duomo di Castelfranco, rappresentò il punto di partenza per una carriera che avrebbe ridefinito i canoni estetici del suo tempo.

Spinto dal matematico Giovanni Rizzetti, che ne intuì il talento, Preti sviluppò le sue prime teorie sulla proporzionalità nella villa Ca’Amata a Salvarosa. Successivamente, grazie al confronto con personalità come Jacopo Riccati, Giordano Riccati, Giuseppe Tartini e Francesco Antonio Vallotti, perfezionò il suo approccio: gli elementi architettonici dovevano rispecchiare rapporti numerici simili agli accordi musicali. Tra le sue opere principali spiccano il Duomo di Santa Maria Assunta e San Liberale a Castelfranco Veneto, la Villa Pisani a Stra, il Palazzo Corner al “Paradiso” e, naturalmente, il Teatro Accademico, emblema della sua ricerca armonica.

Manifattura italiana, Sottomarsina (Emilia Romagna, Bologna, 1740-175)
Manifattura italiana, Sottomarsina (Emilia Romagna, Bologna, 1740-175)
Scrivania toilette in legno di ciliegio (Veneto, metà del XVIII secolo)
Scrivania toilette in legno di ciliegio (Veneto, metà del XVIII secolo)
Jacopo Amigoni, Giove e Callisto (1729-39; olio su tela 162 x 102 cm)
Jacopo Amigoni, Giove e Callisto (1729-39; olio su tela, 162 x 102 cm)
Manifattura francese, Tabacchiera (1760 circa; conchiglia e montatura in princisbecco, 5,2x3 cm; Torino, Fondazione Accorsi-Ometto)
Manifattura francese, Tabacchiera (1760 circa; conchiglia e montatura in princisbecco, 5,2x3 cm; Torino, Fondazione Accorsi-Ometto)
Gaspare Diziani, Baccanale in onore di Sileno, (1730-40 circa; olio su tela, 78 x 54 cm)
Gaspare Diziani, Baccanale in onore di Sileno (1730-40 circa; olio su tela, 78 x 54 cm)
Sebastiano Ricci, Allegoria del martirio (1704-1710; olio su tela, 120 x 142 cm)
Sebastiano Ricci, Allegoria del martirio (1704-1710; olio su tela, 120 x 142 cm)

Il Teatro Accademico: un capolavoro “emeronizio”

Progettato nel 1746 ed edificato dal 1754, il Teatro Accademico rappresenta un unicum nel panorama architettonico italiano. Definito “emeronizio” per la sua capacità di essere illuminato dalla luce naturale, questo spazio polifunzionale fu concepito per ospitare sia le riunioni dell’Accademia che spettacoli diurni e notturni.

Il progetto incarna i principi formulati da Preti nei suoi Elementi (pubblicati postumi nel 1780): proporzioni basate sulla media aritmetica e armonica, continuità delle linee e calcolo delle altezze secondo rapporti musicali. La pianta del teatro, articolata secondo schemi matematici, riflette un’idea di spazio come composizione armonica. Nonostante alcune modifiche apportate nel corso del tempo, come il rifacimento dell’atrio e della facciata tra il 1853 e il 1858 su progetto dell’ingegnere A. Barea, il Teatro Accademico rimane un esempio straordinario della visione di Preti.

“Nei salotti e negli Atenei dell’epoca si discutono le teorie musicali di Giuseppe Tartini, Francesco Antonio Vallotti, Jean Philippe Rameau e Jean-Adam Serre” – scrive nel catalogo della mostra Stefania Colonna-Preti. “Nel 1754, Tartini pubblica a Padova il Trattato della Musica, secondo la vera scienza della Armonia; Giordano Riccati scrive un saggio Sopra le leggi del Contrappunto, insieme a dissertazioni e lettere di argomento musicale, e si dedica allo studio dei sistemi di Tartini e Rameau. In questo ambiente ricco di stimoli, cresce il giovane Francesco Maria Preti, che avvia così la sua carriera di architetto ’dilettante’”.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraStudiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti
CittàCastelfranco Veneto
SedeVarie sedi
DateDal 25/01/2025 al 06/04/2025
CuratoriDanila Dal Pos
TemiSettecento, Castelfranco Veneto, Illuminismo, Francesco Maria Preti

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