A Castel Stenico una mostra sulle opere grafiche di Rembrandt

Dall’11 giugno al 6 novembre 2022 Castel Stenico ospiterà la mostra Rembrandt. Opere grafiche dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio, dedicata alle incisioni realizzate dall’artista olandese e provenienti dalla collezione Lazzari Turco Menz, donata nel 1924 al Municipio di Trento, e conservate al Castello del Buonconsiglio.

La rassegna presenta l’opera grafica di Rembrandt. Dei circa quaranta fogli presenti nella raccolta del museo, legati al grande artista, sedici esemplari sono tirati dalle lastre originali di Rembrandt e con carte filigranate che ne confermano l’autenticità e la datazione, come La Morte della Vergine o L’Autoritratto del 1633. L’esposizione intende dunque approfondire la conoscenza, la diffusione e la fortuna del maestro olandese. “Riuscite molto belle, intagliate di buon gusto e fatte di buona maniera”, così il Guercino nel 1660 descriveva con ammirazione le acqueforti del “gran virtuoso” Rembrandt, esprimendo un giudizio che sarebbe stato condiviso da generazioni di artisti, da Giovanni Benedetto Castiglione a Stefano della Bella, al Piazzetta, a Piranesi e che avrebbe alimentato la passione collezionistica, di cui la raccolta Lazzari Turco Menz è uno dei più illustri esempi.

Formata da Karl Paul von Menz (1778-1847), appartenente a una nota famiglia bolzanina, la raccolta di incisioni, ereditata successivamente da Simone Turco Turcati (1803-1861), è giunta al Castello del Buonconsiglio nel 1924, “riunita in varie teche o ripari di cartone”, grazie alla disposizione testamentaria del musicista Raffaello Lazzari (1845-1924), marito di Giulia Turco Turcati (1848-1912), figlia di Simone e pronipote dello stesso Menz. La mostra intende evidenziare alcuni dei grandi temi privilegiati da Rembrandt, tra cui il ritratto, in cui si riflette l’intenso e appassionato studio dell’animo umano con una scrittura grafica originalissima eseguita, secondo il commento di Filippo Baldinucci, con “certi freghi e freghetti, e tratti irregolari e senza dintorno, facendo però risultare dal tutto un chiaroscuro profondo e di gran forza”.

L’Autoritratto con cappello e sciarpa al collo è caratterizzato da un segno estroso, sciolto e rapido e da una forte ombreggiatura, mentre l’Autoritratto con Saskia, che nell’impostazione rimanda al Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello, rivela la forza evocativa della lezione di quest’ultimo, di cui Rembrandt conosceva l’opera attraverso una serie di stampe di traduzione contenute nei “libri di prestigio”, presenti nella sua collezione. Nei fogli dedicati alle Storie dell’Antico e Nuovo Testamento, Rembrandt riesce a catturare l’essenza drammatica degli episodi attraverso forti contrasti di chiaroscuro, particolarmente evidenti nel Cristo e la Samaritana (1634) o nel Gesù caccia i mercanti dal tempio (1635) in cui la storia è percorsa da fasci di luce che irrompono nella scena con uno straordinario effetto teatrale. Nella maestosa impaginazione scenografica della Morte della Vergine (1639), ispirata alla omonima incisione di Albrecht Dürer, Rembrandt raggiunge uno dei suoi vertici espressivi: la corale partecipazione dei personaggi, riuniti intorno al letto, viene descritta con un attento studio dei sentimenti, delle emozioni e del dolore, sottolineato da un deciso segno grafico e dallo squarcio luminoso che scende dall’alto, a indicare la solennità dell’evento.

Orari: Tutti i giorni dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì.

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